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Diario 04/05/2016

Pomeriggio in giro ad intossicarmi di birra. Oggi mi sento stanco, stanco come al solito, ma ancora più stanco, asfissiato, addormentato, morto, negletto, reietto, spompato definitivamente in una stanchezza assoluta. L'apoteosi del mio affannarmi è epica.
La gente se ne sbatte i coglioni di come stanno le cose. Se ne sbattono completamente i coglioni. Dagli un'auto, un'auto di grossa cilindrata, una bella casa, una moglie, un lavoro che li tenga a bada per gran parte della loro vita e loro ti ringrazieranno. La gente è ferma nel vuoto della propria ignoranza. La gente. La massa. Quest'ammasso d'imbecillità. Le loro regole così statiche, il loro modo così stantio di conservare la propria reputazione, la dignità, la religione, il libro sacro delle buone maniere. Che tipi. Obnubilati. Eppure felici.
Io non sono felice. Non sono felice da tempo immemore. Eppure non mi accontento. Cerco, sfrondo, aggredisco, tasto e ritasto, come un pazzo, lascio che il vuoto non si impossessi di me. Voglio la verità. È difficile trovare la verità. Non esistono verità, diceva Nietzsche, ma solo interpretazioni dei fatti. E forse è vero. Ma è bene avvicinarsi. È bene continuare a cercare.
La birra è finita. C'è un ultimo sorso. Tac. Mandato giù. Adesso m'accendo una sigaretta e medito sull'impossibilità, in questo mondo, di trovare una propria dimensione. Tutto è sfuggevole, immensamente sfuggevole, scivola, non l'agguanti. Un momento sei lì, convinto che hai finalmente trovato un posto dove startene tranquillo ed il momento dopo questo posto s'è come disgregato. Siamo soli, soli e destinati a ricercare qualcosa continuamente. Il passo che porta il bisognoso ad una casa che lo accolga è breve. Ma tutte le case sono momentanee e mai durature. Certo esiste l'amore, quest'incontro di occhi prima ancora che di anime. Ma anche quello è destinato a non durare più di tanto. L'amore per un figlio non lo conosco, ma dev'essere qualcosa d'incommensurabile. Forse è quello il vero eden in questo mondo di stenti. Forse solo una madre può capire fino in fondo il vero senso dell'esistenza.
Adesso è l'ora di staccare. La birra circola nel sangue come veleno nelle vene di un toro. Andrò a riposarmi. Ne ho bisogno. Ne ho bisogno. Arrivederci.

 

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2 recensioni:

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  • Vincenzo Capitanucci il 05/05/2016 05:41
    oro incenso e birra... solo chi ha partorito la vita può veramente capirla... arrivederci.. Ferdinando... ai posteri l'ardua sentenza di un 5 maggio che non trova mai una vera risposta..
  • Antonio Tanelli il 04/05/2016 20:03
    Bel racconto che mi ha appassionato, con dilemmi che attanagliano un po' tutti noi.

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