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Il Colloquio

Quando scesi dalla macchina ero parecchio nervoso. E chi non lo sarebbe stato?!
Dopo tutto, in un momento di crisi del genere, per quale motivo un rispettabile gruppo come quello, seppur con gravi carenze di personale, avrebbe dovuto puntare su un uomo della mia età? Si è vero, avevo tra le mani un curriculum più che rispettabile, come se ne vedono pochi in giro di questi giorni, ma ero pur sempre un anziano. Mentre loro, quelli che sarebbero potuti essere di li a poco i miei colleghi, erano tutti molto giovani.
<<È ora di entrare>> pensai. Mi feci coraggio e dopo aver attraversato un imponente cancello, mi avviai verso l'entrata dell'edificio. Fu li che la mia ansia e la mia agitazione crebbero a dismisura: mi si presentò davanti una fila lunghissima. Nonchè una concorrenza grandissima. Lo spettro del rifiuto fece la sua comparsa. Iniziai a farmi mille domande sul perché avrebbero dovuto scegliere proprio me tra tutti quei candidati. <<Guarda quanti biondi dagli occhi azzurri che ci sono!>> pensavo. <<... io al contrario sono calvo, e si dice che la prima impressione conti più di tutto il resto! Oh no, sono spacciato...>>. Ero estremamente demoralizzato. Attesi. Il tempo sembrava non passare, così come la mia sensazione d'angoscia. Finalmente, dopo quella che sembrava un'eternità, riuscii ad arrivare alla "Zona Benvenuto", dove mi aspettavano tutti gli altri viscidi e sorridenti candidati, che sicuramente sarebbero ricorsi ai più subdoli imbrogli pur di accaparrarsi il posto. Una volta arrivati i restanti, ci raggiunse un uomo elegante, con una, concedetemi il termine, "surreale" barba bianca, che si presentò come Mr. Peter. <<Benvenuti a tutti voi, giovani, e non, di belle speranze. So che starete pensando tutti che sarà un'impresa assai ardua, ma con la fede e la speranza si può riuscire anche nel più impossibile degli intenti!>>.
<<La fa facile, lui...>>, pensai in quel momento. Si schiarì la voce con un colpo di tosse secco e continuò: <<Bene, bando alle ciance! Da ora in poi verrete chiamati uno ad uno in ordine casuale, e verrete accompagnati nella stanza dei colloqui. Buona fortuna!>>, e sparì nella luce bianca della stanza da cui era spuntato fuori. Venne chiamato il primo nome, poi il secondo e così via. Con mio enorme stupore, il caso volle che in quell'ordine casuale io fossi il quinto. Per un momento quel senso di angoscia spariì, ma ricomparse subito dopo, quando la porta della stanza dei colloqui, una stanza sorprendentemente per nulla arredata, se non da qualche pianta qua e la, si chiuse alle mie spalle. Deglutendo, feci il primo passo verso la scrivania dietro la quale erano seduti Mr. Peter ed altri due uomini, eleganti allo stesso modo. Mi sedetti ed immediatamente l'uomo seduto al centro, il Presidente del gruppo, si rivolse a me con un tono deciso: <<Come ben sa, l'uomo seduto alla mia destra è Mr. Peter, mentre le presento, qui alla mia sinistra, Mr. Thomas. Bene, abbiamo il piacere di parlare con...>>.
<<William Thaif, signore>>, risposì emozionato.
<<Mr. Thaif, devo ammettere di aver ammirato con stupore il suo curriculum. Non se ne trovano molti del genere oramai>>. In quel momento ero un turbine di emozioni. <<Grazie signore. Sono contento che abbia apprezzato>>. <<In particolare - continuò - vorrei concentrarmi su alcune singole parti, come ad esempio "Marito modello" e "Lavoratore onesto". Non se ne trovano quasi più... mi complimento>>. <<Grazie signore!>>. Iniziai ad arrossire, ma l'uomo, più imponente del cancello all'esterno, senza batter ciglio continuò: <<Ed ancora "Nessun omicidio commesso" e "Nessun furto commesso". Per non parlare di "Genitori onorati e riveriti" e "Nessun atto impuro commesso"! Sono ammaliato, Mr. Thaif>>. <<È fatta>>, pensai.

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