IL FIGLIO
Nell'assolato agosto del 1967, seduta sotto il pergolato, la donna ascoltava il borbottio dei fagioli che erano quasi cotti.
Aveva meno di cinquanta, ma abbrutita dagli stenti ne dimostrava di più.
Da signorina era stata una gran bella ragazza e la sua voglia di essere donna
si sintetizzò con un grande pancione.
Il bambino, in una notte senza luna, venne affidato alla ruota del Convento.
Al polso un bracciale di lino con due iniziali, una data e il nome di un paese.
Mezzogiorno stava per scoccare, allorché la Poveretta si sentì apostrofare.
Siete voi Anna Campaldi, nata il nove aprile 1919?
Di fronte a lei, un giovane, il collarino bianco era quello dei Preti.
Alto, biondo, bello e di gentile aspetto... Sembrava Manfredi di Svevia.
Anna lo squadrò senza spiaccicare parole, annuì con la testa e con un gesto degli occhi gli chiese: - Chi sei?-
- Sono tuo figlio, Mamma-
Smarrita la Miserabile rispose: -Vattene -
Il giovane la guardò per l'ultima volta, girò su sé stesso e si allontanò.