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Distretto Di Polizia (Invenzione)

Una giornata come un'altra... con il sole a dare il buongiorno a tutte le persone distrutte d'animo. Giulia si alzò dal letto, ignara di quello che poteva attenderle quel giorno. Il mistero delle giornate sta proprio in questo: nel non saper cosa accadrà il giorno seguente o il giorno stesso... "Una bella doccia è quello che ci vuole per smuovere i pensieri!" Disse Giulia ad alta voce, non facendo caso che sua sorella Sabina fosse sveglia e stesse girando per casa. "Ma che fai parli da sola? Dai alzati, è tardi! Io sto andando a lavoro..." Gridò Sabina correndo, per poi chiudere la porta. Intanto, Giulia, si vestì... era tardi per far la doccia e quindi rinunciò. Andò al Distretto di fretta e furia... Oggi dovevano arrivare due nuovi poliziotti. Uno, di nome Ira Droscorcic... l'altra, Federica Battaglia. Arrivata davanti al distretto, spettinata dal vento forte che tirava, ebbe davanti uno strano ragazzo dal volto misterioso. Non ci fece caso e proseguì per entrare al distretto. Quello strano ragazzo era Ira... che entrò nel distretto facendo un lungo respiro e trattenendo l'emozione che tentava di uscir fuori e farsi vedere. Appena entrò, la prima persona che vide era Vittoria Guerra. "Salve..." Disse Ira..."Salve, è qui per fare una denuncia?" chiese Vittoria accompagnando la sua frase con un sorriso. "No, no... veramente io sarei Ira Droscorcic, quello nuovo." Vittoria si ricordò subito... appena sentì pronunciare il suo nome da quelle labbra sottili che sembrarono come tremare in quel silenzio... "Ah, ho sentito parlare di te! Dovevi venire tre giorni fa ma ho saputo che hai avuto qualche problema... Comunque io sono Vittoria... Vittoria Guerra! Sono contenta che farai parte di questa squadra... Fai attenzione però a quel personaggio che hai davanti..." indicò Mauro che stava chiacchierando con Roberto. "Perchè? Cos'ha?" chiese Ira, stupito. "è un orso. Attento a fargli un sorriso, ti uccide con lo sguardo e sta sempre sull'attenti!" Anna non fece a meno di sentire Vittoria, e si intrufolò nel discorso: "Posso confermare. Comunque io sono Anna Gori, l'agente che lavorerà con te!" concluse con un sorriso. Ira la guardò e rimase affascinato dalla bellezza del sorriso, ma con un colpo di tosse rovinò il momento e riprese la conversazione aggiungendo con un sorriso: "Io sono Ira Droscorcic, e, sono onorato di lavorare con te! Comunque grazie dell'avvertimento... ma non mi sembra un tipo che faccia paura. Me ne intendo di volti che fanno paura... e lui è tutto, purchè pauroso!" Disse guardando Mauro con un sorriso. Mauro si accorse che c'era "troppo movimento" ed insieme a Roberto, si aggiunse con loro. "Che succede qui?" Anna rispose: "Lui è quello nuovo... Ira Droscorcic... e, stavamo parlando proprio di te!" rise, Anna. Mauro con un tono allegro e ironico, venne vicino ad Ira porgendogli la mano: "Io sono Mauro Belli... e non dar retta a queste donne, sono micidiali! Qualunque cosa ti abbiano detto: non è vera! Almeno che non abbiano detto che sono un bravo ragazzo... allora lì, hanno detto giusto!" Sorrise al ragazzo nuovo. Roberto rise e si presentò anche lui ad Ira: "Io sono Roberto!" dopodichè arrivò Parmesan, che con un urlo pronunciò: "Ma che è qui?! TUTTI A LAVORO! Che stiamo giocando?!" Vittoria, Mauro, Roberto, Ira e Anna si girarono verso di lui e scoppiarono tutti in una tenera risata. "Che stiamo alle comiche? Si può sapere che c'è da ridere?!" Disse Antonio rivolgendosi a loro. "Niente, niente Parmesan... Hai fatto solo una brutta figura col ragazzo nuovo che è arrivato, ma del resto tutto apposto... non ti preoccupà!" ridacchiò Mauro, guardandolo. Antonio, vedendo la scena ridicola che aveva fatto, si scusò subito con Ira e tolse il cappello da poliziotto. "Scusami per la figura, tu devi essere Ira... Io sono Antonio Parmesan..." prima che finì la frase, Ingargiola aggiunse venendo da loro: "Il più vecchio del distretto... Io invece sono il più giovane: Mi chiamo Giuseppe Ingargiola" rise. "Ma quanto sei vanitoso!" esclamò Vittoria guardando Giuseppe e avvicinandosi per dargli un abbraccio. Ira rise: "Beh, piacere a tutti... Penso proprio che mi troverò bene qui con voi! Manca qualcun'altro o ho conosciuto tutti?" Chiese guardandosi attorno e osservando se c'erano sguardi nuovi che si nascondevano... "Manca Ugo Lombardi, che di solito è al centralino, ma oggi mi sa che manca e poi... Il commissario... che la trovi sicuramente nella sua stanza" Appena Antonio finì la frase, ecco che Giulia comparve... vide il gruppetto che si era fatto e guardando Ira, disse: "Tu devi essere quello nuovo... Io sono Giulia Corsi, il tuo commissario. Quanti anni hai? Sembri piuttosto giovane..." chiese incuriosita al ragazzo. "28, Commissario." Rispose con un sorriso. "Ah, come Gori... beh, lavorerete insieme, non so se ti è stato già detto. Non ti do del lei, perchè mi farebbe sembrare troppo vecchia e sarebbe un po' scortese, sono fatta così, sappilo. Comunque non vorrei rovinare questo momento e sembrare sgarbata, ma si inizia la giornata!" Sorrise... Mentre gli altri andarono ognuno ai loro uffici. Giulia prese da parte Antonio... "Ma Lombardi?" - "Ancora non è arrivato, Commissario... Penso che oggi non venga" - "Lei provi a fare una telefonata, poi mi fa sapere. Intanto lo faccia sostituire da Lorenzini oppure se Lorenzini non può, lo sostituisca lei." - " va bene Commissario, sarà fatto." aggiunse Antonio, mentre il Commissario andò nel suo ufficio. Intanto Anna gli fece vedere ad Ira l'ufficio in cui loro dovevano lavorare il resto del tempo. "è spazioso, non è male." Disse sognante, Ira. "Pensa io il primo giorno, mi ero trovata male. Nel senso che, avevo avuto le prime litigate con tutti, specialmente con Mauro... quello che viene chiamato da tutti 'orso'... non sembrerebbe ma è così! Anche se un po' era colpa mia... insomma... mi facevo odiare da tutti e stavo lontana dagli occhi della gente. Anche per colpa del mio passato." abbassò lo sguardo Anna, per poi rialzarlo e sorridere. "Quale passato?" - "Un passato un po' brusco... ma preferisco parlatene quando ci sarà modo di conoscerti meglio. Solitamente ci metto un po' ad aprirmi. é anche questo il mio problema, forse." Disse Anna. "Lo stesso vale per me, tranquilla. Comunque almeno abbiamo entrambi la sicurezza che non ci sarà la paura di litigare... siamo entrambi tranquilli, non ci sarà rischio!"... -"e se ci sarà rischio, sapremo entrambi come ritornare con i piedi per terra!" affermò Anna... "Giusto!" sorrise Ira. ''Comunque non devi preoccuparti del fatto di essere ad un passo indietro con gli altri... La timidezza non si può ignorare e se ce l'hai, può anche salvarti a volte.'' Aggiunse Ira... Intanto squillò il telefono del loro ufficio: era il commissario che chiedeva di venire da lei. Entrambi si alzarono, entrando nell'ufficio di Giulia. Appena arrivati e seduti sulla sedia davanti il commissario, Giulia disse: "Allora... Mi è arrivata da poco una telefonata da una madre, parecchio impaurita... Le sono state rapite due figlie, hanno dodici anni... Uscivano da scuola a ricreazione e poi non le hanno più viste... Voi intanto contattate la scuola e parlate con Bidelle, bidelli e maestre... Io intanto interrogo la madre. In questo biglietto c'è l'indirizzo della scuola e se vi serve il numero dei genitori." - " Va bene commissario" dissero uscendo dalla stanza e andando a prendere la macchina. Dopo una mezz'ora, andarono a "Via delle palme" dove c'era la scuola. Scesero dalla macchina e aprirono il cancello della scuola... Appena entrati nella scuola, la bidella che era davanti a loro, si avvicinò. Anna mostrò il distintivo: "Salve, siamo della polizia. Senta ci è arrivata una chiamata oggi, di due bambine scomparse... erano sorelle... Una si chiama Aurora Lardi e l'altra Francesca." - "Ah, si... le conosco bene! Io sono l'amica della loro madre, loro le ho viste nascere... So ora come si può sentire la madre, la mia amica... A me è morta mia figlia due anni fa, in un incidente stradale... aveva appena compiuto diciotto anni." - "ci dispiace signora per quello che le è successo in passato... ma se tiene ad aiutare la sua amica e a non volergli far vedere lo stesso dolore, collabori insieme a noi... provi a ricordare se ha visto qualche particolare... se le due bambine sono uscite insieme dalla classe e se sono poi andate in mano a qualcuno" Disse Ira... "Loro andavano sempre insieme, erano unite come non mai. Era difficile trovarle distaccate. C'erano molti bambini, per la confusione non ci ho fatto caso. So solo che gli altri giorni, alla ricrezione.. uscivano dalla classe e venivano a salutarmi... ma quel giorno non erano passate. È anche questo il mistero che mi è rimasto addosso. Altro non so dirvi... scusate ma ho dei lavori da fare. Con permesso..." La bidella andò via. Anna rimase insospettita dalla situazione: "Pensaci un attimo... è mai possibile che un amica della madre, rimanga così tranquilla di fronte alla scomparsa di due bambine che ha visto nascere? Insomma, mi sembra troppo tranquilla... non sembra anche a te?" - "Non è sua figlia... E purtroppo quasi tutta la gente è così." - "Cioè?" - "Cioè che metà non sentirà dolore perchè non sono figlie 'loro'... oppure ci sono certi caratteri che fanno fatica a uscir fuori dalla loro 'tana' e si mostrano per quel che non sono..." Disse Ira. "Potrebbe essere, ma la cosa mi appare comunque strana. Andiamo dal Commissario e vediamo un po' che dice... forse avrà già interrogato la madre e sa dirci qualche informazione in più su questa storia..." - "Va bene, andiamo... spero solo che quelle due bambine stiano bene. Non ci voglio neanche pensare..." Disse Ira, distrutto. "Non dirlo a me... Già è difficile vedere qualcuno morire davanti agli occhi, figurati due bambine che ancora devono conoscere il mondo... Spero di uscire calma da questa storia... Quando accadono queste cose, mi sento di dare di più di quel che do... è come se una parte di me, fosse ancora più sveglia... con gli occhi aperti... comunque mi dispiace solamente che come primo giorno ti sia capitato già tutto questo..." - "Doveva capitare prima o poi... o domani, o dopodomani, doveva capitare... E poi all'altro distretto. dove ero prima, mi erano capitati casi più gravi... Di pedofilia, mafia... E stare a contatto con persone del genere, mischiandosi in quei gruppi... è pericoloso... E ti chiedevi sempre se il giorno che seguiva potevi tornare a casa... c'era sempre il rischio che il giorno dopo non c'eri a viverlo! C'era sempre il rischio che non rivedevi più gli occhi dei tuoi genitori" concluse Ira prendendo la macchina e andando dal commissario con Anna. Intanto Antonio cercò di chiamare Ugo, ma tutte le telefonate vennero interrotte da una voce: "Segreteria Telefonica". Antonio, nel momento in cui stava perdendo la pazienza, vide Ugo. "Scusa scusa scusa! Perdonami, dovevo accompagnare Adele a lavoro, e il suo lavoro è lontano... quindi il traffico e il tempo che ci ho messo per vestirmi..." - "Ma ti rendi conto dell'ora che si è fatta? È Mezzogiorno e mezza, e tu ancora non eri arrivato! Qui ci devi stare alle otto, puntuale! Io avevo già dei lavori da fare, che ho fatto fare a Ingargiola, per sostituire te e non far infuriare il Commissario! Ora Giuseppe mi avrà incasinato tutto come al solito... E tutto questo perchè è successo?! Perchè?! Perchè sei entrato tardi e hai fatto i tuoi comodi!" Antonio rientrò nel suo ufficio furioso e con le mani in testa... "Vabbè avrò fatto un po' di ritardo, e che sarà mai!" Disse Ugo mentre vide Anna e il nuovo ispettore, entrare in commissariato. "Ciao, tu devi essere Ugo... quello che dovevo ancora conoscere! Io sono Ira Droscorcic" - "Ah, ciao! Io sono Ugo! Sì scusa, ho fatto un po' di ritardo... il piacere è tutto mio! Benvenuto!" - "Grazie mille!" - "dai andiamo" disse Anna, andando dal commissario... Bussarono alla porta i due ed entrarono. "Siamo stati alla scuola, abbiamo parlato con la bidella... nessuno che ha saputo darci degli indizi particolari... la bidella ha solo detto che è molto amica della madre e che le bimbe le conosceva praticamente dalla nascita. Eppure..." Ira fece finire la frase ad Anna... "Eppure sapendo la notizia della scomparsa delle bambine, era abbastanza tranquilla... il che mi fa nascere un dubbio... insomma, io, se avessi conosciuto fin dalla nascita due bambine... alla quale devo essere stata molto affezionata... non sarei rimasta così tranquilla. Ovviamente ognuno ha il suo carattere. Ma lei non mostrava segni di preoccupazione, o ansia, o sofferenza... ma solo indifferenza." - "è strano... perchè ho parlato con la madre e, lei invece, non dice tanto di essere così amiche... Perlomeno adesso. Insomma, mi ha raccontato che nella scuola c'era questa bidella, di nome Elisa, che le conosceva da quando erano nate... la loro ultima uscita si era fermata per una strana litigata. Però lei mi aveva detto che si fidava di questa sua ex amica, al di là che avessero dei problemi... sapeva che non avrebbe mai sfiorato le sue figlie, perchè alla fine adorava i bambini anche lei." Disse il commissario... "Ha anche detto questa bidella che due anni fa, morì sua figlia in un incidente stradale. Forse può essere stata lei a farle sparire... perchè magari vedeva la sua amica che aveva tutto, quando invece a lei non era rimasto niente..." concluse Ira. "può essere, ma è una supposizione. Voi intanto indagate, controllate a casa di questa bidella, Elisa.. E vedete se c'è qualcosa che magari ci è sfuggito. Io rinterrogo la madre per vedere se magari negli ultimi tempi, questa bidella, ha avuto qualche scatto di gelosa. Non penso, ma proviamo... di questo mondo non si sa mai. Andate." Anna e Ira andarono a casa della bidella, Elisa. Percquisivano tutto ma non c'era indizio che poteva portare alle bambine. Forse non era lei? Chissà... Ma Anna più cercava, più voleva scoprire la verità che si nascondeva nel buio. Ma ecco che, in una scatoletta sul comodino della stanza della bidella, mancava qualcosa... doveva esserci una collana... ma non era nè lì, nè sul collo della signora. "Scusi, ma la collana che stava dentro questa scatola? Ho visto che non la tiene neanche addosso." - "è un regalo... l'ho persa due giorni fa... deve essere caduta e la signora delle pulizie per sbaglio l'ha buttata." rispose la bidella cercando di non guardare negli occhi i due poliziotti. "Bene signora, adesso noi andiamo. Rimanga sempre in contatto." - "Va bene, e voi fatemi sapere riguardo alle bambine..." - "sarà fatto, arrivederci". Ritornati al commissariato, era l'una. Ed era ora di pranzo. Il commissario indossò il giubbotto e si rivolse ad Ira che era appena tornato: "Ora c'è la pausa di un ora... si riattacca alle due! Qui ci sono due agenti a tener sotto controllo il commissariato, voi andate pure. Ci vediamo dopo!" - "Va benissimo, buon pranzo!" esclamò Ira, andandosi a preparare. Mauro e Roberto andarono da loro: "Venite con noi? Andiamo in un bar a prendere dei cornetti, poi ci fermiamo a casa nostra... vi va?" Domandarono... "Non lo so se disturbo.." Disse Ira poco convinto. "Ma che disturbi! Dai, ci hanno invitato! Oh, comunque tu pensi sempre a mangiare! Devi farti riconoscere anche da lui!" Rise divertita Anna guardando Mauro. "Ma che vuoi te? E poi scommetto che anche a lui piace mangiare!" Rise Mauro andando con Roberto, Ira e Anna, fuori... Appena presi i cornetti, Ira e Anna entrarono a casa di Mauro e Roberto. "Ah, ma voi avete casa insieme? Quindi voi siete...?" domandò Ira incuriosito. "Nono macchè... Siamo amici che condividiamo la stessa casa... però io amo una donna e lui un'altra..." rispose Mauro, Roberto e Anna risero alla scena. "Ridete ridete... lo vedi Robè che era una sciocchezza andare a vivere insieme?" - "Ma ammettilo che mi ami! Vedi? Nega anche l'evidenza..." Disse Roberto ad Ira. Intanto cucinarono, il tempo di cucinare che già si erano fatte le 13. 30. "già è tardi, vedi che con la tua lentezza facciamo tardi?... lascia fare a me!" Dice Mauro cercando di cucinare lui. "Eccolo là... Iniziano sempre a litigare quando si tratta di cucinare." raccontò Anna ad Ira. "è sempre così, anche a me succede con mia madre! Ma nella storia, sono io quello lento..." Rise Ira. Appena finito, mangiarono tutti insieme e Ira raccontò tutta la sua storia. Intanto Mauro raccontava di lui e il suo amico: "Io ho 35 anni e Roberto ne ha 39... siamo amici da una vita... e infatti la mia sopportazione è al limite ormai. Però tralasciando gli scherzi... Non sarebbe esistito il coraggio che ora ho, se non c'era Roberto con me... è grazie a lui se sono quel che sono. Tutti dovremo avere un angelo custode, pronto a difenderci, da qualche parte del mondo." Ira si trovò bene con ognuno di loro. Specialmente con Anna che sembrava aver come una "sintonia" con lui... come una corda o un filo che non si spezza. Ma è presto per dirlo... Ira con i rapporti non era mai arrivato alla conclusione di dire: "Sarà un'amicizia che durerà, ne sono certo." Forse prima era così... ma dal momento in cui tempo fa era arrivato il "periodo nero" per lui, perse un po' la speranza... E fece fatica a riagganciare fiducia nei cuori delle persone. Ma come primo giorno, aveva avuto una buona impressione di tutti. Al contrario di Anna, il suo primo giorno era andato bene. Finito il pranzo, era ora di riattaccare a lavoro, erano le 14. 00. Appena entrati da lavoro, videro Sabina la sorella di Giulia. "Ehy, ma tu che ci fai qui? Stai aspettando il commissario?" Chiese Mauro accarezzando i capelli di Sabina, per lui era come una figlia ormai. "Sì, sto aspettando mia sorella... sta interrogando una signora... è un po' impegnata... Intanto sto prendendo un caffè... Sono venuta per portarle il pranzo, non si è mossa dalla sua sedia! Pensa sempre al lavoro!" rise Sabina, guardando poi il ragazzo nuovo. "Io sono Ira, sono nuovo. Tu sei la sorella? Vi somigliate molto!" - "Sì, sono la sorella! Se è un complimento, grazie! Io sono Sabina, molto piacere! Ho visto che hai già conosciuto tutti" - "Beh sì, comunque il piacere è tutto mio! Buona giornata!" Disse Ira andando con Anna nel suo ufficio... Intanto Giulia venne avvertita che la sorella era qui e quindi la raggiunse... "Sabina, quante volte te l'ho detto che devi avvertire prima di venire? Sto lavorando..." ma poi si accorse che in mano aveva il pranzo. "comunque... grazie per il pranzo, ma non dovevi. Non ho molta fame. Questo caso mi sta stressando." - "perchè cos'è successo?" chiese Sabina. "Sono sparite due bambine e nessuno a quanto pare sa niente. Comunque grazie di essere venuta" - "accipicchia... fammi sapere se ci sono novità... approposito... Ma... quello nuovo, che è appena arrivato, mi pare si chiami Ira... insomma... bello, no?" - "Sabina, ha 28 anni, per l'amor del cielo, non farmi sentire che ti sei presa una cotta per questo ragazzo, per favore... è grande... tu hai solo diciotto anni!" - "Non sono piccola... E poi tu che sai di lui?" - "Non so ancora niente perchè è arrivato oggi e anche se lo sapessi, non andrei a dirtelo... non credi?" Disse Giulia. "Ora va via, a casa! Di corsa!" - "Vabbè, ciao giù!" rispose Sabina ritornando a casa... Intanto Anna e Ira ritornarono a casa della bidella, cercando altri indizi... ma nulla di nuovo. Cercarono nelle vicinanze di casa e videro un lago. Con il tempo che aveva fatto, aveva trascinato con sè oggetti in lontananza e due corpi che si notarono a distanza. "Un momento... guarda lì!" Urlò Anna... erano i corpi delle bambine. "Non può essere..." Ira rimase come immobile a guardare i capelli delle bambine. Anna corse vicino ai corpi... "Sono loro, diamine, sono loro... Non è possibile... ma perchè loro? Perchè?" Uscirono solo lacrime dai volti dei due poliziotti... A volte si dice che facendo un certo tipo di lavoro, devi rimaner indifferente a certe storie, per non "entrarci troppo"... ma come si può rimanere indifferenti di fronte a tutta quella cattiveria e a quei volti d'angeli? ''Sono state prede dell'inferno'' Disse Ira. Chiamarono la scentifica e chi si occupava di prendere le impronte sui corpi. Al collo delle bambine c'era il segno di una collana, come una collana tenuta con forza. Nel frattempo, Vittoria e Giuseppe si occupavano delle altre denunce. C'erano state molte macchine rubate... e stavano cercando di trarne fuori qualcosa e di trovare il colpevole al più presto. Intanto, Sabina, rimasta rapita dai grandi occhi verdi del nuovo ispettore Ira, pensava a quale scusa poteva usare domani per venire a vederlo di nuovo senza passare inosservata. Dopo un ora, arrivò la scientifica... "scusate il ritardo, abbiamo avuto un po' da fare. Analizzeremo i corpi e poi vi manderemo notizie al distretto nel minor tempo possibile" - "Va bene, grazie mille" Dissero entrambi. "Ora dobbiamo aspettare..." disse Anna... "e dobbiamo dirlo alla madre..." abbassò lo sguardo Ira, non riuscendo a guardare i corpi che vennero portati via dall'ambulanza... Dopo una mezz'ora, arrivati a casa della madre delle due bambine, gli raccontarono tutto. Non è mai facile dire certe cose ad una persona. Non sai mai come iniziare, non sai mai a che punto fermarti... non sai mai se dopo che ti fermi: c'è il silenzio o un pianto... non sai mai la reazione della persona che in quel momento ti ascolta e spera solo che siano notizie buone... Non sai niente... forse è per questo che fa paura. Passò il tempo, erano le 17 e finalmente arrivarono notizie della scientifica. "Sono state entrambe strozzate da una collana... non vi sbagliavate sulle impronte, sono quelle della bidella." - "Andiamola a prendere..." Disse Ira rivolto a Anna. Appena presero la donna, la madre vide l'arresto di persona... ma rimase calma... come se non avesse più nulla da perdere, come se non gli foste rimasto nulla. Con suo marito, era a pezzi. Il volto di chi aveva conosciuto la gioia... e dopo questa gioia, fu spezzata via in poco tempo... "Come potevi ucciderle solo perchè tu non avevi più una figlia, mentre io sì? Ora ti senti meglio che siamo alla pari? Solo che tu ora vai in un posto che ti spetta... io invece starò in una casa vuota, e non potrò più sentire le bambine gridare e giocare tra loro..." Disse la madre alla bidella che andò via. La arrestarono e questa giornata non finì nel migliori dei modi. Ira e Anna, infine, andarono dal commissario... "Questa storia è finita peggio di quanto pensavamo... Sono morte due bambine... e... voi comunque non vi siete fermati e siete andati avanti a tutto, dimenticandovi che erano solo delle bambine. Avete fatto un buon lavoro... Specialmente tu, Ira... che sei appena arrivato e hai dovuto assistere a tutto questo casino. Non me lo aspettavo che avessi la freddezza di superare questa storia e di girarci intorno trovando la verità..." - "Commissario, la mia non è freddezza... è che dopo anni... dopo anni di storie su bambini uccisi, di pedofili, di famiglie rovinate con la gelosia... sono stato abituato a prenderla diversamente... Comunque grazie a lei che ha notato questo particolare... spero di fare sempre meglio! Arrivederci!"... erano le 18. 30... Il loro turno era finito. "Che vai a casa?" chiese Anna ad Ira. "Sì, tu?" - "Anche, sono parecchio stanca... questa storia stancherebbe chiunque..." - "Già... allora a domani, dai!" - "Va bene, a domani!" Anna lo salutò con la mano e poi salutando gli altri, andò via anche lei... Intanto Mauro e Roberto cercavano di interrogare una ragazza, che avevano visto su un ciglio di una strada, accovacciata... come fosse impaurita di qualcosa. Ma non riusciva a parlare per quanto tremasse dal freddo. "La ragazza non parla... la interroghiamo domani, magari avrà meno paura... intanto possiamo chiedere ad Antonio se può restare stanotte con lui in commissariato. Tanto lui deve fare il turno di notte" Disse Roberto a Mauro. "Va bene, intanto che tu chiedi ad Antonio, io vado! Ci vediamo domani Robè..." - "Ok!" Nel frattempo Roberto andò da Antonio e gli spiegò la situazione... Antonio accettò senza esitare. La ragazza si fermò la notte lì, in commissariato, non avendo una casa dove stare... Appena firmate alcune cose, anche Giulia andò via raggiungendo Sabina a casa. E così finì una giornata...

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  • Anonimo il 26/08/2014 14:57
    Senta Martina, mi dica la verità: vogliamo parlarne di questo suo modo di scrivere? Vuole davvero sapere cosa c'è di buono e cosa no?
    Intanto vorrei incoraggiarla a continuare, se è vero che è tanto giovane, ma direi una bugia se affermassi che il brano mi è piaciuto senza riserve. Ora, io credo che un'autore in erba abbia il diritto di sapere cosa ne pensa il lettore... a meno che non sia sua intenzione migliorarsi.
    Farò solo un esempio... lei ha ambientato il racconto al passato e quindi non può dire oggi se si riferisce ad una giornata di qualche tempo fa... prendo la frase: Giulia si alzò dal letto, ignara di quello che poteva attenderle oggi.
    Intanto c'è un refuso scusabile: attenderla... non attenderle.
    Ma "oggi" proprio non va( a meno che lo usi in un dialogo diretto) perché il suo oggi è ieri... ma non va nemmeno ieri, perché non sappiamo esattamente che giorno era, ergo può andare bene " quel giorno"... oppure ci sono altri mille modi... vediamone alcuni:
    1- Giulia si alzò dal letto, ignara di quello che poteva attenderla quel giorno.
    2- Quel giorno Giulia si alzò dal letto, ignara di quel che poteva attenderla.
    3- Giulia si alzò dal letto senza porsi il problema di quel che poteva succedere durante la giornata
    etc... ho detto mille ma ce n'è di più... gliene scrivo uno minimalista che lascia al lettore la facoltà di immaginare, anche il letto.
    Era poco più che l'alba quando Giulia si alzò. Non si chiese nulla, solo si apprestò a passare la giornata nel migliore dei modi... e i suoi modi erano quelli del distretto di Polizia... etc...
    Per ultimo vorrei dirle che c'è qualcosa nella punteggiatura, nell'impaginazione e nel modo di costruire i dialoghi. Vogliamo parlarne?... per il contenuto non mi pronuncio, non è il mio genere ma mi pare di poter dire che è, o può essre, interessante. Un saluto... senza acrimonia.
    Charles B.

4 commenti:

  • Anonimo il 26/08/2014 17:28
    Vede Martina come si apre il mondo... lei adesso è felice, o sbaglio?... legga anche i lavori di Oissela, vedrà che ne trarrà giovamento... Un saluto.
    Charlòes B.
  • Martina Di Toro il 26/08/2014 17:24
    Grazie mille di cuore Oissela! Ho già fatto il secondo episodio e a breve lo posterò!^^
  • oissela il 26/08/2014 17:22
    Mi auguro di leggere altri tuoi lavori. Non è che esistono scritti buoni o scritti cattivi. Esistono solo scritti differenti, vuoi per come sono strutturati e vuoi per lo stile che è sempre personale.
    La storia me la sono letta tutta e data la sua lunghezza rischiava di essere una faticata. Sul web, va di moda il testo breve e si suggerisce di postare più episodi per meglio far gustare il lavoro proposto. Io, è una mia mania, sono per la sintesi, tuttavia dico che è accettabile anche un racconto di media lunghezza. Hai molta fantasia e questo è un pregio.
    La storia è avvincente. Mi aspetto altri scritti.
    Oissela
  • Martina Di Toro il 26/08/2014 17:03
    Grazie mille per aver commentato... Per la prima frase, non avevo fatto caso. Andando di fretta, non ho corretto molti errori che mi sono sfuggiti! Comunque anche se il genere non le può interessare, mi fa piacere che mi ha fatto aprire gli occhi su determinate cose. Grazie davvero per i complimenti e per i consigli! ^^

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