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Il problema del cavallo

quando, un paio di anni fa, visitai le Fiandre Occidentali e, in una escursione, m'imbattei in quella cartolina suggestiva che è la cittadina di Bruges, non ricordo con maggiore fervore di quel posto la Basilica del Santo Sangue o la Chiesa di Nostra Signora, i laghetti con i cigni o il giro in battello; quello che lasciò di stucco il mio senso sinaptico dell'avventura, furono i cavalli che nella piazza centrale portavano i turisti al chiocco.
ho ancora negli occhi l'immagine delle zampe di quei cavalli. vibravano. era come se le giunture delle ginocchia volessero separarsi dal resto del corpo, da quanto i muscoli pulsavano avanti e indietro come lava nel cratere d'un vulcano, e i cavalli, mentre tutto questo accadeva, giravano la testa ossessivamente da un lato all'altro della piazza, cerulei in faccia, in un grande movimento involontario del corpo che sembrava ad un passo dall'ecatombe.
il corpo umano ha dei limiti precisi di resistenza. il corpo animale (di certi animali), sebbene più resistente, funziona come il corpo umano. tra le altre cose che distinguono l'uomo dall'animale, vi è senz'altro il senso ludico dello svago. dai secoli scorsi, o meglio, dai Tempi antichissimi in cui l'uomo prese dominio degli animali della Terra, il suo senso ludico è stato soddisfatto anche grazie all'addomesticazione e l'impagliaccimento di tali animali. non è strano, imbattendosi in un circo, trovare un raro esemplare di tigre bianca del Bengala, dare la zampa al suo domatore al suono schioccante della frusta nel terriccio beige del cerchio. o per le strade assolate di Pamplona, durante la festa annuale di San Firmino, vedere splendidi esemplari di tori spagnoli, resi furiosi, sbeffeggiati, invisi a colpi di giornalate sulle corna, diventare lo spettacolo, ludico, per l'appunto, forse più famoso al mondo.
gli esempi da fare sarebbero innumerevoli, ma, per adesso, fermiamoci qui e torniamo ai nostri cavalli.
da qualche tempo, soprattutto il sabato e la domenica, uso frequentare un locale discreto a due passi dal centro città. i motivi che mi spingono a frequentare questo posto sono diversi: innanzitutto costa poco, poi il cibo è discretamente buono, ma ciò che più di tutto spinge il mio culo ad alzarsi dal suo letargo, a prendere la macchina e ad andare in centro è che il posto non è quasi mai affollato.
il piatto forte di questo locale è la polpetta di cavallo servita in un panino con salsa yogurt, pomodoro e lattuga. io ho mangiato la polpetta di cavallo. ho mangiato la polpetta di cavallo, semplicemente perché sono un debole. il cavallo è un animale bellissimo, non siete d'accordo? il cavallo non andrebbe mangiato, né costretto in un box 24 ore su 24 per i capricci di qualche ragazzino il cui padre ha un buon conto corrente. io scrivo questo, e lo penso, sinceramente, ma poi mangio la polpetta di cavallo. perché? perché?! beh, perché tra il proposito ideale e l'azione, la messa in azione di quel proposito, vi è un abisso. e perché la polpetta di cavallo è buona. sono sicuro che Fidel Castro, nei propositi pre-rivoluzionari, credeva davvero nella realizzazione di un micro-mondo equo, solidale e libero. ma Fidel Castro era un uomo e le tasche di un uomo o la sua pancia, spesso hanno più potere di un bell'ideale. l'anima dell'uomo ha radici nello stomaco, diceva Bukowski, e probabilmente non si sbagliava, ma questa è una divagazione, voi che dite?
in chiusura, tra tutte le lordure interiori di cui soffre l'uomo, la viltà ha sicuramente un ruolo di particolare pregio, così io mi ingrasso con una buona polpetta e il cocchiere di Bruges guadagna i suoi soldi portando a spasso annoiati turisti; a farne le spese sono sempre i più deboli, perché, come dice mia sorella, volenti o nolenti, nel mondo c'è una gerarchia rigida e molto crudele.

 

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 31/12/2016 21:39
    BUON ANNO FERDINANDO, ANCHE SE NON CI COMMENTIAMO MAI.

1 commenti:

  • Ferdinando il 31/12/2016 23:39
    Buon anno a te Michele... tu hai smesso di commentarmi e non ho capito perché... ma con l'anno nuovo le cose cambieranno. Ciao.

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