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Sentimentalismo

La villa Cordova è il piccolo parco della mia infanzia, quello dove mia madre mi portava a giocare sulle giostre e dove mio padre mi comprava, nei giorni della festa dell'Unità, il panino con la quaglia (che se non stavo attento rischiavo di morire soffocato a causa degli ossicini).


Adesso è solo un luogo sinistro popolato da gente scura e annoiata, curdi, somali, disoccupati, un luogo dove piccole donne rumene portano a spasso chihuahua malinconici. Le giostre sono scomparse e anche il campetto di bocce dove mio padre andava a giocare.


La mia piccola città, come tutte le città dell'anima, nasconde strati su strati, simile alle pareti delle vecchie stanze dove sotto la carta da parati a fiori si cela uno strato di vernice azzurra e sotto ancora c'è muffa o ruggine. Ricordo quando il servizio degli autobus era efficiente e florido, adesso è raro veder circolare un'autobus e i pochissimi in giro somigliano a piccoli furgoni dove c'è spazio solo per cinque o sei persone.


Eppure, a guardarla dall'esterno sembra ancora la stessa città: il bizzarro cimitero a destra, i vari quartieri disposti su più livelli, le colline e l'antenna RAI che con i suoi 286 metri di altezza detiene ancora il primato della struttura più alta in Italia. Ricordo che da bambino avrei voluto salire sulla cima di quella nostra Tour Eiffel, chissà come mi sarebbe apparsa la città, cosa avrebbero svelato le sue strade, la sua gente pettegola.

 

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3 recensioni:

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  • Anonimo il 08/02/2013 09:08
    devo dire che tu sei sempre bravissimo... ma ci sono casi come questo in cui tu ti superi... mi hai emozionato! Grazie...
  • Anonimo il 08/02/2013 08:23
    Chissà se la gente che sta dentro ha mantenuto la stessa mentalità!
    Un bel quadretto Vincè!
  • Auro Lezzi il 08/02/2013 07:40
    Sembri un nuovo ragazzo della via Gluk... Bravissimo Vincenzo... Si vive ciò che dici.

3 commenti:

  • Emiliana De Fortis il 27/07/2019 01:19
    Bellissimo ritratto delle zone della tua infanzia e l'inevitabile confronto con l'oggi. Nostalgia di com'era forse? O solo perchè su quella Torre Eiffel non ci sei mai salito? Ed allora cosa aspetti? Salici sù!
  • laura il 08/02/2013 10:13
    e ricordi di una città di quando si è bambini e la realtà della città come cambia quando si è adulti! un racconto molto bello, fa sognare! complimenti ciao
  • Antonio Garganese il 08/02/2013 08:16
    Breve bozzetto tra passato e presente che nella sua malinconia riesce ad essere poetico. Complimenti.

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