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Il mio Garofano

Sul ciglio della strada lei era lì, ad aspettare forse una risposta dalla vita, o semplicemente che qualcuno come me si facesse avanti. La pioggia batteva forte sulla città ed uno stormo di uccelli osava affrontare le nubi dopo un temporale. Lei ferma, tremante, insicura dei suoi passi con lo sguardo perso tra la folla, sguardo che si rifletteva limpido in una delle tante pozzanghere, ed io aspettavo con ansia l'occasione giusta per darle il mio regalo, un fiore di acacia. Scesi dalla macchina, un ragazzo si stava avvicinando a me e credendo che mi volesse strappare dalle mani il mio cavallo di battaglia, lo strinsi forte tra le mie braccia e iniziai a correre, ma il bambino sparì nelle ombre del pomeriggio. Una macchina mi coprì la visuale, la persi di vista, non solo quella ma anche il senso di orientamento, mi trovavo al centro dei miei pensieri, scoperto alle malvagità del mondo esterno, mi feci forza e girando la testa a caso in una qualsiasi direzione, la rividi, ma era con un altro.
Caddi a terra in ginocchio, in lacrime, pensando ai tre anni trascorsi a corteggiarla di nascosto, anni che vidi passare davanti ai miei occhi specchiandomi nella pozzanghera che bagnava i miei piedi, pozzanghera colma dei miei peccati da cui emerse il trionfante garofano a righe ed un lampo squarciò le nubi a metà.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 26/02/2014 19:04
    Un piacevole scritto, quasi una poesia. Mi è molto piaciuto!
  • gianni castagneri il 25/02/2014 17:50
    oh come mi ci ritrovo in questo racconto! la titubanza, il continuo rimandare, l'attesa... non e' mai il momento giusto e poi quando il momento arriva... e' troppo tardi! comunque breve gradevole racconto... a parte il garofano "a righe"

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