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Solitary man

Oggi Luciana si sposa e io sono tranquillo, oggi Luciana si sposa e io sono sul divano, oggi Luciana si sposa ed io penso che devo fare qualcosa, non per lei, non per riprendermela, ma per me stesso, oggi Luciana si sposa ed io penso che almeno lei qualcosa nella sua vita ha concluso.
Luciana si alza questa mattina, si guarda allo specchio ed è bella come ogni giorno, forse come dice Tony "È bella ma nabballa" (cioè è solamente bella ma con poco dentro) ed io che fino a poco tempo fa ci credevo ora penso che forse non lo era con me, Luciana si sistema con cura i suoi lunghi capelli castani all'indietro e si lava il viso, sorride Luciana, oggi è il giorno più bello della sua vita e dei suoi genitori che non aspettavano che questo momento.
Io mi alzo questa mattina, mi guardo allo specchio e sono come al solito uno straccio per via della sera prima, due o tre bicchieri di vino e due rhum e cola mi hanno segnato, prendo lo spazzolino e strofino i denti forte nella speranza di togliere il sapore di alcool che ho in bocca, sputo un paio di volte e poi infilo la testa sotto l'acqua, mi scoppia "devo piantarla di dare retta a Tony, sono astemio non devo bere" penso, ma so già che la prossima sera sarà la stessa medesima storia, non rido, oggi è un'altra giornata in cui ozierò tutto il giorno sul divano fino alle sette e poi andrò a lavorare, forse sentirò Isabella, parleremo un po', lei mi dirà quanto sono scemo e io mi sentirò sicuramente meglio come ogni qual volta sento la sua voce.
Sono le sette del mattino e Luciana è ferma davanti allo specchio etnico attaccato alla parete della sua camera a casa dei genitori, lo specchio che io e lei avevamo all'ingresso, non si trucca mai di solito e oggi c'è qualcuno che lo farà per lei, comincia a sbuffare per via dei capelli lisci come spaghetti e che cadono lunghi sulle spalle piccole e strette, vorrebbe fare qualche riccio ogni tanto ma ogni volta le durano tre ore e poi tornano lisci, sorride Luciana, è un bel giorno per alzarsi oggi, è un bel giorno per ridere, sono le sette e un quarto e le bussano alla porta della camera.
Sono le dieci, prendo la solita tazza di Spongebob, regalata con i punti del supermercato un anno fa, dalla credenza di legno della cucina, il lavandino è pulito, lo pulisco sempre, ogni giorno lo rendo limpido, la lavastoviglie è vuota e i piatti sistemati, amo fare colazione con il latte tiepido e il caffè rigorosamente freddo, ogni giorno, ogni mese, ogni stagione, con quaranta o con due gradi, ci inzuppo i biscotti spezzandoli fino a farlo diventare una specie di "pappone" e poi a grandi cucchiaiate lo mangio, un'operazione che dura dai dieci ai venti minuti a seconda del giorno sul calendario, sono ancora in pigiama, cioè una tuta di quando andavo in palestra e una maglietta strappata con Goku che si trasforma in Super Sayan, "forse dovrei lavarmi" penso, ma poi rimando di dieci minuti e accendo lo stereo.
La parrucchiera si accanisce sui capelli lisci di Luciana, quasi le fa male quando li arrotola nella pinza per arricciarli, il fumo gli va sugli occhi, non fa male nulla oggi, oggi è tutto bello, ha deciso che non farà dei capelli particolari, è semplice Luciana, boccoli, brillantini e qualche fiore, poi è il turno del trucco, rosa leggero sulle palpebre e scuro all'interno per risaltare, sul viso quasi nulla, solo un po' di fondotinta a coprire qualche imperfezione quasi impercettibile, è quasi pronta Luciana, che si alza dalla sedia e si guarda di nuovo allo specchio etnico mentre la madre dall'armadio sulla stampella prende il vestito e quasi piangendo glielo porta.

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