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Flic

Come altre volte, era stato un pomeriggio di gioco nel Luna Park EUR di Roma, quando c'era ancora. Ci portavamo nostra figlia piccolina ma ci divertivamo anche noi; fu così che la pallina del destino aveva scelto, tra le tante bocce di vetro, proprio lui: un pesciolino rosso subito battezzato coralmente Flic.
Il " pescatore " tronfio era stato mio marito e a casa il trofeo ebbe subito un bel posticino. Maria, mia figlia, si alzava sulle punte dei piedini per poterlo vedere nuotare e di lui non perdeva nemmeno un pasto... Crebbero insieme per tre anni.
Un bel giorno, anzi un brutto giorno, trovai il piccolo che faceva il morto a galla, improvvisamente, senza nemmeno un glu glu per avvisarmi. Panico totale!
Cosa avrei potuto raccontare a mia figlia al suo ritorno dall'asilo?! Era l'epoca dei "perché" e da quel ginepraio dubitavo potessi uscirne.
< Vai, cercane uno simile e speriamo... > incalzai mio marito che andò.
Devo riconoscere che fummo fortunati: il sostituto era pressoché identico al povero Flic, per colore e grandezza, Maria non s'accorse di nulla ed evitammo di affrontare l'argomento "morte" per qualche tempo.
Flic Secondo non risultò troppo in salute ma con lo stesso stratagemma tirammo avanti fino alla seconda elementare.
Ormai anche il venditore ci accoglieva con... < Il solito pesciolino?>; ma giunse il paventato giorno della mancanza di un sosia e a casa arrivò un " tizio" di un rosso tenue e palesemente diverso da tutti gli altri. Se ne accorse anche mia figlia. < Mamma dov'è Flic? Questo non è il mio Flic!>.
Vennero le lacrime troppo tempo arginate e con esse purtroppo anche parole forse consolatrici. Non da molto era morta mia nonna e Maria aveva avuto il suo primo impatto con la morte. I suoi occhi di cielo avevano visto il funerale, le nostre lacrime, il nostro pregare, i fiori, il dolore, non poteva capire più di tanto ma era stata lì, aveva assorbito nel suo piccolo la stranezza del tutto e in mio soccorso venne il paragone: la nonna era andata a riposare perché ormai vecchia ed anche a Flic era accaduto ciò ma almeno c'era l'altro animaletto vivo e guizzante al posto suo.
Fu poca la consolazione e mi disse che dopo quello che già le era caro, non avrebbe voluto altri pesciolini perché tanto... morivano.
Solo da grande ha saputo quanti Flic erano passati a casa nostra in quel periodo della sua vita, sorridendo all'immagine del padre nella ricerca dell'ennesimo pesciolino facsimile, per non vederla piangere.

 

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2 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Glauco Ballantini il 03/12/2013 21:55
    L'incontro con la spiegazione della morte, ritardato. Mi ricordo che Flic era il nome del cane del protagonista di Umberto D un film di Vittorio De Sica ed in quel caso la paura della morte del cane, che Umberto D vuole suicidare insieme a se stesso lo salva da quel tentativo. Ecco appena ho visto il nome mi è ritornata quell'immagine del film...
  • Anonimo il 20/11/2013 15:27
    Si resta davvero entusiasmati dalle immagini, coinvolgenti e tenere, che descrivono il "pittoresco" FLIC, decantato dall'autrice, con vere emozioni dettate dall'anima. Pubblicazione molto piaciuta!

2 commenti:

  • Rocco Michele LETTINI il 18/11/2013 14:17
    Hai saputo trasmettere in un mirabile racconto l'atmosfera creata da un piccolo animaletto e le emozioni che lo stesso porta, non sola a la bimba... A me, non resistette che un solo giorno, il mio micetto Billy, il mattino seguente non lo fece trovare... divorato. Scorrevole lettura... IL MIO ELOGIO E IL MIO PLAUSO
  • Anonimo il 18/11/2013 12:36
    Bel racconto, tenero e ben scritto, pieno di umanità e dotato del potere di far riflettere sulla vita e la morte. Io poi li amo particolarmente questi autobiografici... se poi sono raccontati con il distacco del narratore che si intromette solo in parte nella vicenda, allora sono ancora più graditi. Troppo breve, tuttavia... avrei preferito leggere un po' più a lungo. Un saluto.

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