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L'età è solo un numero

Ero al parco, seduto su una panchina, in compagnia delle mie sigarette, ne fumavo una dietro l'altra, aspettando che finissero per poi decidere se andare a casa o passare dal tabacchino. Sul sentiero del parco correva un signore, anziano. Pensai al perchè non si godesse i suoi anni, la sua pensione, io avrei fatto così d'altronde, una volta in pensione mi sarei goduto lunghi pomeriggi su una sedia o in un parco a godermi il solito paesaggio aspettando la mia ora. Non lo ritenevo un pensiero triste, se avevo fatto il mio dovere in vita era giusto che mi prendessi il mio meritato riposo, che anzi mi stavo già prendendo in anticipo stando seduto su una panchina nonostante i miei doveri da studente e da figlio. Al terzo giro del percorso, si fermò, mi guardò e mi disse di aggiungermi alla sua corsa.
Mi alzai, feci cadere la brace della sigaretta, la spensi col piede e mi avvicinai al cestino per gettare il mozzicone. Perdere tempo, una cosa che faccio spesso, quella di allungare le mie azioni per avere più tempo per pensarci. Accettai però, amo le cose strane e quella lo era certamente, poi, comunque avrei potuto andarmene quando volevo, non sono uno di quelli che si costringe a fare le cose fino alla fine, se non avessi trovato dei lati positivi nel seguirlo me ne sarei andato, senza se senza ma.
Iniziai a correre con lui, le scarpe erano scomode per quel movimento veloce, i pantaloni di tela mi infastidivano molto, allo stesso tempo i polmoni e i bronchi si aprirono, richiedevano aria dalla bocca e dalle narici in gran quantità, non erano più abituati a sforzi così impegnativi, nonostante sia stato uno sportivo sempre molto allenato. Le sigarette, la mia mentalità mi avevano chiuso, mi stavano uccidendo. Capii che non era lui il vecchio, ero io. Correva spedito, io affannavo. Mi chiese cosa facessi nella vita, per la prima volta dopo tanto tempo me lo chiesi anche io. 'Cosa faccio nella vita?' , beh perdo tempo. C'ho pensato seriamente a questo, e se fosse un lavoro il 'perdere tempo' sarei il migliore. Come butto via io le giornate non lo fa nessuno, se fosse un mestiere sarei strapagato. Lui mi raccontò di sè, mi disse dello sport, delle passioni, dei suoi sogni. Com'era possibile? Ero io il giovane che doveva avere sogni, non certo lui, lui doveva ritirarsi per fare spazio a me!
Ma non è così, il mondo, non è per chi se lo aspetta sul palmo della mano. Il mondo è per chi se lo conquista con sforzi e fatiche, che poi portano a soddisfazioni e risultati, come disse lui, magari non sempre in alto come vorremmo, ma penso che anche arrivarci molto vicino possa essere una buona realizzazione. Provai tristezza nei miei confronti, mi sentivo così smarrito, così povero dentro, mi sentivo imbruttito dal mio vivere. Corsi, sudai. Completato il giro del parco ero affannato e ansimante, nonostante la mia giovane età. Mi avvicinai all'uscita, 'Ci rivedremo per una corsa?' mi chiese lui, 'No, ma grazie lo stesso' risposi io. Ma non perchè non mi fosse piaciuta o nonostante gli sforzi e le fatiche non l'avessi trovata soddisfacente. Ma perchè semplicemente avevo un'altra corsa da fare, una corsa verso me stesso, una corsa per la quale ero già troppo in ritardo.

V. G.

 

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4 commenti     3 recensioni    

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3 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 03/08/2016 08:38
    Un plauso sincero e dovuto per questo tuo straordinario.
  • Anonimo il 29/06/2015 16:05
    Gradevolissimo, letto con immenso piacere il tuo racconto, rincuorante, ma evito di pensare ad una corsa che già mi prende l'affanno. Bravo
  • Vincenzo Capitanucci il 26/06/2015 06:34
    Bellissimo Victor.. mi è piaciuto così tanto che ne ho scritto una brevissima poesia..

4 commenti:

  • Anonimo il 29/06/2015 06:04
    Caspita, me lo ero perso... ecco un esempio da mettere su tutte le bacheche dei siti o portali internet di scrittura per dimostrare come un incontro( che io credo sia avvenuto veramente, in maniera reale o traslata, metaforica) casuale possa diventare anche causale... o meglio come uno scambio di sogni possa far nascere un titolo davvero bello: L'età è solo un numero.
    E dopo il bel titolo ecco un gran bel racconto, nel quale la narrazione pulita e precisa, vagamente minimalista, senza fronzoli ma potente, si mescola a sapienti tocchi di introspezione e saggezza esistenziale che permettono al protagonista di operare quella magia della mediazione d'età, se non proprio lo scambio. Il giovane diventa saggio e il vecchio corre dietro ai suoi sogni come un giovane... si incontrano nella terra di mezzo dove forse vivono ancora alcuni sogni realizzbili, appena appena prima dell'orizzonte utopico.
    Io mi sono immedesimato in quel vecchio che corre, ma non solo, anche nel giovane perditempo, gran bella attività se siamo bravi a gestirla senza complessi di colpa. Un bell'acquisto questo Victor per Poesieracconti... da seguire, anche se in realtà è lui che dovrebbe seguire il vecchio... eheheheh... bravo, un applauso... hai pure ispirato un grande poeta come Capitanucci, non poco. kalimera.
  • antonina il 27/06/2015 21:35
    bellissimo racconto.. coinvolgente!
  • Stanislao Mounlisky il 27/06/2015 07:12
    A volte gli angeli prendono le sembianze di anziani signori che corrono nel parco... Be', invero non so se questo lo fosse, certo è che ti ha fatto del bene. Buona svolta, amico Victor! Stan
  • stella luce il 26/06/2015 10:32
    Mai perdere tempo... e mai lasciare scappare la vita...

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