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Che anch'io avrei potuto essere amato (racconto pseudo erotico)

Sebastian mi aveva dato un appuntamento a casa sua dopo la scuola. Mi disse che in fondo al giardino, in un angolo, nascosta dietro l'enorme vaso delle nuove ghinee di sua madre avrei trovato una piccola chiave.

Raccolsi la chiave dal nascondiglio e sgattaiolai velocemente davanti alla finestra della cucina, attraverso la quale intravidi la bellissima figura della madre del mio amico, intenta a cucinare.

Arrivai proprio davanti alla porticina azzurrognola che mi aveva detto Sebastian e che conduceva ad una sorta di piccolo ripostiglio "abbandonato".

Quel ripostiglio non veniva utilizzato da anni dalla sua famiglia e io pensai che sarebbe stato il luogo perfetto e "segreto" in cui io e Sebastian avremmo potuto mangiare pringles e altre schifezze del genere, ruttare e scoreggiare, guardare film porno e farci le canne, in santa pace senza essere disturbati da qualche adulto.

Penetrai la serratura con la chiave. Una volta entrato quello che riuscii a vedere era solo uno stupido ripostiglio qualunque, niente a che vedere con il "confortevole" rifugio segreto che io mi ero immaginato. Inoltre era molto buio.

Improvvisamente sentii una voce rauca, che mi fece pigliare un colpo, chiamarmi con un tono molto basso: "Leo?!". Riconobbi subito l'inconfondibile voce del mio amico.

Sebastian aveva due anni in più di me. Eravamo nella stessa classe perché lui era stato "segato" ben due volte.

Noi due eravamo agli antipodi e davvero non so spiegarmi perché lui si "ostinasse" ad avermi come amico. Io ero timido e imbranato; lui spavaldo e sicuro di sé. Io ero pallido e biondo, mentre lui aveva i capelli e la pelle scura. Io sembravo ancora un bambino e per giunta effeminato e senza un pelo in faccia e lui, invece, era ormai un uomo con un pizzetto proprio da figo. E inoltre lui aveva quella voce roca...

Lui diceva che ero un tipo curioso, uno a posto.

C'era solo una specie di piccola finestrella che illuminava il locale. All'improvviso un pallido raggio di luce m'illuminò il volto. Sebastian dalla penombra, dalla quale non ero ancora riuscito a scorgerlo, disse con una dolcezza nella voce che non avrei mai creduto: " Ho sempre pensato che tu fossi bellissimo!"

Io imbarazzato arrossii come una liceale. Sebastian iniziò ad avvicinarsi a me così che io potessi finalmente scorgerlo. Aveva il petto scoperto, e nella penombra il biancore del suo sorriso risplendeva.

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4 commenti:

  • frivolous b. il 15/05/2014 14:10
    Grazieeee ragazziiii... e ne approfitto per chiedervi scusa dei refusi!
  • loretta margherita citarei il 13/05/2014 19:26
    bel racconto complimenti
  • eurofederico il 13/05/2014 17:15
    wow che bel racconto e che sensazioni dolci e forti allo stesso tempo!
  • gianni castagneri il 13/05/2014 17:10
    ah il piacere della scoperta!... come al solito scritto benissimo!

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