Non sentiva ragioni: era più ortodossa dell'Unità quando era l'Unità.
L'Unione Sovietica faceva solo cose giuste, chi diceva il contrario era sempre dalla parte del torto.
Vacillò, ma poco, durante le invasioni del cinquantasei in Ungheria e del sessantotto in Cecoslovacchia.
Le aperture del partito alla critica non scalfirono la sua opinione neanche per l'Afghanistan negli anni ottanta.
Quando accadde il disastro di Černobyl non si smosse dalle sue posizioni:
"Ancora una volta grazie all'Unione Sovietica l'umanità è stata messa in guardia sul pericolo nucleare!"
Essere comunista per lei era il vespro, e non la messa. A messa si va anche senza fede, il vespro è veramente per chi crede.
Centodieci familiare