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mi nutro di voi

Mi nutro di voi. Libagione sono i vostri sorrisi, spuntini i vostri affanni, prelibatezze le ansie e preoccupazioni.
Vi scruto e vi assaggio senza che voi sentiate il minimo sussulto.
Sono seduto in metropolitana mentre chiacchiero amabilmente senza dire una parola con chi mi siede a fianco, chi mi fissa per via del mio sorriso che tutto significa tranne che serenità, chi mi da le spalle mentre ascolta pessima musica italiana a tutto volume. un anziano seduto di fronte a me, memore di chissà quanti giorni si rende conto di cosa mi viaggia in corpo, mi restituisce il sorriso, con la compiacenza di chi sa che alla sua età è bello arrivare, senza dubbio, se hai ancora abbastanza sale in zucca per renderti placidamente conto di quanto faccia schifo.
Lo ringrazio con un cenno impercettibile ma che gli giunge diretto, mentre si fa forza sul bastone per alzarsi: è la sua fermata, chissà quante volte l’avrà vista.
Provo faticosamente a trasfigurarmi in quella figura canuta, la barba rifinita con cura e due baffetti pettinati a dovere, leggermente ingobbito sulla gamba sinistra, un completo spigato di flanella a bardarlo in una giornata già primaverile ma forse non così tiepida. Problema che io non mi pongo minimamente vista la mia totale insensibilità agli agenti atmosferici: presumo che si tratti di una somatizzazione della stessa insensibilità emozionale a cui gli eventi della mia ultima vita mi hanno forzato irrimediabilmente. Pochi sorrisi, nulle le lacrime, molte le parole di conforto per gli altri. Forse anche il signore a cui avevo voluto così bene poco fa si era trovato nelle stesse situazioni, sessanta, settant’anni fa, quando le turbe esistenziali venivano messe in ombra da problematiche ben più immediate. Ma il male è nato prima di noi, questo è sicuro, prima del primo uomo, lo ha tenuto a battesimo…
Diabolicamente sollevato dalle ultime considerazioni mi rendo conto che è il mio turno di abbandonare il traghetto delle anime della linea verde. Giusto il tempo di un ultimo saluto ai dannati che affollano il mondo, mascherati da persone più o meno per bene.
Con le mani in tasca mi muovo rapidamente verso l’uscita, proprio mentre il treno sta frenando: nessun problema, ho acquisito doti funamboliche con l’abitudine; peccato non saperle sfruttare in altre situazioni.
Le porte non si sono ancora aperte ma il treno è ormai fermo; attraverso il vetro catturo la posa di una ragazza, bellissima, le braccia conserte e le gamba sinistra leggermente spostata dall’asse del corpo: un collo sottile, a reggere un viso limpido, senza ombra di trucco, gli occhi verdi e sfuggenti, il naso piccolo ma marcato, il labbro inferiore lievemente più carnoso:tutta questa meraviglia coronata dai capelli neri corvini piuttosto lunghi, tenuti in una coda curata, la fronte ampia e sgombra, liscia. Ora le porte si aprono. Sarò il primo ad uscire, e la ragazza dalle braccia conserte la prima ad entrare. Non mi scompongo minimamente, le mani rimangono in tasca, la mia postura è sempre dinoccolata, fintamente disinteressata. La fisso, le chiedo mordendomi i lati dalle labbra perché cerca un posto tra i dannati, provo ad entrarle nei pori per darle un fremito, un brivido simile a quello che lei mi ha regalato al primo contatto; il tutto si concentra in pochi attimi di meravigliosa angoscia, in cui le mille variabili si scontano e rincontrano a formare mille fiabe d’amore e tradimento, proposte, progetti, lacrime, sesso, pelle sudata e ansimante, silenzi che valgono la sofferenza terrena. Un po’ come il mutismo di questo istante, corollato da mille altri personaggi, oserei dire comparse, nel nostro idillio. Eppure tutti sanno, odorano ciò che intorno a loro si sta creando, sono spettatori non paganti della più grande forza distruttrice che c’è.

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1 commenti:

  • Maria Angelino il 03/12/2011 04:52
    Molto bello.. E molto forte.
    Mi ricorda una poesia che scrissi anni fa, e che avevo quasi dimenticato..
    L'apatia esistenziale, i fulgidi brividi privi di senso per occhi esterni..
    Difficile dire quante persone provino tali sensazioni, e ancora più difficile trovarne che riescano ad esprimerle così bene..
    I miei complimenti.

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