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Ardito, il cane e la serpe

Le poche casette, tutte con i tetti bassi e le tegole rosse, erano sparse ai piedi del piccolo monte.
La primavera si era appena vestita d'estate e gli alberi in frutto e le piante fiorite erano un tripudio di colori. Nella più piccola casetta, un unico piano composto da due stanze ed un bagnetto, viveva Ardito, un anziano pensionato ; piccolo di statura, dai pochi capelli bianchi che ormai non tingeva più da tempo e da un sottilissimo filo argentato sulle labbra, una specie di baffo.
Di temperamento burbero, incattivito dagli eventi accadutogli.
Da giovane era stato all'estero in cerca di fortuna ma, mai ambientatosi, molto presto era ritornato al paese, aveva aperto un piccolo laboratorio artigianale che a stento gli permetteva di vivere. Vicino ai trent'anni s'era sposato con una donna molto bella e che ben presto incominciò a tradirlo, si separarono dopo pochi anni e la venuta al mondo del figlio Vincenzo.
Ardito non seppe mai se lui ne fosse veramente il padre. Avrebbe voluto non esserlo, Vincenzo un tossicodipendente manesco che non faceva altro che spillargli denaro fino al giorno che lo trovarono in una vecchia cinquecento, l'ago conficcato nelle vene e gli occhi sbarrati e rivoltati.
La vita non gli era stata amica ed adesso era quasi contento di essere solo anche se molte volte la solitudine lo portava a pensare, a pensare al passato e a stare male.
La mattina scorreva veloce, il tempo della spesa, la lettura di un quotidiano, il preparare il pranzo.
Il pomeriggio invece era molto monotono specie nelle lunghe giornate estive.
Quel pomeriggio era sull'uscio di casa e vide che dall'altro lato della strada, un grosso cane, un vecchio meticcio, dal pelo bianco e rosso arruffato, lo fissava, in un primo momento pensò di scacciarlo ma rientrò invece in cucina prese degli avanzi uscì e senza avvicinarsi più di tanto li lanciò verso il grosso cane che impaurito in un attimo scomparve.

Pazienza si disse, rientrò. Poco dopo affacciatosi alla finestra lo vide mangiare.
Dopo alcuni giorni che lo nutriva Ardito volle provare ad avvicinarsi al cane, ci riuscì , lo accarezzo persino. Aveva trovato un amico per la prima volta nella sua vita.
Tre o quattro giorni dopo mentre, come al solito, gli stava porgendo la ciotola con gli avanzi e si avvicinava per accarezzarlo il cane incominciò a ringhiare, a mostrare i grossi canini tirando indietro le labbra. Ardito era impaurito non capiva, perchè quel comportamento ecco un altro amico che lo tradiva, perche?.
Fu tutto un attimo il grosso cane fece un balzo, Ardito rimase immobile terrorizzato, vide l'animale rotolarsi per terra aveva qualcosa che si muoveva in bocca, un serpente, una vipera.
Dopo alcuni istanti il cane mollo la preda, il corpo della serpe era diviso in due.
Lo guardò , una lacrima gli solco la guancia, arrivò sino alle labbra e ne sentì il sapore
salato.
Gli cinse le braccia al collo poi l'accarezzò, aveva trovato un amico, un amico vero.
Lo avrebbe raccontato a tutto il paese e domani gli avrebbe comprato dell'ottima carne.
Lo salutò felice e rientrò.
Il giorno dopo aspettò che arrivasse, aveva la ciotola piena di carne, ma non lo vide.
Decise di attraversare la strada e di aspettarlo dall'altro lato. Dopo un paio d'ore, in ansia, si mise a camminare ma fatti pochi passi lo vide steso per terra, non respirava.
Si avvicinò lo accarezzò piangendo e presogli la testa tra le mani notò all'altezza del labbro inferiore due piccoli buchi.

 

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4 recensioni:

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  • Glauco Ballantini il 14/06/2016 09:53
    Un "sacrificio per riconoscenza" in un bel racconto classico.
  • Vincenzo Capitanucci il 14/06/2016 07:35
    non sempre chi Ti mostra i denti.. è Tuo nemico.. ma se lo fa è per salvarti la vita.. a volte anche a costo della sua.. molto bello Andrea..
  • Rocco Michele LETTINI il 14/06/2016 03:30
    ALLA VECCHIAIA SI DIVENTA BUONI... E IL BURBERO RITROVA IL SUO CUORE.
    ESPLICITO QUANTO SENTITO RACCONTO.
  • Don Pompeo Mongiello il 13/06/2016 16:51
    Descrizione perfetta del paese e di ciò che in esso avviene. Complimenti!

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