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Un tempo e tre quarti

2015

"Bevine ancora un po', dai!"
"No, sul serio, basta, sto già ridendo troppo!"
Ilaria scostò il bicchiere dalla mira di Lorenzo, rossa come un peperone. Lui, con quel suo sorriso furbetto e accattivante, poggiò la bottiglia sul tavolo e fece una scrollata di spalle. Non era ancora abbastanza ubriaco per poter insistere pesantemente. Era un ragazzo socievole e deciso, ma il coraggio gli veniva meno in certe situazioni. Povero Lorenzo, era quasi dieci anni che ci provava con Ilaria e non avrebbe mai smesso di farlo. Se lei se ne fosse accorta, nessuno lo sapeva. Probabilmente sì, diceva Davide, maligno, a Lorenzo, ma non ti fila proprio, piantala.
Non che Lorenzo fosse a corto di ragazze da corteggiare; aveva venticinque anni, qualche storia finita male e tanti sogni ancora da realizzare, ma per Ilaria un posto nel cuore rimaneva sempre. Dai tempi della scuola, quando prendevano l'autobus insieme e lei, ridendo di cuore, si mangiava con gli occhi i ragazzi più grandi, mentre lui, inerme sedicenne, si limitava a prenderla in giro.
Ilaria era un po' da conoscere e un po' da scoprire. Non si lasciava andare subito, non amava bere in compagnia e rivelare i suoi segreti. La madre morta e il padre distante le pesavano sulla coscienza da anni ormai e, quando Lorenzo l'aveva introdotta nel suo gruppo di amici, aveva ancora gli occhi tristi e annoiati. Quegli occhi non cambiarono molto ma Ilaria si riempiva la bocca di belle parole, diceva che sarebbero rimasti amici per sempre, che quel gruppo di persone che credeva di conoscere a fondo era la sua nuova famiglia. Lorenzo non aveva mai provato neppure a baciarla, aveva la sciocca impressione che le avrebbe potuto fare un torto, lei era fragile e aveva una strana capacità. Quella di essere triste, quella di farlo sentire, lui, l'allegro e impacciato cavaliere, un immaturo.
"Ila, così fai piangere Lorenzo" intervenne Davide, con un occhiolino. In qualunque momento ed in qualunque modo, Davide era sempre dalla parte di Lorenzo. Avevano condiviso la scuola, l'università, i viaggi all'estero. Erano come fratelli e non li aveva allontanati neanche il fatto che Davide ora convivesse con Laura. Laura era dolce e non gli avrebbe mai fatto del male, pensava Lorenzo. Io sarò il padrino di vostro figlio, eh, diceva sempre al suo amico per scherzare.
Era un'emozione intensa, quella di avere dei progetti; Lorenzo a volte lo invidiava, altre volte pensava che era molto meglio non averne di progetti, perché potevano andare in fumo. Del resto lui aveva già rinunciato al suo futuro con Ilaria, lo sapeva bene che non succedeva come nei film, Ilaria non avrebbe lasciato Marco per lui e non sarebbe corsa da lui in lacrime, pregandolo di amarla di nuovo, e fortemente. Ogni tanto Lorenzo si abbandonava al sonno con queste immagini irrealistiche, poi si sgridava stupidamente, perché sapeva che le cose che sfiorava con la mente, non potevano accadere.
Gliel'aveva insegnato Arianna. Non pensarci, se no poi non accade! La nostra mente non fa altro che partorire idee assurde, diceva, eppure nel mondo ne accadono di cose assurde, solo che accadono se nessuno le ha pensate - del resto se fossero state prima pensate, non sarebbero parse assurde.

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