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Jack Tower: il non ritorno

La biografia di Jack Tower è stata scritta a quattro mani. Non da due persone, ma da un essere amorfo e senza rimorso in possesso di quattro arti superiori.
Ignota e piuttosto ignobile è rimasta la sua identità. Forse non ha avuto il coraggio, dato che il materiale è scarso di soddisfacenti episodi. Sappiamo solo della sua sfortunata nascita, non avvenuta da parto femminile, ma per combinazione di scarti industriali uniti ad atomi di ammoniaca vaganti nell'atmosfera.
Fece studi irregolari e regalati, fu un bambino prodigio alle scuole alimentari, affamato di conoscenza e di cosce di tacchino. Prese una laurea dal cestino dei rifiuti e si fregiò del titolo di dottore. Indossò un camice bianco già sporco di sangue, fu così assunto in una macelleria, ma fece la fine del pollo facendosi spennare di quei pochi quattrini che non aveva guadagnato.
Jack, se fosse una persona normale dubiteremmo del concetto di normalità.
È divenuto eroe con la certezza che nessuno potrebbe mai chiedere il suo aiuto. Il suo tratto distintivo è l'ombrello al braccio nei giorni di sole e un incerto vagare nelle notti di plenilunio. Non ha fissa dimora né un pasto caldo assicurato, se non contro furti e incendi di cui fa volentieri il testimone falso in tribunale per racimolare qualche euro.
Le poche parole che ha pronunciato nella sua inesistenza sono irriferibili o meglio depositate in varie questure d'Italia, dove ha il piacere di passare le ore più fredde della notte.
Questo è Jack, ma anche peggio, se volete.

 

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1 recensioni:

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  • Stanislao Mounlisky il 11/04/2015 05:46
    In poche righe l'autore ha saputo creare un personaggio incredibile e che, si spera, avrà un futuro, sempre nel genere surreale.

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