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Il fuggiasco

La vita era dura al fronte: si combatteva fidandosi della forza e dell'entusiasmo giovanile ma gli ideali da qualunque parte venissero erano miseramente tramontati: da una parte la dura disciplina del regime risultava inadeguata ed anacronistica dal momento che si scontrava pesantemente con le ristrettezze della guerra che negava non solo rinforzi e munizioni ma le più basilari norme igieniche e pure la quantità minima di sussistenza alimentare appariva una conquista da confermare ogni giorno. C'era anche un fermento di libertà in chi voleva sovvertire quella situazione e cercava con la ribellione una soluzione a quella miseria e idealizzava un mondo più equo dove non ci fossero mai più differenze sociali guardando altrove con poca conoscenza ma tutto avrebbe avuto un senso di cambiamento ed ogni cosa sarebbe sembrata migliore di quel misero presente.
Ma Augusto non viveva di ideali, a lui non importava nulla di decisioni da prendere in quell'importante momento storico, non aveva una idea alla quale rivolgersi, era tanto giovane, aveva 23 anni e pensava solo alla sua casa e a quando ci sarebbe tornato. Da ragazzino era intelligente e studiava con profitto ma i pochi soldi avevano costretto la sua famiglia a toglierlo da scuola e farlo lavorare: aveva fatto il calzolaio, il garzone e, per ultimo, si dava da fare in un piccolo locale prima come cameriere e poi dietro al bancone del bar. Era giovane e piacente: non altissimo ma muscoloso capelli neri ondulati e curatissimi e pelle scura bruciata dal sole perché la sua estate come quella dei suoi coetanei cominciava ad aprile e finiva ad ottobre: si lavorava e si andava al mare.
Lo spazio per il divertimento era proprio poco ma qualche festa da ballo si faceva, piccoli trattenimenti per trascorrere in allegria pomeriggi assolati. Augusto era timido e signorile amava molto la musica, in particolare Natalino Otto che proponeva un ritmo nuovo che veniva da lontano, solo in seguito scoprì che veniva dall'America con quei suoni che in futuro si chiameranno Jazz grazie allo straordinario Louis Armstrong che allora non si conosceva ancora. Come tutti i giovani amava lo sport ma andava a modo suo: né Meazza né Bartali, il suo idolo era Primo Carnera il pugile, il gigante friulano dall'altezza sconosciuta, notizie imprecise e frammentarie riferivano fosse alto 2, 20. Esagerazioni di un giornalismo eroico ma ricco di fantasia.
E l'amore? C'era anche quello ma il nostro Augusto era timido anche se molto bello, piaceva tantissimo alle donne ma lui non le cercava, si faceva prendere, qualche storia c'era stata ma un po' la timidezza lo frenava e un po' la scintilla giusta non era ancora scoccata.
In una di queste festicciole incontra Anna, ragazzona alta e spavalda, una che gli uomini li prendeva per il bavero e che, si diceva, avesse messo fine a diverse risse non solo fra donne ma anche tra maschi in vena di prepotenze. Due persone diversissime ma si innamorarono: come era potuto succedere? E chi lo sa? Cominciarono a fare coppia fissa e non si lasciarono più e poco dopo si sposarono.
Poi Augusto fu costretto a partire per la guerra senza conoscere cause e nemici, pensando solo a salvare la pelle e facendo di tutto per resistere davanti ai pericoli e agli stenti.
Appostamenti, turni di guardia, adunate: ma che gli importava!!! Voleva scappare e una notte lo fece: aveva lasciato la sua amata da sola e non sapeva darsi pace, camminando nottetempo chilometri tornò nella sua città e andò nella casa della sua sposa. Anna quando lo vide prontamente lo abbracciò ma dimenticò di avere in mano uno spillo o qualcosa del genere e graffiò un poco il suo amato rovinandogli anche la divisa. Sul resto si può immaginare e quindi si passa a ciò che accadde dopo; non erano ancora spuntate le prime luci dell'alba e si doveva tornare in caserma, lungo la via del ritorno Augusto incrociò altri cinque commilitoni e incominciarono la stessa strada a ritroso quando si imbatterono in un gruppo di tedeschi che in quell'assurda situazione storica da alleati erano diventati nemici ed ancora si trovavano numerosi al sud, in breve finirono al muro, i teutonici non andavano per il sottile ma incredibilmente si salvarono tutti: mentre li disponevano se la filarono approfittando della sempre minore oscurità. Volevano vivere e si salvarono ma rimasero nascosti per qualche tempo e al ritorno in caserma furono puniti per quella fuga.

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • silvia leuzzi il 05/04/2013 11:12
    Bello, sintetico e autentico. Ho molto molto apprezzato quel richiamo a Natalino Otto, in quanto ho avuto il piacere di ascoltare i suoi dischi a 78 giri, posseduti dal mio papà, anch'egli fan di questo autore, la cui musica ha toni moderni, perchè come hai ricordato, si rifaceva al jazz blues americano. Complimenti amico

3 commenti:

  • Anonimo il 19/05/2013 12:55
    Ci sarebbe molto da dire su questo racconto che sembra la biografia di qualche vecchio parente, magari scritto dopo aver sentito la storia di questo Augusto.
    Che dire per sintetizzare: il contenuto è senza dubbio interessante e piacevole, in parte anche storico pur se la visone di quei giovani che non si interessavano alle vicende nazionali più di tanto è ovviamente parziale. C'erano pure giovani fin troppo impegnati, nell'uno e nell'altro schieramento...
    La storia, forse per soddisfare il famigerato taglio web, che vuole rigorosamente racconti brevi o brevissimi, ha invece il limite dell'incompletezza. Sembra quasi scritta come il riassunto di una vicenda più complessa e, a mio modesto parere, in questo modo perde la sua forza narrativa.
    Ma la questione più evidente è sulla forma con la quale lei ha deciso di narrare questa vicenda e, mi creda, il parere di un lettore attento non può essere ignorato. Mi riferisco al modo con il quale lei ha deciso di suddividere i pensieri... alla punteggiatura, insomma. Se le interesserà( ma non è obbligato a darmi retta) sarò più preciso in seguito. Mi limito a dire che i primi due periodi hanno occupato la bellezza di 15 righe. Mi piacerebbe provare ad impostare le stesse frasi con una punteggiatura che favorisca il lettore. Credo che, come minimo, si potrebbero ottenere 8 frasi dicendo le stesse cose. Senza acrimonia... anche perché, tutto sommato, il mio giudizio, se così posso essere autorizzato a chiamarlo, è positivo. Un saluto
  • Anonimo il 10/04/2013 12:04
    bella bravo anche come narratore... si legge d'un fiato...
  • laura il 04/04/2013 23:24
    un racconto dai risvolti teneri e drammatici! un ragazzo che come i giovani ama la vita e fare le cose che si fanno a 20 anni! l'incontro della donna che gli farà battere il cuore e la cruda realtà di una guerra, di nemici da combattere e di vite giovanissime spezzate! hai saputo unire queste cose con una grande capacità! veramente un bel racconto Antonio! complimenti

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