Non era più il Boss dei mercati generali.
Adesso, poteva permettersi Servitù, vita agiata, cultura e quanto altro.
Il suo sogno segreto: Scrittore o almeno Poeta.
Nella mente un groviglio di sensazioni artistiche.
Allorché provava a trascriverle, esse se ne andavano in cerca di altri lidi.
Il cestino della carta straccia sbottava incuriosito per i vani tentativi.
Più nero della pece dell'inferno, Don Ignazio lo prendeva a calci.
Altro che Strega o Campiello!
Con tale andatura... nemmeno il Viareggio.
Un bel giorno, quando ormai era alla frutta, scoprì il web e i Siti Letterari.
Novello Ciaula, rimase incantato.
Cambiare idea? Nemmeno per sogno!
Comprò rimari e dizionari, non lesinando nella lettura dei Classici.
Per non sbagliare, assunse una garbata bibliotecaria con gli occhiali.
Il suo sapere e la propria sensibilità reclamavano visibilità.
Scrivere, scrivere, scrivere e finalmente il coraggio di postare la prima poesia:
"Cuore infranto e luna poetica".
Notti insonni nell'attesa di qualche commento.
Ne arrivarono ben quattro.
Tutti di incoraggiamento.
Nella testa ronzava sempre il suo tarlo e alla fine partorì la celeberrima:
"Volgo in alto il mio amore."
Trentasei visualizzazioni e quattro commenti.
Il cestino della carta straccia non osò obiettare.
Calde lacrime sul viso, allorché poté leggere le parole sognate.
"Maestro, sono rimasta incantata dai sublimi versi che parlano al cuore."
Oh gioia! Oh estasi! Oh mondo!
Nessun dubbio che potesse averlo scritto la sua bibliotecaria!
Poeta tra i poeti e perché non anche scrittore tra gli scrittori?
Detto, fatto.
Due mesi dopo, lo ritroviamo Scrittore tra gli scrittori.
Un po' lunghe le sue storie, ma non peggiori di tante altre.
Si sentiva pronto per i premi letterari e a tal fine,
fece amicizia con un paio di pennivendoli.
Tipo all'antica, aveva un solo cruccio.
La figliola, laureata in medicina, cercava marito e
avendo trovato un ragazzo, lo condusse da lui,
per averne il tradizionale consenso.
"Allora giovanotto, cosa volete dirmi?"
"Signore, sono venuto a chiedere la mano di vostra figlia".
" Ah! Ditemi, e che fate di bello nella vita?"
"Insegno all'Università e amministro il patrimonio di famiglia,
che è considerevole."
"Benissimo e ditemi, siete un poeta o uno scrittore?"
"Signore, scrivo trattati scientifici e saggi letterari,
ma questo non mi autorizza a ritenermi scrittore o poeta."
Dopo qualche minuto di pausa:
"Siete proprio un bravo ragazzo e vi ammiro,
ma la mano di mia figlia non ve la do.
Mia figlia deve sposare uno scrittore o un poeta."
Chut, non ditelo a Molière.