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L'ultimo Contrappello

Dopo undici mesi terminavo l'esperienza militare, mi ero portato un bagaglio leggero da casa perchè la settimana era corta, un paio di giorni poi l'ultimo, oggi.
Un più che decente marzo piacentino cominciato con l'alzabandiera con l'onore di comandare il plotoncino di una settantina di soldati.
Come caserma la "Cantore" lasciava molto a desiderare, era una sorta di accozzaglia di soldati che ricordava quelli di "Mediterraneo": c'erano fanti, la maggiornaza, qualche paracadutista incappato in problemi di fumo o perchè scoppiato alla distanza, il bersagliere Silva ed uno proveniente dalla aviazione leggera, comandati da un tenente che sembrava uscito da un filmetto di Banfi, con tutte le decorazioni che poteva mettersi addosso. Un guerriero italico.
Visti tutti insieme eravamo variopinti: baschi neri, amaranto dei parà, fez del bersagliere e il basco azzurro dell'aviere leggero.
L'aviere leggero, come il Torre, era un raccomandato di Salsomaggiore ma aveva una golf cabliolet rossa con la quale, un pomeriggio, facemmo una puntata a Grazzano Visconti a berci un bianco dei colli piacentini con la macchina scoperchiata disquisendo di filosofia... Sembravamo Trintignant e Gassman ne "il Sorpasso".

Alle 7, 30 alzabandiera con il sergente imboscatore di vivande in proprio ed in conto terzi. Dall'alto delle camerate faceva gestacci il Rendinella ed il povero Pinto per il quale a seguito di una punizione, quello non sarebbe stato il giorno del congedo perchè doveva scontare una quindicina di giorni di punizione.
Poi la solita strada per l'ufficio.
In cosa consisteva il mio lavoro, perché ero stato destinato al "Consiglio di leva"?
Tutto avvenne perché il colonnello che dirigeva il "Consiglio di Leva" aveva bisogno, una volta andato in congedo il Chizzolini, un ingegnere di Parma, di avere qualcuno che potesse fungere da responsabile del gruppo di soldati che si occupavano delle pratiche riguardanti la selezione dei ragazzi.
Gli serviva qualcuno, magari laureato, di cui potesse fidarsi cui comunicare le cose da far sapere a tutti o a qualcuno senza doverlo fare sempre a tutti. Ero stato agevolato dal fatto che, provenendo dai ruoli di Marina, non avevo destinazione già assegnata, ero libero:
"Buongiorno Colonnello"
"Buongiorno Ballantini"
In questo ruolo mi sono sorbito anche i rimproveri che venivano fatti ai soldati, in quanto il colonnello mi chiedeva di essere presente, ma i rimproveri li sentivano tutti viste le pareti di cartongesso della stanza.

Il lavoro vero e proprio in realtà era una semplice compilazione che si faceva, standard, di tutti gli idonei alla visita dei due giorni, che erano la grande maggioranza.
C'era poi un'altra parte di lavoro che riguardava l'accoglimento dei ragazzi e la loro presa in carico controllandone i documenti d'identità e compilare la prima parte delle loro schede.

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1 recensioni:

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  • silvia leuzzi il 29/05/2017 18:36
    Ben scritto, un ricordo di gioventù, epoca mitica di sogni, delusioni ma tanto ardore. Buona serata Glauco

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