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Ciò che non è

Se mi fidassi di quello che mi dice la gente non so a che punto sarei adesso. Probabilmente non qui. Probabilmente starei meglio, non lo so e temo che mai potrò scoprirlo. Mi chiedo costantemente perché non ho mai dato retta alle persone che mi dicevano che non eri adatto a me. Alcune mi dicevano anche che il mio non è amore. Non so cosa sia ma fa male. Un dolore fisico, sordo e continuo che non mi lascia mai. Ho provato a trovare rifugio nei miei sogni ma tu mi perseguiti anche li, con i tuoi sorrisi falsi e frasi che mai e poi mai mi diresti. Con delle speranze che sono solo il frutto della mia immaginazione. E poi mi sveglio con il desiderio di vederti più forte che mai. Guardo sempre il mio telefono appena svegliata e sempre non trovo un tuo messaggio. E questo mi fa male. Ti scrivo sempre io. Ho bisogno di parlarti. È come se tu fossi la mia droga, io ne sono dipendente e più ne ho più ne voglio. Faccio sempre l'errore di invitarti fuori e costantemente tu accetti, quando puoi. Perché non dovresti, in fondo siamo amici da anni. E così usciamo, tutte le volte, e tutte le volte penso a quanto si possa odiare qualcuno. Odio il tuo sorriso perché sento il bisogno di vederlo ogni volta mettendomi anche in ridicolo. Odio come mi fai sentire, così piccola e insignificante alla disperata ricerca di qualcuno che mi possa proteggere e odio quando mi sento rassicurata perché quel qualcuno sei tu. Non importa se non hai il fisico per sollevare il mondo, per me puoi farlo. Non importa se tutte le volte spendo quasi tutti i miei risparmi per vederti. Sono soldi ben spesi perché nessun'altra cosa al mondo mi fa sentire come mi fai sentire tu. Quindi sì, sono sicura di essere innamorata di te, della persona più sbagliata che potesse capitarmi. Della persona più giusta per me. E poi, poi non so esattamente che cosa sia successo. Mi hai confidato di provare ancora qualcosa per la tua ex. Qualche giorno dopo ti ubriachi e mi dici delle cose splendide da lasciarmi senza fiato. Temevo che il cuore mi potesse scoppiare nel petto. Ho fatto finta di nulla l'indomani. Non volevo causare imbarazzo ma quelle tue parole mi tormentavano. Così, ti ho colto in un momento di lucidità chiedendoti spiegazioni. Tu hai confermato tutto. Quelle cose le pensavi davvero. Non sapevo bene se piangere o mettermi ad urlare. Probabilmente i vicini mi avrebbero presa per pazza. Così, credo di aver rovinato tutto. Ti ho spinto ad una dichiarazione. Dichiarazione che ha esposto troppo me e troppo te. Me l'avevi detto, che non volevi ferirmi e per questo motivo non mi hai resa partecipe dei tuoi sentimenti prima di allora perché non eri sicuro. Ti ho detto che non mi importa. Tutto è meglio di questa situazione. Non mi interessa se quelle che mi dai sono false speranze. Io le voglio, da troppi anni ormai. Ma ti ho detto solo una parte, solo che non mi importa. Ti ho confessato i miei sentimenti per la terza volta nell'arco della nostra amicizia. Questo succedeva una settimana fa e da allora ci siamo sentiti pochissimo. Ogni giorno che passa, ogni "online" e non "sta scrivendo" sono pugnalate che mi straziano l'anima. Non so che cosa sia successo. Non so se hai capito che in realtà il tuo è solo un fuoco di paglia. Non so che cosa ti passa per la testa perché non me lo dici. So però che cosa sta succedendo a me. Io sto vivendo nel terrore che tu possa vivere benissimo anche senza di me. Ho il terrore che ti stia perdendo ancora. Se tu puoi riuscire ad andare avanti con la tua vita, io non posso. Non ci riesco per quanto mi sforzi. Sento che questa cosa mi sta distruggendo e non so come dirtela. Ho paura a scriverti. Paura che i miei messaggi siano indesiderati e che quindi ti spinga più lontano da me. Mi sento come su un'isola deserta con lo sguardo dritto verso l'orizzonte a guardare una barca, la sua unica via di fuga, allontanarsi sempre di più con la speranza che la corrente la porti indietro. Sento di essere troppo fragile, troppo ferita. Non sono sicura di riuscire a riprendermi da un altro tuo abbandono. Ho paura di crollare perché lo sto già facendo e tu sei l'unico che mi può aiutare. Ma la barca ormai è distante. Raggiungerla a nuoto sarebbe impossibile, affogherei. Posso solo guardare inerme, urlare la mia disperazione e sperare che qualcuno mi raccolga prima che sia troppo tardi.

 

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