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Disillusione

DISILLUSIONE
Ore: 6, 40... suona la sveglia, apro gli occhi, cerco di farla smettere ma maldestramente la sposto e rischio di farla cadere, accendo la luce e tacito la suoneria, l'uomo che dorme vicino a me si gira dall'altra parte e tira le coperte fin su i capelli, rimango qualche istante a guardarlo e poi mi alzo, avrei voluto scambiare un bacio o, semplicemente uno sguardo anche se assonnato ma, anche oggi è andata così. Vado in bagno e faccio tutte le mie cose, mi guardo allo specchio, con la faccia ancora bagnata, sposto una ciocca di capelli e lentamente mi avvicino allo specchio "eh, si, il tempo mi ha lasciato qualche segno," mi asciugo e vado in cucina, preparo la macchinetta del caffè, poi torno in camera e mi tolgo il pigiama, nella fioca luce dell'abatjour, apro il cassetto del mio comodino per prendere le mie mutandine con il reggiseno, ma non trovo quello che cerco, l'uomo si lamenta "ma devi per forza fare tutto questo rumore?" Gli rispondo che non riesco a trovare il reggiseno coordinato con le mutandine e lui risponde: " mettine un altro, chi vuoi che se ne accorga?" Rimango con le mie mutandine in mano e, senza risposta, ma penso: che cafone! Comunque ora l'ho trovato e lo indosso, finisco di vestirmi, torno in cucina e spengo la macchinetta del caffè, poi inizio il giro della sveglia, Margherita e Laura dormono assieme, le chiamo per prime, poi andrò da Antonio, sono i miei tre figli avuti con l'uomo che è di là in camera, busso dolcemente ed entro, Margherita ha dodici anni è polemica su tutto, ha un viso impertinente ed uno sguardo perennemente di sfida, con occhi intelligentissimi, Laura ha vent'anni le piace ancora dormire con la sorella più piccola, hanno un'intesa inusuale, nonostante la differenza d'età, lei lavora in un supermercato a cinque chilometri da casa, quando ha voglia, studia e prepara un altro esame, è iscritta a medicina, sono tre giorni che si è lasciata con il fidanzato ed è un po' giù, faccio una carezza alla sua testa riccioluta e le do un bacio, apre gli occhi e mi chiede che ore sono, le dico che sono le sette e la invito ad alzarsi prima che si crei un ingorgo davanti i bagni, lei stira le braccia lentamente sposta le coperte e si alza la guardo attentamente anche dopo che mi ha detto: "buongiorno, mamma" capisco che ha dormito poco e male, probabilmente, anzi certamente, ha anche pianto, le faccio una carezza mentre mi passa davanti lei alza lo sguardo e mi sorride, poi vado da Margherita, che a differenza di Laura ha i capelli lisci, come il padre, le piace farsi coccolare ed inizia la solita scenetta mattutina: non ha voglia di alzarsi, ha ancora sonno, le chiedo qual è la scusa odierna e lei: " Mammaa! Non mi va e basta." È così Margherita le piace farsi pregare, poi però quando mi alzo dal suo letto, butta la coperta in aria e mi corre dietro. Do un bacio a quella sua testa capricciosa e le indico la porta dell'altro bagno, dicendole di sbrigarsi. Ora vado da Antonio busso ed apro piano la porta, lo trovo sveglio e seduto sul letto, mi da il buongiorno e gli chiedo se vuole il caffè, lui mi fa cenno di no con la testa e mi dice che prende solo il latte con un po' di cioccolato, gli dico che i bagni sono occupati ma so già che lui i primi minuti li passa a leggere le notizie del giorno, dal televideo e quando sente la porta del bagno dov'è Laura si precipita ed entra. Antonio fa l'ultimo anno di liceo, ha diciassette anni, diciotto fra pochi giorni, della famiglia è il più taciturno, è metodico e poco incline agli scherzi, lo disturba la confusione ed il disordine, ha ottimi voti a scuola gli piace la musica suona la tastiera ed a volte fa serate con altri amici, spesso chiede consigli alla sorella, Laura ma se ha problemi più seri, comincia a girarmi intorno, senza dire niente e capisco che ha bisogno di me. Margherita, per ora la tiene fuori dalle sue cose personali, ma a volte le dedica un po' di tempo per i compiti ed ascoltano musica assieme. Vado a preparare la tavola per la colazione, verso il caffè in due tazzine, ne assaggio un sorso dalla mia e, con il vassoio vado in camera arrivata annuncio a mio marito che c'è il caffè, lui sposta le coperte e come tutti i giorni mi chiede se nel suo ho messo il dolcificante, gli rispondo: "certo amore", lui nota il sarcasmo della risposta si mette a sedere e bofonchia qualcosa tipo: amore? Ma de che? Beve il suo caffè in un sol sorso e, fa una boccaccia, mi ridà la tazzina, io finisco il mio e torno in cucina, dove trovo Laura e Margherita che ridono, le guardo incuriosita e gli chiedo: "che succede, ragazze?" Margherita smette di ridere e mi dice: "hai messo di nuovo lo zucchero al posto del dolcificante, nel caffè di papà vero?" Io sorrido e gli faccio segno di fare silenzio. Arriva Antonio, saluta le sorelle ed iniziamo a far colazione, il tempo corre e rischiamo di far tardi, Laura è velocissima è la prima ad alzarsi va verso la porta del bagno e dice: "ciao papà!" dall'altra parte solo rumore di acqua, indossa la giacca, viene a darmi un bacio, saluta con un cenno Margherita ed Antonio e va via. Dopo un paio di minuti arriva lui, da un bacio alla testa di Margherita, arruffa i capelli di Antonio, che come tutte le mattine si lamenta, dicendogli che i capelli possono finire nel latte e lui per tutta risposta lo rifà, ma stavolta Antonio sbuffa, beve d'un fiato il latte si alza e torna in bagno, mio marito che si chiama Bruno, gira intorno al tavolo mi da un bacio distratto mentre vede Antonio andar via e mi chiede che c'è per cena, gli rispondo che ancora non lo so, devo fare la spesa, ma se ha qualche preferenza, vedrò di accontentarlo, lui mi dice dopo aver bevuto un sorso di latte e caffè che è Venerdì quindi: pesce, gli rispondo "e vada per il pesce", anche se Margherita non ne è proprio entusiasta, infatti noto la smorfia da dietro la tazza del latte. Bruno lavora in un ufficio alla motorizzazione, ed è lì che ci siamo conosciuti ventidue anni fa quando presi la patente e mio padre mi comprò una macchina usata, fu molto gentile e disponibile con me, nacque un'intesa reciproca, fin da subito, avevamo amici comuni e ci frequentammo per mesi, prima di darci il primo bacio, lui era un po' impacciato con le ragazze, io non avevo avuto altre storie, serie intendo, ci mettemmo insieme e come travolti ed attratti, da non so quale forza, dopo un anno ci sposammo, io lasciai l'università, all'epoca ero convinta che il mio destino era di fare la moglie e la madre, Nacque Laura ed io mi concentrai sul mio ruolo di madre poi arrivò Antonio, dopo circa tre anni mi tornò la voglia di studiare Laura ed Antonio la mattina erano a scuola ed all'asilo io per qualche ora, ero libera, riuscii anche a fare due esami ma poi iniziarono i problemi con Bruno, a lui non stava bene che io mi dedicassi meno alla famiglia, lui usciva la mattina e tornava la sera... il pomeriggio in verità! Nella sua mente ormai era radicato il pensiero che io facessi solo la moglie e la madre, quindi questa mia occupazione la vedeva come una perdita di tempo e danaro per l'azienda "famiglia", lui che non aveva mai studiato dopo il diploma non si rendeva minimamente conto di cosa significava per me raggiungere qualche obiettivo, soddisfazione personale, iniziarono le solite discussioni, con le frasi sentite e risentite che noi da fidanzati, avevamo promesso di non pronunciare mai! Una è proprio questa, le altre: sempre, tutto tu, non te ne importa niente ecc. mi vergogno a dirlo anche a me stessa ma capii, che rischiavamo la rottura, con due figli piccoli, chinai, con un senso di colpa il capo e, lascia l'università per la seconda volta, lui tornò affettuoso e rivide un porto sicuro su cui approdare e dopo circa due anni ero di nuovo in attesa di un altro figlio, nacque Margherita, iniziò un periodo strano per noi dopo i primi mesi, con Antonio e Laura che erano praticamente indipendenti sistemata Margherita, Bruno passava il suo tempo tra computer, calcetto e la domenica montagna o mare con amici o con Antonio e Laura, io iniziai a non aver più voglia di uscire e diventai sempre più taciturna non ero nervosa o irritabile, semplicemente era come si mi avesse avvolto un senso di apatia verso gli altri, tranne i figli ed i miei genitori che erano ancora vivi ma che vedevo poco, le amiche: tutte dileguate ero l'unica con tre figli ed ero poco più che trentenne, con Bruno non facevamo quasi più sesso, io per la paura di rimanere di nuovo incinta, lui anche se no me lo ha mai detto in parte per lo stesso pensiero, in parte perché non provava più tanta attrazione per me, qualche smagliatura, qualche chilo di troppo, il seno che cominciava un po' a cedere, volevo iscrivermi in palestra, ma come glielo accennai, divenne subito nervoso e mi disse che potevamo camminare assieme con i figli il Sabato e la Domenica e che se volevo mi comprava qualche attrezzo per casa, era diventato possessivo e anche se non lo ammetteva anche geloso, notava gli sguardi degli altri uomini quando andavamo al parco o, al mare, i figli che stavano molto più con me che con lui, quindi vedeva diminuire anche il suo ruolo storicamente "dominante" nella coppia, in verità devo dire che lui non guardava più del dovuto le altre donne, ma neanche si accorse che avevo perso qualche chilo e le mie gambe erano tornate senza smagliature, si preoccupava solo che si facessero le cose per i figli, che non si toccasse il suo tempo per il calcetto, due sere la settimana e la sacrosanta passeggiata domenicale con o senza di me. Il tempo passava e come si dice tante volte è volato ed ora eccomi qui quasi quarantenne e con tanta voglia di fare, di vivere, Bruno è passato dalla gelosia e mania di controllo su tutto, ad una sorta di routine e abitudini che da come si comporta, secondo me non piacciono neanche a lui, ma non ha il coraggio di dirmelo. Gli occhi e gli sguardi dei miei figli mi riempiono di gioia ed in parte colmano quel vuoto che sento di avere. Pensare ad una storia con un altro uomo? No, non è nel mio carattere, io voglio, cerco, più un qualcosa, che mi dia soddisfazione personale, non solo di donna o, madre, qualcosa che ad oggi ancora non vedo di ben definito ma sta prendendo forma. Così un giorno qualunque, quando sono restata sola ed ho iniziato a fare il giro della casa per rimettere in ordine il caos lasciato da marito e figli, (tranne Antonio, no lui è ordinato e non lascia praticamente tracce) si è chiuso il sipario, si ho deciso di smettere di recitare, basta, ora sarò solo me stessa, non abbandono nessuno, ma mi prendo un po' del mio tempo e ne faccio ciò che voglio, Bruno o, non Bruno, lo faccio, così ho iniziato la mattina, subito dopo aver sistemato velocemente casa, a frequentare un bar/ libreria, che dista circa duecento metri da dove vivo, ho iniziato a leggere, leggere, tanto, di tutto, tra un caffè ed un tè, ho assorbito, carpito segreti e tecniche di scrittura, ho cambiato libreria per qualche giorno ed ho iniziato a capire cosa va di moda come lettura e chi vende di più, devo aver sempre avuto dentro di me un'innata propensione alla scrittura e senza falsa modestia credo di essere anche brava, così per prova sotto uno pseudonimo, ho iniziato a scrivere e lasciare frasi e piccoli racconti dentro i libri, nelle librerie e nel bar da me frequentato, senza farmene accorgere, ogni tanto ne compravo uno, per non far insospettire nessuno, dopo qualche tempo si era sparsa la voce ed era iniziata una sorta di caccia allo "scrittore fantasma", notavo sguardi curiosi, quando dopo aver letto qualche pagina riponevo il libro nello scaffale fui anche avvicinata un paio di volte, la prima da un ragazzo poco più grande di Antonio che mi chiese se sapevo dell'esistenza dello "scrittore fantasma", feci una faccia sorpresa e gli dissi di no, lui mi disse che gli era capitato un suo scritto tra le mani e che lo aveva trovato bellissimo, una scrittura scorrevole ed armoniosa, era uno studente di letteratura italiana e disse anche che lo pseudonimo celava secondo lui una persona colta e di spirito forse molto giovane comunque. Senza saperlo mi aveva fatto un complimento enorme. La seconda fu una donna sulla cinquantina a lei era capitato di leggere un mio racconto breve a sfondo sessuale e iniziò dicendomi che certa gente deve avere qualcosa che non và nella testa io la ascoltai ma vedevo che si dilungava sui particolari, siccome ci eravamo già viste altre volte ma non ci eravamo mai presentate ebbi la sensazione che comunque le era piaciuto e la provocai, dicendole che anche a me era capitato di leggerlo e, le chiesi se anche lei si era eccitata durante la lettura, si fece rossa in viso, rimase con la bocca mezza aperta ed andò via, mormorando: "ma come si permette questa qui?" Si! Si era eccitata ed io ero felice! Avevo trovato la mia dimensione scrivevo per piacere e per piacermi, si, un po' di narcisismo mi fa bene, poi ero contenta di aver suscitato la curiosità delle persone, in molte librerie si vedeva gente che sfogliava i libri alla ricerca di foglietti e fogli estranei al testo ed ogni tanto si udiva: "eccolo l'ho trovato!" Ma di me nessuna traccia. A casa ed in famiglia tutto procedeva come sempre, Antonio aveva festeggiato i suoi diciotto anni con noi al ristorante e la sera con gli amici, Laura aveva conosciuto un ragazzo, era il fornitore di latticini del supermercato e si erano subito piaciuti, era di nuovo radiosa e felice, Margherita era un po' più scontrosa del solito perché la sorella le dedicava meno tempo e spesso la vedeva persa nei suoi pensieri, un giorno mi chiese se stava male io le dissi che se stava male era un bel male! Mi rimase a guardare perplessa e mi disse: "quando starò male pure io così, avrò anch'io quella faccia da ebete ed il sorriso perenne sulle labbra?" Le dissi: "credo di no! Tu quella faccia e quel sorriso lo farai venire ai ragazzi che ti gironzoleranno attorno e, a tutti farai credere, ma a nessuno darai il bacio sognato! Solo uno lo avrà, ma lo capirai da sola!" Mi diede un bacio che ancora oggi ho stampato sulla guancia! Bruno sembrava non accorgersi di nulla, per lui tutto scorreva regolare, era cambiato il dirigente del suo ufficio, lui era salito di un gradino nella "scala gerarchica", ma a me lo aveva appena accennato, comprò una bottiglia di spumante e finì li. Seppi poi per caso, che agli amici aveva offerto una cena, una pizza in verità! Ed aveva pagato una serata di calcetto per tutti. Le idee di scrittura mi arrivavano ad ondate ed appena le avevo mi precipitavo a scriverle, qualche volta anche di notte, tanto che Bruno sospettava qualcos'altro che non c'era e faticai non poco a convincerlo. Un giorno dopo aver lasciato una mia frase in un libro, che narrava la storia di due Amici, conosciutisi a scuola che, tra drammi, gioie, lunghi periodi senza vedersi; anziani, si ritrovarono ad un matrimonio, dove i rispettivi nipoti si erano sposati e passarono una memorabile nottata a raccontarsi la loro vita, può sembrare triste ed avere un sapore di già visto, ma invece non è così, avevano entrambi un male ritenuto incurabile e, come per un assurdo miracolo, togliendosi un po' per volta i pesi dallo stomaco e dal cervello, guarirono entrambi.. ma questo loro non lo sapevano. Presi un altro libro che avevo voglia di leggere ed acquistare mentre mi avvio alla cassa, lo sfoglio ed a un certo punto ho un sussulto improvviso, mi blocco, chiudo il libro e, lentamente ricomincio a sfogliarlo, si, non mi sono sbagliata c'è un foglio al suo interno e non è il mio! Lo leggo, è diretto a me, si, proprio a me, "alla splendida persona che come un fantasma si aggira per librerie e biblioteche, non smettere, stai regalando sogni e bei momenti a chi piace leggere". Mi chiedo nel giro di pochi secondi: chi può essere e come faceva a sapere che avrei preso questo libro. Faccio mente locale e la mia buona memoria, mi fa ricordare di un episodio di qualche giorno prima, mentre giravo per gli scaffali avevo preso questo libro e mi stavo avviando alla cassa, poi ricordandomi che non avevo abbastanza soldi, tornai indietro e lo rimisi al suo posto, dietro di me c'era un uomo di mezza età, che vista la scena, mi disse che era un bel libro, io feci un sorriso di circostanza e gli dissi che lo avrei sicuramente preso in un secondo momento. Quell'uomo... quell'uomo potrebbe essere,... si potrebbe essere lui l'autore del messaggio. Si, ma chi è? E cosa sa di me! Mentre mi faccio queste domande riprendo a camminare e mi avvio alla cassa, poso il libro sul banco, apro la borsa per prendere i soldi, alzo lo sguardo ed il libro non c'è più! Mi volto e per poco non mi sfugge un grido, davanti a me c'è quell'uomo, si proprio lui, ha preso il mio libro, lo sta osservando, mi guarda e sorride, poi : "vedo che finalmente lo ha preso!" Mi faccio rossa e non so che rispondere, che dire, poi improvvisamente mi riprendo il libro, lo pago, mi cade anche il resto e come fossi una ladra raccolgo le monete e fuggo letteralmente, senza voltarmi. Cammino ad un passo, talmente veloce che sento il cuore battere freneticamente, poi senza neanche sapere perché, volto in un vicolo, mi appoggio al muro, stringo al petto il libro e comincio a respirare regolarmente, quando mi sono calmata, apro di nuovo il libro ed il foglio non c'è più! Guardo dentro la borsa e non c'è, guardo inutilmente in terra attorno a me e non c'è, sento una strana sensazione come se fossi stata derubata, poi esco dal vicolo e vado quasi a sbattere addosso ad un uomo, alzo lo sguardo per chiedere scusa... ancora lui! "Cercava questo Signora!" E mi fa vedere il foglio che era dentro il libro, a questo punto lo affronto a muso duro : " ma si può sapere chi è lei e cosa vuole da me?" Lui mi guarda ed ha un'espressione tra il sorpreso ed il sorriso, "le è caduto a terra davanti alla cassa, ho visto dove andava e così l'ho seguita per restituirglielo, mi scusi se l'ho spaventata." Mi calmo e senza sapere perché (anche stavolta), mi viene spontaneo un sorriso e gli rispondo: " mi scusi lei, le sarò sembrata un po' stramba ma.." lui mi fa segno con un dito sulle sue labbra di fare silenzio e mi risponde dicendomi: "la osservo da settimane, quello che non hanno visto le telecamere, le commesse e gli altri clienti casualmente la prima volta l'ho vista io, lei è un'artista e, non solo nello scrivere. Non posso dire di essermi innamorato di lei, questo no, ma la ammiro, è veramente molto brava ed ha un animo sensibile come poche Persone che ho conosciuto. La sua scrittura è scorrevole, intrigante ed a tratti sensuale, non mi giudichi indiscreto o, maleducato, ma da ciò che scrive, si capisce che le manca qualcosa di affettivo, prima che mi mandi a quel paese o mi dia uno schiaffo a questo punto mi presento: sono Andrea Guelfi proprietario della casa editrice omonima ne avrà sentito parlare.. spero" io intanto sono praticamente in trance con la bocca semiaperta mi sento in balia delle parole e dello sguardo di quest'uomo, ma pian piano sto realizzando che forse uno dei miei sogni sta per avverarsi! Lui continua: " ho avuto notizia di queste sue.. come dire, sorprese da uno studente di letteratura di mia conoscenza ed ho deciso di indagare personalmente, sa ho l'occhio clinico ed andando per esclusione, ho puntato la mia attenzione su di lei ed ho visto che non mi sbagliavo, ma cosa facciamo ancora qui in piedi e lei con un'espressione che non le si addice, accomodiamoci nella nostra libreria preferita e prendiamoci un caffè, se vuole!" Sbatto più volte le palpebre, l'uomo è reale è qui davanti a me, mi presento e lo seguo, come una bimba segue suo padre, mentre cammino però torno me stessa e riacquisto padronanza dei sensi, le rotelline dentro la mia testa vanno a mille, arriviamo al bar libreria ci sediamo lui ordina due caffè mi chiede se voglio altro e gli dico di no, mentre aspettiamo mi dice di ciò che ha letto di mio e che vorrebbe riunire tutti i pensieri e racconti in un 'unica pubblicazione. Rimane in attesa di una mia risposta, io sono già pronta a dargliela, sono entusiasta, rigiro il biglietto da visita tra le dita, lo guardo e riguardo più volte, poi quando sto per aprire bocca suona l'orologio del bar, sono le tredici, il meccanismo che gira dentro la mia testa fa partire un segnale e questo segnale ha un nome: Margherita, ripeto meccanicamente questo nome e, Il signor Guelfi rimane perplesso ripete anche lui lo stesso nome "Margherita? Che significa Margherita". Mi vede alzarmi improvvisamente ed andare via, poi torno indietro e gli dico: "la chiamo io... ah! Margherita è mia figlia devo andare a scuola a riprenderla e di corsa, Grazie di tutto!" Rimane li seduto mentre arrivano i due caffè che beve uno dopo l'altro, paga, si alza scuote la testa e se ne và!

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • stella luce il 29/12/2013 14:32
    Un racconto letto con tanta gioia. Una storia come tante che poi diventa un vero sogno. Bella l'idea del poesta misterioso... mi è piaciuto tantissimo... mai smettere di credere nei sogni e quella disilussione possa diventare per tutti un vero sogno... tantissimi auguri per un felice 2014

2 commenti:

  • salvo ragonesi il 12/02/2014 09:45
    Bella la storia bello il racconto ma aspetto la seconda parte. salvo
  • leopoldo il 29/12/2013 19:45
    Grazie e ricambio con piacere Stella

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