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Luci della ribalta

Quante volte era salito sul palco di un teatro? Molte, davvero, ma quella doveva essere l'ultima ed aveva un sapore particolare.

Il teatro, che oggi ha fatto posto ad un grande magazzino, era il più imponente della città, ma il pubblico non gli faceva paura. Quello che temeva era non ricordarsi le battute, considerato che ad ottanta anni la mente non era più quella di un tempo.
La parte la sapeva, l'aveva recitata molte volte quella commedia, ma a distanza di qualche anno non era più lo stesso.
Si preparava, nel camerino al trucco e pensava come in un flash back tutte le volte che si era trovato di fronte a quello specchio con le luci.
Gli inizi, prima della guerra nel teatro serio, delle compagnie drammatiche, i concorsi teatrali, poi la guerra, la Russia, il ritorno e quello che poteva essere il mestiere divenne una passione da coltivare, ma a livelli buoni. Commedie ed anche uno sceneggiato RAI con Panelli e Valori, coi quali recitava in teatro, che lo vollero per una parte.
Negli ultimi tempi, poi, anche il teatro vernacolare, ma con due punti fissi. Mai vestito da donna e mai recitare in dialetto, solo in lingua italiana. Parti di contorno ma che gli permettevano di recitare in italiano: il dottore, il prete, il maresciallo.
A distanza di anni, poi, questa recita, che doveva fare solo una volta; poi, nelle altre in giro per la toscana, sarebbe stato un altro a recitare.
Questa era per lui. Nel teatro più grande che aveva visto passare da Totò a Mastroianni, da Bramieri a Dapporto e con il pienone che sempre era assicurato per il teatro vernacolare.
Il giornale locale presentò la commedia dicendo degli ottanta anni che avrebbe compiuto sul palco.
Era tutto pronto.
Si parte.

Arrivò, a metà del primo atto, il momento dell'entrata in scena. Un suono di campanello, si va ad aprire ed arriva lui, il prete, la sua parte.
"La pace del signore sia con voi!" - disse.
Un secondo di silenzio e partì l'applauso.
Un applauso consistente, non proprio una standing ovation, ma la presenza di tante persone fece in modo di renderlo notevole.
La recitazione si fermò e l'applauso continuò finchè lui non fece un piccolo passo in avanti e chinò la testa in basso, leggermente inclinata, in segno di ringraziamento.
Avrebbe potuto arrivare fino al proscenio, allargare le braccia a prendersene di più di quelli applausi. Ma non lo fece.
Solo quel piccolo gesto con la testa e via. Si ridà la battuta all'attore che segue.
"La pace del signore sia con voi!"- ripetè.
"E con quelli di là!" rispose l'altro attore.

La commedia continuò. Finale e passerella con altri applausi scroscianti, per tutti.
Ma quello seguìto alla sua entrata no. Fu solo suo, intenso ed a scena aperta.
Come Calvero. E come piaceva a lui!

 

l'autore Glauco Ballantini ha riportato queste note sull'opera

Dedicata a mio nonno Bruno, protagonista di quella serata ed a chi quella sera era a vederlo. Ed applaudirlo.


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2 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 03/10/2013 09:11
    Un'evocazione doverosa e una dedica amorevole. È bello ricordare chi ha trasmesso emozioni. IL MIO PLAUSO DI ELOGIO
  • stella luce il 03/10/2013 08:28
    il tuo bello scrivere allora arriva da lui... bello il teatro, credo la forma più bella di vivere la recitazione... bello il tuo racconti di vita, e certo arrivare ad 80 anni ed avere recitato con attorni di quel calibro deve essere stato per voi nipoti un continuo suo raccontare...

4 commenti:

  • Giulia Aurora il 19/10/2013 01:33
    molto suggestiva e bella
  • Glauco Ballantini il 03/10/2013 08:37
    @ stella - Ho un'autografo con dedica "a Glauco con affetto" di Paolo Panelli quando recitava con mio nonno della fine degli anni 60.
  • Chira il 03/10/2013 07:55
    Fantasticando tra film, teatro e realtà di piccoli-grandi attori che sembrano secondari ed invece fanno parte integrante del tutto. Ben scritto e bellissimo leggerti!
  • loretta margherita citarei il 03/10/2013 06:53
    FINO A POCO FA RECITAVO IN TEATRO, GRADITISSIMO TESTO

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