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All'antico caffè della piazza

Snocciolavo il Rosario fra le dita, pregavo che tutto andasse liscio, mi ci ero buttato a capofitto senza pensarci due volte e come un cane chow chow iniziai a spolverare tutta la spazzatura che riuscivo a raccogliere perché non sopportavo che quella letterata fosse tanto e aimè tanto più brava di me, non potevo accettare quelle critiche sui miei scritti, dovevo fare qualcosa per offendere il suo orgoglio, anche ferendola mentalmente con scurrili parole da scaricatore di porto, che avrebbero fatto arrossire anche i più libertini esseri della terra; insomma lei non doveva più frequentare quel salotto letterario che era L'Antico caffè della piazza.
Mi ricordo che era il lontano 1910 e decisi di raccogliere tutta la documentazione e anche gli screzi che l'erudita donna aveva lasciato in altri salotti letterari, così avrei potuto confondere le acque, perché avrei agito sotto falso nome, mettendo una maschera come si usava in quel tempo, facendo di tutto per non farmi riconoscere; detto fatto, mi accorsi che ne aveva creati tanti scritti e anche degli screzi, con un'autore di quella famosa sala letteraria che non rammento il nome.
Così iniziò il mio piano diabolico; perseguitai quella donna per tanti anni credendo inizialmente che fosse un'altra persona di mia conoscenza, invece mi sbagliavo, ormai però ero entrato nella parte, non mi interessava niente, ci avevo preso gusto a torturarla, ferendola da tutte le parti.
Poi un giorno l'aria era diventata irrespirabile, perché la donna di cui ho raccontato fino a questo istante, si ribellava, senza mai arrendersi, anzi, offendeva anche la mia amante, - la chiamerò per comodità la mia gattina e gli darò un colore - nero - mi piace il nero come il pelo selvaggio (anche se grigio in realtà) della mia gattina; però questo non potevo accettarlo mettere la mia gattina nera davanti agli insulti, era inaccettabile, così un giorno di comune accordo, insieme ad altri commensali di lettura del caffè della piazza decidemmo di lasciare questa famosa sala letteraria e ci accingemmo a frequentare un'altra sala di the un po' meno frequentata, dove sicuramente avrei potuto rappresentare quei 4 o 5 letterati che mi seguirono, in fondo avrebbero sempre appoggiato qualsiasi cazzata che avrei presentato al barista, così avrei ripreso la mia leadership in quest'altro luogo. In fondo a me interessava solo apparire essere il Boss, nella vita purtroppo ho sempre preso botte e quella per me sarebbe stata come una rivincita alle mie male fatte mal riuscite; tanto pensavo: non mi possono toccare, sono protetto dai miei amici demoni, anche se in realtà io predico di amare gli angeli.
Ma è proprio vero che non bisogna mai fare i conti prima dell'oste, così un giorno un membro che frequentava L'antico caffè della Piazza decise di frequentare questo centro letterario, di nome mi ricordo fa "Gran Bar Oggi Antico Scrivo se Posso" con questo Signore, uno scrittore ben quotato, avevo avuto da ridire (in effetti ho sempre avuto da ridire con tutti coloro che non condividevano le mie idee e soprattutto spodestavano la mia visualità) sono troppo permaloso non ci posso fare niente, purtroppo non sono un bell'uomo e poi santa natura è stata inclemente: non ci vedo ed ho delle lenti con 3 cm di vetro, una bottiglia è meno spessa e non sai come mi pesa appenderli al naso, per fortuna che è solido sembra un attaccapanni, comunque non voglio soffermarmi su di me altrimenti dovrei interrogare un chirurgo plastico per poter essere un po' più presentabile al pubblico. Meno male che in questo nuovo salotto L'Amministratore non guarda la faccia e nemmeno cosa scrivo di solito mi convalida tutto anche la spazzatura, ebbene questo scrittore -diamogli un nomignolo -, "spider man come il film", si presentò con un nuovo nome e con un mazzo di ramoscelli di crisantemi per creare un'oasi di pace; no, pensai adirato qui mi rovina l'operato, lo porrò ad una votazione per far si che costui andasse presto via da codesto logo non voglio che "mini" con il suo passaggio questo bar oggi che scrivo, se posso lo faccio prima di andare in bagno. Quello che temevo però si sta avverando, il padrone del bar tramite un suo vassallo riunì tutta la sala e con pergamena alla mano inizio a fare lettura del pensiero dell'Amministratore del Bar, ed io aimè ascoltai in silenzio nascosto in un angolino buio:

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