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Il mio ultimo saluto sdrammatizzante

L'universo degli "scrittori" non è dissimile da quello dove le belve si acquattano, in attesa di prede facili da azzannare, perché chi scrive lo fa per dire la sua, e la sua non è quella di un qualsiasi predatore che accattona servile, allo scopo di sfamare la propria prole divorando quelle altrui, no no, chi scrive è convinto di eccellere, e se non ne fosse convinto farebbe un lavoro certamente più remunerativo, tipo macellare le bestie uccise da altri. Così non c'è da meravigliarsi che la giungla virtuale sia un luogo di pace apparente, dove tutto tace perché i predatori trattengono il fiato, evitando persino di grattarsi, allo scopo di attirare l'ignaro debuttante per farlo a pezzi.
La giungla virtuale non è che inizi alla cazzo, c'è sempre un'anticamera nella quale ci si presenta, e sarebbe sempre consigliabile evitare di dire quanta carne si ha addosso, perché occhi che illuminano il buio soppesano i nuovi arrivati, e se la ridono al loro affannarsi nel cercare di essere innovativi nel presentarsi.
Ognuna di queste arene selvagge ha il suo capo branco, il quale si serve di alcuni capi classe, chiamati moderatori, per far rispettare l'ordine.
Il debuttante, felice di essersi presentato in un modo creativo al mondo che lui crede sia il tinello dell'editoria, contento di averlo fatto evitando lo stringato e banale "ciao a tutti", sostituito da un "sono nuovo" oppure un "eccomi quà" sbagliando subito a mettere l'accento sulla a; il debuttante, stavo dicendo, si inoltra ignaro nel folto dell'avventura, commettendo il suo secondo tragico errore: la pubblicazione della sua migliore storia, quella che persino alla riunione condominiale è riuscita a strappare qualche consenso.
Le belve non aspettavano altro per sentirsi in pace con la propria coscienza, ma non attaccheranno subito, perché farlo significherebbe accorciare il delirio che il sabba attraversa, per sfociare nell'estasi data dallo sbranare senza essere affamati.
Lo scrittore non è un pirla qualunque, sa dosare la propria intelligenza, perché si è dato tanto da fare per averne poca da dosare.
In effetti la qualità più pregiata che ha l'intelligenza di chi scrive è la parsimonia.
Di solito i maschi che scrivono lasciano andare avanti le femmine per tastare il sentiero, loro sono più velenose e sanno presentarsi in modi sinuosi e accattivanti, che ispirano un'incondizionata fiducia nella loro preda.
Lo scrittore maschio è meno aggressivo della femmina, e più approssimativo nella predazione, ma appena ha piantato le zanne nella carne... sa dare il meglio di sé, e tutta la stazza della sua ridotta intellettualità trova conforto nella soddisfazione data dalla masticazione.
Ci vorrà un po' perché il debuttante si renda conto di essere finito in una trappola, perché prima di entrare nel folto inestricabile dell'avventura iniziatica che lo trasformerà, da uomo comune, in una frattaglia emotiva, lui si era preparato per giorni, studiando il corretto utilizzo della D eufonica, e la corretta posizione del punto e virgola, trascurando, purtroppo, le tecniche della mimetizzazione.

 

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6 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Auro Lezzi il 13/07/2014 10:52
    Si si... Statte buono... Ma non fa come quei buffoni che salutano, salutano e stanno sempre ca... Vai caro Massimo, Vai.

6 commenti:

  • massimo vaj il 13/07/2014 12:55
    La qualità del pensiero? Intendi quella sopraffina cosa che trovi compressa nella tua associazione al senso "occulto" che ha il mio cognome?
  • Auro Lezzi il 13/07/2014 11:33
    Appunto... Come volevasi dimostrare... Siamo agli infiniti zero virgola... Certo non è lo stimolo che manca, ma la qualità del pensiero... Amen.
  • massimo vaj il 13/07/2014 11:29
    I modi attraverso i quali il pensiero è stimolato sono tanti quanti sono i pensatori, cioè pochi, ma in questa pochezza anche l'ironia, il sarcasmo, il bisticcio la lite e la rissa occupano, anche se privi di dignità, un posto utile al fine della stimolazione di una creatività... che possa dispiegarsi in volute rischiose, quando troppo basse, ma in quel rischiare anche impegnative nell'affinare abilità che consentano di non sfracellarsi sulle pietre della banalità. Il lato in ombra del banale è quello che lo motiva, ed è dato dalla presunzione convinta che tutto quanto esca dalla propria mente sia di valore. Scrivere è una forma di auto denuncia, una sorta di chiamata correatoria nella quale chi scrive è invitato, dalle proprie limitazioni intellettuali, a descrivere le ragioni d'essere di realtà che sfuggono alla portata di comprensione di chi vorrebbe delinearne, almeno, i contorni. È qualcosa di analogo alle liti matrimoniali, con la differenza che non c'è un letto dove ritrovare la pace, dunque, quando ci si azzuffa, è importante mantenere un minimo di garbo in più, per evitare di trascendere le scale del condominio impugnando una mazza da baseball...
  • Auro Lezzi il 13/07/2014 11:25
    No no... Mi dispiace che una mente eccelsa come la tua si metta a giocare con i miseri mortali del sito.. Dici conto fino a tre e vado vai e poi. Uno... Due... Due e un quarto... Due e mezzo... Due e trentacinque... Due e trequarti... Due meno dieci... Due meno cinque... quattro.. tre.. due... E poi cominci con i decimali... Non è da te vai... Così metti solo in dubbio l'eccezionalità della tua intelligenza... Continuando solo ad attorcigliarti su te stesso... Che delusione.
  • massimo vaj il 13/07/2014 11:04
    Auro, ma che fai? Ti comporti come quelli che non vedono l'ora di togliersi dai coglioni chi mette in grave imbarazzo la scarsità della loro intelligenza?
  • massimo vaj il 13/07/2014 08:00
    Dovevo dar fondo agli ultimi punti accumulati...

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