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Sarebbe bastata un'ora

Sbattè la porta e andò al centro della stanza, pianelle bianche e nere, come una pedina degli scacchi stava li, guardava fuori dalla finestra, iniziò ad andare avanti e indietro per la stanza e si stringeva i capelli, occhi lucidi e occhiaie di chi ha bisogno di dormire;
si accese una sigaretta e la consumò con frenesia, tremava, "ci vuole del whiskey" pensò, lo cercò nel'angolo bar e trovò una bottiglia di jack appena aperta, la prese, l'aprì e buttò a terra il tappo.

Continuava ad andare su e giù per la stanza, il primo lungo sorso li mozzò il fiato, tossì e poi riprese a ragionare da solo, beveva talmente con impeto e disperazione che a ogni sorsata una parte di liquido ambrato andava a inzuppare la camicia...
il sole filtrava nella stanza tra le tende di un arancio timido, continuava a ripetere "no cazzo no!... no cazzo"...
si guardò allo specchio e si vide sporco e invecchiato, si sentiva sbagliato in un mondo di stereotipi di paragoni, di persone costruite, fanatici di moda e palestre, lui aveva una camicia sbottonata, inzuppata d'alcool...
si buttò sulla poltrona, si grattò la barba e guardò il giorno farsi sera...
pensò tra se "se fossi tornato alla mia solita ora dal lavoro" e si schiaffeggiava quasi tra le lacrime, pensò che se fosse rientrato un'ora dopo non sarebbe successo niente, non avrebbe saputo, non avrebbe trovato la sua giovane moglie a letto, nel suo letto, nel loro letto, con quello sconosciuto "figlio di bagassa" , continuava a ripetere figlio di puttana, e piangeva e sputava mentre urlava nella disperazione... figlio di puttana...

Avrebbe preferito non sapere, perché così almeno ora non sarebbe un assassino, e la moglie starebbe preparando la cena e lui starebbe bestemmiando alla tv vedendo il tg bestemmiando la politica, avrebbero cenato insieme, fatto l'amore con Sara magari...

Sara, sua moglie, stava fredda sul pavimento poco fuori dalla loro camera, strangolata da quello che chiamava "amore", che era suo marito, quello per qui sei mesi prima si era messa il vestito bianco da sposa, con il velo lungo e il pizzo, che sei mesi prima le aveva detto "SI" tra occhi commossi di parenti e applausi e lo sguardo invidioso del prete...

la moglie stava fredda, morta, poco fuori la loro camera, e il suo sconosciuto chi era? Anche lui freddo sul suo letto, dalla sua parte di letto, quella che dava alla finestra, li che si dissanguava con un enorme taglio alla gola...
viso sconosciuto ma intimo per lui, perché chissà da quanto tempo avevano avuto amore e orgasmi dalla stessa donna...

sarebbe bastata un'ora e ora sarebbe il solito uomo di sempre, allo scuro di tutto, ma senza due vittime sulla coscienza, sarebbe libero, sarebbe un uomo ancora... sarebbe bastata un ora...

è meglio sapere... o non sapere?

Il destino costa quel che costa, decise che avrebbe finito di bere e con l'aiuto dell'alcool, si sarebbe suicidato, lasciando poco al caso, e la storia sarebbe stata facile da ricostruire...
Omicidio passionale... suicidio...

Sarebbe bastata un'ora...

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 24/11/2013 20:15
    Il racconto descrive un avvenimento tristemente "usuale" nell'odierna cronaca nera, televisiva e giornalistica, e tuttavia possiede una sufficiente dose di originalità. Lo stile incalzante ben si adatta ai fatti narrati.
    Si avverte, purtroppo, una stesura affrettata, priva di quel meticoloso lavoro di limatura e sistemazione sintattica, indispensabile per trasformare una semplice buona intuizione in qualche cosa di ben scritto e dunque meritevole di essere letto con soddisfazione.
    I primi due paragrafi, per esempio, dovrebbero essere completamente riscritti, eliminando ridondanze e imprecisioni varie.
    Segnalo alcune doverose sistemazioni:
    Sbattè - l'accento è acuto e non grave.
    nel'angolo - nell'angolo
    per qui - per cui
    un'ora e ora - un'ora e adesso

2 commenti:

  • Anonimo il 04/12/2013 19:36
    la penso come anonimo, anzi aggiugerei altri refusi ed anche la punteggiatura da sistemare... invece la storia ha il suo fascino... guardi, si fidi, se lei sistemasse questo racconto le garantisco che uscirebbe così come esce una bella donna da un salone di bellezza... magari è entrata con i capelli stinti e rinsecchiti, è uscita che la sua bellezza era tornata a splendere. eppure era sempre lei, così come lo sarebbe il suo racconto. Un saluto.
  • Fabio il 25/11/2013 02:01
    grazie della recensione, il racconto è stato scritto molto tempo fa, e non avevo notato errori che potevo benissimo evitare, a parte "sbattè" che avrei lasciato sicuramente così, ma "per qui", "nell'angolo", sono errori di distrazione... chiedo venia grazie!

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