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Noi due

Era lì davanti a me con l'aria di chi volesse interrogarmi. Mi guardai intorno. Si udivano grida lontane di bambini che giocavano e di mamme che chiamavano Andrea, Patrizia! È tardi!
Sospirai, mi ero scelta con tanta cura quella panchina, avevo desiderato stare sola e pensare senza essere disturbata, ma, c'è sempre un ma.
Riportai lo sguardo su di lui che mi stava davanti. Perché non parlava? Conoscevo la risposta; aspettava che fossi io a cominciare, ma, cosa dire che non fosse stato già detto? Perché era venuto? Perché era lì? Alzarmi e andare via? No, non era possibile, lo dovevo affrontare. Affrontare? Mi continuava a guardare, la bocca chiusa su quelle domande non fatte. Ma perché era venuto? Perché? Perché non mi lasciava in pace? Cercava il mio sguardo, e poi, non ne potei fare a meno i nostri occhi si incontrarono.
I suoi disperati, i miei non so, sicuramente smarriti perché così mi sentivo. Anche per me era difficile parlare. Ieri le urla, gli insulti più feroci, ma ora, nel parco tutto questo sembrava lontano come se non ci appartenesse più.
La casa troppo piccola, i soldi troppo pochi, le scale piene degli odori e delle voci degli altri, e noi, dispersi in quei suoni, in quegli odori non nostri troppo deboli, troppo confusi.
Ora era lì, seduto sulla panchina accanto a me, i nostri occhi non riuscivano a staccarsi. I suoi trasmettevano messaggi di speranza e complicità, la sua mano pian piano si avvicinò alla mia, ma, non la prese, aspettava, e io non fui più capace di non rispondere al suo sguardo, e fu la mia mano a prendere la sua che subito la strinse e, tenendoci per mano ci sorridemmo, ancora una volta complici pronti a ricominciare. Pronti a riproporre soltanto noi due.

 

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1 recensioni:

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  • patrizia chini il 18/02/2016 18:45
    Una bella storia positiva dove l'uomo aspetta senza prevaricare, senza imporre le proprie idee, senza violenza! Quanti uomini dimenticano il rispetto per la donna ma, credo in generale per l'altro... diventando assassini? Mi piace il contenuto.

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