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Cuori in affari

Mary decise di frequentare quella scuola di ballo; era rimasta sola e non voleva rinchiudersi in casa e morire lentamente nell'anima, così sarebbe stata per un paio di ore in mezzo agli altri, chissà, forse si sarebbe distratta e non avrebbe pensato più al suo ex. La maestra di ballo le affiancò un tipo strano, Alfredo, timido ma già molto esperto di balli, certo a livello amatoriale ma non aveva importanza, Mary non aveva velleità artistiche, voleva solo trascorrere il tempo senza pensare;
In poco tempo il corpo di Mary, già perfetto, si adeguò ai ritmi del ballo, Mary fece grandi progressi e i suoi movimenti ora erano sensuali e sciolti, il suo nuovo cavaliere la vide trasformarsi; il suo nuovo cavaliere tra un ballo, una pausa e una bevanda le stava plagiando la mente.
Alfredo il timido, forse non era tanto timido ma mentre era un attento cavaliere, diventava all'improvviso dispotico, scostante; Mary non aveva capito ancora che tipo fosse; ma aveva deciso di divertirsi e che il cuore dei maschi non l'avrebbe più ferita; non si sarebbe più innamorata; ma lei era già innamorata e non lo sapeva ancora.
Il suo cavaliere aveva cominciato con un semplice elogio, poi le aveva ripetuto fino alla paranoia che le voleva bene fino a che anche lei era arrivata a dichiarare la stessa cosa. E ora se ne rendeva conto, lui le aveva fatto il lavaggio del cervello, l'aveva condizionata al punto tale che lei ormai parlava come lui, ma forse, lei, era come lui, aveva bisogno di quell'uomo, così fuori dalla norma, così desideroso di averla e a lei piaceva.
Si le piaceva quel cavaliere così scostante, la faceva sentire importante, unica, amata. Comunque sia, lei aveva capito il gioco del suo cavaliere. Pensò che non era tanto innamorata in fin dei conti, si ora forse lei stava cercando uno suo scopo nella vita e.. decise di usare il suo bel cavaliere.
Lo assecondò in quei suoi capricci, lei era sola, non le poteva certo far male un po' di sesso, sì, d'accordo, era sesso senza amore ma ci si sarebbe abituata e chissà forse anche divertita.
Così incominciò a ripetere le sue frasi. Ti amo, ti voglio, sei mio; tutte frasi del genere, era facile ripeterle, per il sesso, doveva aspettare, non si erano ancora incontrati fuori dalla scuola di ballo, da soli.
Mary aveva deciso, ma non le stava bene fare l'amante, un'amante può, all'improvviso, scocciarsi e cambiare partner, e poi troppa fatica rimanere giovane, un amante deve curare il proprio corpo, un amante deve essere sempre bella e giovane.
Lei decise di sfruttare il suo bell'amante; doveva cercare un lavoro, qualcosa senza responsabilità, un tranquillo lavoro dietro una scrivania, e il suo cavaliere ne aveva di amicizie. Ecco il primo passo, poi sarebbe stato il tempo di una casa ma una cosa alla volta; ora si doveva impegnare per il lavoro. E lei lo chiamò al telefono, voleva incontrarlo fuori dalla scuola di ballo.
Lui ne fu entusiasta, questo stava aspettando, credeva di averla convinta, non pensò che lei stesse facendo il suo gioco. E si diedero appuntamento in una cittadina fuori dalla cerchia degli amici di ambedue, si ritrovarono parcheggio della stazione, subito le loro bocche si cercarono come se rispettassero un antico rituale, ma era solo la prima volta che si vedevano fuori dal ballo ma si erano già tanto legati l'uno all'altro che non ne poterono fare a meno.

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