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Il figlio

IL FIGLIO
Nell'assolato agosto del 1967, seduta sotto il pergolato, la donna ascoltava il borbottio dei fagioli che erano quasi cotti.
Aveva meno di cinquanta, ma abbrutita dagli stenti ne dimostrava di più.

Da signorina era stata una gran bella ragazza e la sua voglia di essere donna
si sintetizzò con un grande pancione.
Il bambino, in una notte senza luna, venne affidato alla ruota del Convento.
Al polso un bracciale di lino con due iniziali, una data e il nome di un paese.

Mezzogiorno stava per scoccare, allorché la Poveretta si sentì apostrofare.
Siete voi Anna Campaldi, nata il nove aprile 1919?
Di fronte a lei, un giovane, il collarino bianco era quello dei Preti.
Alto, biondo, bello e di gentile aspetto... Sembrava Manfredi di Svevia.

Anna lo squadrò senza spiaccicare parole, annuì con la testa e con un gesto degli occhi gli chiese: - Chi sei?-
- Sono tuo figlio, Mamma-
Smarrita la Miserabile rispose: -Vattene -
Il giovane la guardò per l'ultima volta, girò su sé stesso e si allontanò.

 

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8 commenti     4 recensioni    

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4 recensioni:

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  • Antonio Pani il 14/01/2014 11:25
    Scritto apprezzato.
    Un racconto dallo stile asciutto ed essenziale che, a mio modesto parere, meriterebbe degli ulteriori approfondimenti/affinamenti, considerata la natura e lo spessore dei temi trattati.
    Grazie per la tua attenzione e i tuoi commenti. A rileggersi, ciao.
  • Anonimo il 09/01/2014 17:29
    Caro Alessio,
    una madre resta sempre madre, anche se è costretta a rinnegare il suo ruolo. Una storia commovente che mi spinge a provare pietà per la poveretta ed affetto per il giovane prete.
    Una scrittura lineare e ricca di suspence, oserei dire.
    Cari saluti.
  • Anonimo il 06/01/2014 09:23
    Un finale insolito, forse, ma fa riflettere sulla figura di questa madre. Certo, non è facile ammettere e confrontarsi con gli errori commessi, specie dopo una vita.
    Il racconto, molto ben scritto, dà spazio a molte riflessioni e va subito all'essenziale.
  • Anonimo il 03/01/2014 13:18
    Di solito è la madre che tenta di ritrovare il figlio abbandonato
    che la rinnega così come lei rinnegò il suo amore materno.
    L'ancora di salvezza, secondo me, sta nella volontà del giovane di ritrovare una madre diversa nella Chiesa.
    La vera madre sa di non meritarlo...
    Un racconto dallo stile essenziale che apre alle necessarie congetture e commuove.
    Bravo.

8 commenti:

  • gianni castagneri il 10/02/2014 18:47
    bel racconto, complimenti per la sintesi! peccato pero' il finale che mi ha lasciato l'amaro in bocca... ma del resto la vita non e' sempre "c'e' posta per te"
  • Chira il 19/01/2014 19:40
    Nella sua essenzialità ci vengono donate tante riflessioni che meglio ognuno tenga per sé. Nessuno può giudicare, nessuno sa fino in fondo la storia e i suoi perché. Bellissimo narrare! Ciao Alessio.
    Chiara
    Chiara
  • augusta il 15/01/2014 11:45
    il racconto è breve ed essenziale... a nulla valgono le critiche alla madre o al figlio... ognuno di noi ha comportamenti molto soggettivi... lontane da religioni... da modelli di società... e ci sono.. mille di ragioni.. per vari aspetti.. e dunque... cmq ancora bravo.. 1 beso...
  • Anonimo il 09/01/2014 15:36
    Mi piace. Scritto bene e non banale. Dice poco, e questo è un bene. Quanto basta per lasciare spazio a un immaginario di quotidianità e sofferenza.
  • oissela il 04/01/2014 06:06
    X stella luce: Potrebbe così essere.
    La storia mi è stata riferita.
    Grazie del passaggio e del commento.
    Ti lascio un saluto.
    Oissela
  • stella luce il 03/01/2014 15:38
    un racconto molto intenso nella sua brevità... credo che nasconda il grande amore di lei che tu definisci Miserabile, lei che forse abbandona il figlio proprio per evitargli quegli stenti ed ora... lo ri-abbandona per lasciarlo libero di essere ciò che fino a quel giorno lui è stato... lasciato nella chiesa lui l'ha sposata... fede o costrizione??? mah...
  • oissela il 03/01/2014 14:18
    Intanto ringrazio per la lettura e per i commenti Casasopra e Colosio. Il tempo di orientarmi e familiarizzare con il Sito, al
    fine di interloquire un po' con tutti.
    Ciao.
    Oissela
  • Anonimo il 03/01/2014 12:03
    Un racconto triste che, con la maestria dei migliori minimalisti, ci porta al centro di due drammi... la maternità negata e un figlio che cerca le sue origini senza trovarle, in definitiva. Ho letto da qualche parte che avresti potuto arricchire il brano con una descrizione dello stato d'animo dei due protagonisti; ma il minimalista proprio questo fa: lasciare al lettore la ricostruzione fantastica dei personaggi, del loro sentimento e delle loro motivazioni. Ciaociao

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