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La mela avvelenata

Quale forma prenderà l'animale che è in me la prossima volta?
Avvelenata da incontri sbagliati, chiudo gli occhi e non sento il volo degli stormi di avvoltoi dietro le palpebre.
Mi scuote il fuoco che non percepisco più, mi annienta l'acqua che gronda da questa testa frantumata da odori e musiche lontane. Sono una fontana o un fiume o sono il vento che mi spinge via da qui?
Sono parole, sono canzonacce tristi che mi frenano e mi sgretolano ed io mi ritrovo in posti mai conosciuti se non nella mia testa
Le mille maschere che indosso pesano quintali di carne altrui, rivesto personalità rubate a chi dopo sessant'anni non sa ancora affrontarle.
Sono il cappellaio matto con in mano la tua tazza di the', il prestigiatore che libera una colomba nell'aria, sono il senzatetto che abbraccia cartoni per sentire una carezza, dopo tanto troppo tempo. Sono lo straniero sperduto di mille ballate e quello su cui nessuno ha ancora scritto niente, perché non visto, o forse non creduto. Sono te? Sono lui, lei, il vecchio in fila per pagare le bollette e la donna che ostinata lava ancora all'argine del fiume.
Tu la senti questa musica? Mi urla nelle orecchie e non riesco a spegnerla, le dico di fermarsi ma nessuno qui mi ascolta. Capita anche a te, o solo a chi perde la partita?
Chiedo a Dio gambe potenti che mi sorreggano nell'ultima grande corsa, ma non mi vede mentre mi sbraccio verso di lui per ottenere soccorso. Voglio girasoli che sorridano alla luce e viole timide da nascondere, ma le voglio così, per sfizio. Perché nessuno possa dire che non mi piaccia generare ed allevare Vita. Voglio del veleno per uccidere questa bestia che strepita e scoppia perché vuole uscire, o forse no.
Charles, ti ho rubato l'uccello azzurro che tenevi nella testa, ma ti manda i più cari saluti. Sono pazza, sono ancora qui?
Sono veri questi Soli? Me li hai mostrati di sfuggita, troppo preziosi per essere toccati dalle mie mani goffe.
Sono il saltimbanco dell'angoscia, il mercante che vende paure in graziosi sacchettini regalo. Vuoi? Stringo tra i denti tenebre spaventose, ma non posso vomitarle via: se scappano,
Che Rimarrà Di Me E Della Bestia Che Porto Dentro?

 

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3 commenti:

  • Tinelli Tiziano il 27/06/2018 14:33
    Una preziosa prova di scrittura istantanea... ciò che si ha dentro si scrive... senza filtri, senza forma... risultato eccellente ed emozionante.
  • gaia porcelli il 01/01/2014 17:12
    Riletto e sistemato, grazie mille! Purtroppo o per fortuna scrivo di getto e per non cambiare tutto tendo a non rileggere! Grazie ancora!
  • Anonimo il 31/12/2013 12:41
    Interessante, ben scritto, onirico. Per essere perfetto qua e là avrei messo delle virgole, in certe frasi lunghe... poca cosa comunque. Un contenuto davvero pesante, nel senso del peso specifico, ed una buona forma.
    valido anche lo stile narrativo... brava. ciaociao

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