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L'agonia inarrestabile del minimalismo postmoderno social web

Nell'attuale clima imposto dalla comunicazione social web osservo due fenomeni chiari e distinti: i quattordici caratteri di Twitter e la minuscola usata dopo il punto fermo.

Ogni giorno stormi di utenti globalizzati attendono con ansia i nuovi cinguettii sgrammaticati dei centrattacco delle nazionali di calcio, dei politici arraffoni e arruffoni e degli avvocati difensori dei mostri seviziatori di provincia.
Costoro c'illumineranno sulle loro malefatte da simpatiche canaglie con quattordici ineffabili caratteri.
E in simultanea, nel caotico divenire quotidiano dei social forum, dei litblogs, delle chat, degli sms, delle mail e di tutti gli altri devastanti strumenti di tortura escogitati per radere al suolo il linguaggio, il minimalista postmoderno social web ci propinerà il suo nuovo parto approssimativo, stile analfabeta:

- io non sono capace di scrivere, e me ne vanto. però sono un genio perché l'ho messo in quel posto all'ortografia. e dammi tempo ancora un decennio e farò a tocchi anche la grammatica. ciao e grazie del tuo stupendevole commento, vado a fare un bel post su mio nipotino che ha passato la prova invalsi. Purtroppo è di sedici caratteri, ma adesso vado a limarlo -

Naturalmente quest'armata di minimalisti postmoderni social web non sbuca dal nulla.
Costoro hanno due maestri di pensiero e di riferimento, di cui vado a riferirvi i due principali e riassuntivi pensieri.
L'artista statunitense Sol LeWitt scoprì il minimalismo grazie a Dan Flavin, autore dell'opera Monument 1 for V. Tatlin (1964).

LeWitt comprese per primo l'idea dominante del minimalismo: l'opera d'arte risiedeva solo nell'idea, la realizzazione non era che un piacere passivo e tedioso. Non gli importava, per esempio, se una sua opera veniva distrutta, poteva anche farne a meno; ciò che veramente contava era il foglio di carta custodito in un cassetto sul quale aveva appuntato quell'idea.
E allora perché darsi la pena di sovrintendere alla produzione e alla struttura di una grande forma pittorica, scultorea, poetica e letteraria? Era sufficiente buttar giù una serie di indicazioni di massima e lasciare al lettore/fruitore il compito di realizzare nella sua mente l'opera.
Sì, ma c'è un piccolo problema LeWitt: se tu mi propini delle informazioni caotiche e illeggibili, che cosa realizzo cosa? Scusa se te lo chiedo, ma la tua opera Serial Project, I (1966) che cosa diamine significa?

Perlomeno i minimalisti in arte cercavano di proporre una forma di pudore: di fronte a una realtà degradata, refrattaria a ogni ideale e ormai spoglia e priva di qualsiasi forza di narrazione, l'atteggiamento più onesto e meno mistificatorio possibile era una sorta di essenzialità ridotta ai minimi termini, per ritrarre il nostro insensato e squallido mondo.

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4 commenti:

  • Mauro Moscone il 02/07/2014 09:25
    Ringrazio tutti gli intervenuti per i contributi interessanti: vedete, a me me sembra che nel minimalismo quello che conta è l'omologazione al basso e al putrido, spacciato grottescamente per "autentico" e "libero".
    Per me la letteratura è invece prima di tutto una tradizione con un suo preciso cerimoniale e una sua lingua speciale (può essere il dialetto, il latino, l'idioma Sioux, il parlato ottocentesco ma mai, e poi mai! la minuscola che segue il punto fermo! La risata nel tunnel degli orrori! It in action!).
    Io coltivo un 'idea alta e nobile della letteratura, spirituale e libresca, per amore dei libri; e non so rinunciare agli elementi avventurosi e fantastici lontanissimi dai rigurgiti dei cessi, delle discariche e delle discoteche minimaliste; e provo insofferenza e fastidio per quelle litanie esistenzialistiche e quelle pallose tematiche generazionali nichiliste come il tedio, il disagio, lo sbandamento che contraddistinguono il minimalismo social web! Un grazie ancora a tutti e tre gli amici
  • Stanislao Mounlisky il 01/07/2014 15:39
    acuto, ironico, non supponente, democratico ovvero... o. k.
  • Ellebi il 01/07/2014 13:34
    Interessantissimo articolo, utilissimo per chi si confronta nel web, allarmista ragionevolmente sullo stato del linguaggio e comunicazione internet, premessa a mio parere, di come sia arduo dare una qualche ragione a chi enfatizza la democrazia via web. Condiviso, salvo qualche dettaglio, interamente, complimenti e saluti.
  • eleonora il 01/07/2014 12:08
    Cosa mi spiace di più è di avere conferma giorno dopo giorno di quanto la forma sia ritenuta da tutti più importante del contenuto...

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