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Diario 23/05/2016

Quello che ho capito non era molto. Ma bastava, a dirla tutta, per non crepare santamente come un padre di famiglia qualunque.
Tira e ritira e la corda si spezza. Questo avevo capito. E non restava che prenderne atto, ahimè, ostentando una certa sicurezza in materia di depressione.
Il tempo, alle volte, parla una lingua strana. Puoi conoscere le più impensate strategie dell'interpretazione, mostrare il tuo gran petto per quanto riguarda l'essere ferrato nel capire certi dettagli, ma non puoi prevederlo, il tempo. No! Quello stesso tempo che ieri ti parlava con un accento dolce e oggi ti mostra il suo piccolo muso digrignato.
Il tempo era la morte, l'inizio e la concretizzazione della morte, questo vago accenno di ridicolizzazione della certezza, quest'entità che ti muta negli affetti, che ti agguanta per le palle, un giorno felice, l'altro giorno come già morto. Era, in pratica, la più alta forma di instabilità e caducità che potevo comprendere sulla mia pelle.
E così sono sfiorito. O forse è meglio dire sfiorisco, ogni giorno, pian piano, come una rosa morta.
Ma cosa vuoi farci, la vita balla una danza assai confusionaria. È l'insensatezza il suo motivo principale. Qualcuno cerca Dio, io cerco Dio, forse perché non m'accontento della mia infelicità e le voglio dare una collocazione. M'hanno fatto professore in infelicità, alla gran cattedra dei bambini depressi. E tutto quello che mi rinvigorisce, oggi, è buttare giù quattro parole. Cosa vuoi farci, siamo tutti un po' strani. O no?!

 

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5 recensioni:

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  • frivolous b. il 31/05/2016 14:25
    Crepuscolare e molto triste questa pagina... quasi più del solito
  • Anonimo il 25/05/2016 11:18
    Non lasciarti prendere dallo sconforto. Non serve né a te né agli altri. E poi, finché abbiamo occhi per guardare un bel culo di donna o orecchie per ascoltare Beethoven, beh, possiamo ritenerci vivi.
  • Don Pompeo Mongiello il 24/05/2016 09:23
    Già mi è piaciuto come racconto breve, in aggiunta a me sembra una lunga e bella poesia. Bravo!
  • Vincenzo Capitanucci il 24/05/2016 07:07
    quattro parole in cerca d'Autore... collocarmi... per sfuggire al tempo della morte..
  • Rocco Michele LETTINI il 23/05/2016 18:35
    SEMPRE CHIUSE ESPRESSAMENTE RIFLESSIVE... L'INTERROGATIVO DICE MOLTO...
    IL MIO ELOGIO E LA MIA LIETA SERATA.

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