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Diario 28/04/2016 parte 2

La mia America è nient'altro che un sottile desiderio di fuga.
Fuga dal viaggio, da quest'inestimabile, miracoloso, ossessivo, asfissiante, morboso girarsi addosso. Fuga. Fuga! Andare via, lontano, assentarsi, estraniarsi, rendersi invisibili, dimenticati, sordi, muti, ciechi, come già morti. Il viaggio. La vita. Tutto un palpitare di emozioni cagionevoli. Questo strano percorso che non abbiamo scelto. Il viaggio. Viaggiare. Dalla mattina alla sera. Dall'inizio dei nostri giorni. Un cervello che non si è mai fermato. Mai. Un cervello. Un cuore. Un corpo fatto di carne e sotto la carne uno scheletro. Polvere che tornerà polvere. Un giro insensato attraverso le contraddizioni della vita. Che giostra! Che giostra! Il viaggio. Questa vita che non ci soddisfa mai. Sempre alla ricerca di qualcosa di diverso. Bisogni. Bisogni. Bisogni. Bisogni. È tutto qua: soddisfare i bisogni. Eccola l'infelicità.
Non è successo ancora niente e niente anche oggi succederà. Il sole è pallido, velato da qualche nuvola che qua e là si sovrappone ostruendone la visibilità. Questa prigione è troppo stretta. Il mondo è troppo stretto. Abbiamo perso Dio e con Dio se n'è andata via anche l'ultima speranza di colmare quel vuoto. Quel vuoto è il nostro demone primario. Un vuoto, una storia destinata a non finire, nasceranno altri miliardi di esseri e anche loro lo sentiranno, come tutti i miliardi che già sono passati. Un vuoto. La vita. Che giostra!

 

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3 recensioni:

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  • frivolous b. il 30/04/2016 13:28
    E che viaggio pure questi scritti... vorticosi, e non so come dire, "divertenti"(?) come una giostra, se nonché a me le giostre hanno sempre messo addosso malinconia!
  • silvia leuzzi il 29/04/2016 09:50
    Vincenzo ma in francese che te possino, io sono una povera 'gnorante ahahhahh
    Ferdi il vuoto lo colmano le nostre idee positive, quando le abbiamo però...
    Bravo continua a scrivere noi ti seguiamo
  • Vincenzo Capitanucci il 29/04/2016 07:11
    Brise Marine

    La chair est triste, hélas! et j'ai lu tous les livres.
    Fuir! là-bas fuir! Je sens que des oiseaux sont ivres
    D'être parmi l'écume inconnue et les cieux!
    Rien, ni les vieux jardins reflétés par les yeux
    Ne retiendra ce coeur qui dans la mer se trempe
    O nuits! ni la clarté déserte de ma lampe
    Sur le vide papier que la blancheur défend
    Et ni la jeune femme allaitant son enfant.
    Je partirai! Steamer balançant ta mâture,
    Lève l'ancre pour une exotique nature!
    Un Ennui, désolé par les cruels espoirs,
    Croit encore à l'adieu suprême des mouchoirs!
    Et, peut-être, les mâts, invitant les orages
    Sont-ils de ceux qu'un vent penche sur les naufrages
    Perdus, sans mâts, sans mâts, ni fertiles îlots...
    Mais, ô mon coeur, entends le chant des matelots!

    Stéphane Mallarmé

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