Cominciai a farmi delle domande fin da bambino. Non capivo il senso della realtà e ne soffrivo. Mi venivano attacchi di ansia ed ero sempre preoccupato per malattie immaginarie. Da adolescente compresi che la matematica potesse aiutarmi a trovare il bandolo della matassa. Ma più mi addentravo, più il suo linguaggio si faceva incomprensibile. Era un perdersi in qualcosa di astratto che di volta in volta fissava un nuovo confine.
Allora rivolsi la mia passione per la biologia e le scienze naturali convinto di poter scoprire i segreti della natura. Ma, ahimè, anche quelle scienze mostravano un limite, anzi due... cos'era la vita? E cosa ci stava oltre l'infinitamente piccolo?
Da lì, il passo verso la filosofia fu breve. Ah, i filosofi! Affascinanti e complessi. Li amai di un amore viscerale e autentico; ma ben presto compresi che, dal cogito ergo sum fino alla nausea di Sartre, la verità stava ben nascosta come una lucertolina in un anfratto roccioso.
Così passai il testimone alla follia delle religioni, al misticismo che qualcosa prometteva ma, puntualmente, non manteneva. E poi la musica, il cinema... fui sul punto di trovare schegge di verità in otto e mezzo e in Rocco e i suoi fratelli, in 2001 odissea nello spazio e in qualcuno volò sul nido del cuculo, ma era solo pura, geniale finzione.
Alla fine approdai alla letteratura e alla poesia... quante tracce di verità nella complessità stilistica di Ossi di seppia o nelle visioni iperrealistiche di Dante!
E la pittura e la scultura? Sarebbe un delitto tralasciare una considerazione: La Gioconda e la Pietà sono esistite da sempre? È stata la caparbietà di Leonardo e Michelangelo ad estrarle da una dimensione eterna?
Col tempo ho imparato ad osservare le persone come piccoli, testardi, ingannevoli frammenti di verità. In fondo, senza l'uomo non ci sarebbe stato qualcosa di fondamentale: la ricerca. E una ricerca emblematica del nostro tempo l'ha fatta Marcel Proust.
Dal basso della mia esperienza mi son convinto che la verità (che molti chiamano Dio e altri chiamano il Nulla) non sia altro che qualcosa di ingannevole... un'entità mascherata che cambia continuamente maschera, un clown mutevole che si diverte a farci impazzire nella nostra ricerca e solo quando ci acquietiamo un poco, riesce a concederci un timido sorriso.