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GIULIA 4 Il Feeling

Che facesse caldo o che fosse inverno, abbiamo trascorso infinite ore a chiacchierare; ho, raccontando a Giulia la mia vita, descritto mezzo secolo di storia; poi, logorroico come sono, le ho parlato di tutto, e raccontandole di studio, libri, film, sogni politici e civili, ne ho fatto un piccolo mostro.

Non che Giulia fosse da meno, in solo tre anni, nei quali ha stracciato tutti i compagni nel conseguire la licenza media, è riuscita ad interessarsi a tantissime cose.

Io mi chiedevo, come fa una bambina con un handicap così devastante ad essere così assetata di vita? Giulia cresceva, esile, al limite della magrezza, alta, capelli neri portati sempre cortissimi, quasi alla paggetto, volto spigoloso sul quale risplendevano, ancorché spenti, due incantevoli occhi color grigio azzurro, un colore così raro e stupefacente, così in contrasto con i suoi caratteri fisici da farla sembrare una extraterrestre.

E probabilmente lo era, sicuramente lo era per il suo grado di civiltà, cultura e disponibilità.

I miei anni, trascorsi in funzione della mia amicizia con Giulia, sono stati, di fatto, una vera sintonia con una persona, un parlare liberamente, un passare in un attimo dal serio filosofico esistenziale al pettegolezzo più becero, senza vergogna, senza cerimonie.

Sentirsi liberi da falsi atteggiamenti di riserbo, lo so, è raro, se non addirittura impossibile in questa società di simulacri televisivi, di divismo corrotto e pornografia imperante, però con Giulia ci sono riuscito, ci siamo riusciti, e allora giù a parlare d’ogni cosa e una mattina, mi disse che ”stava per diventare donna”, assistita ed amorevolmente consigliata dalla signora Anna, una delle ”balie” dell’Istituto, Giulia affrontò una nuova prova della sua vita.

Vinto in pochi attimi il comprensibile imbarazzo, promisi a Giulia che mi sarei documentato e le avrei dato tutta la conoscenza possibile. Mi rivolsi a Carla, una amica con la a maiuscola, e lei mi fece entrare nel mondo sacro e criptico della femminilità, dandomi le indicazioni da riferire alla piccola Giulia, (che sudate, che scoperte, è un mondo del quale non abbiamo, non possiamo avere conoscenza, e sbagliamo a non averne,) forse proprio perché non conosciamo abbastanza, l’altra metà del cielo, siamo così piccoli, e meschini, e stupidi, e cattivi.

Non sapevamo, in quel momento, nè Giulia nè io, che stavamo per precipitare in un nuovo, e ancora più tragico incubo.

Le sue perdite ematiche si susseguivano con strana irregolarità, e fu necessario farla visitare da uno specialista ginecologo.

Non voglio dire altro, solo che il passaggio dal ginecologo all’oncologo, fu davvero brevissimo.

Per il suo tredicesimo compleanno, ho regalato a Giulia un miniregistratore portatile, e cercando di non emozionarmi troppo, le dissi?"“ Se e quando ti sentissi sola, accendi questo affarino e parlagli, come lo stessi facendo con me, poi se ti va, quando ci incontriamo la prossima volta, mi fai ascoltare le tue registrazioni, se no le cancelli; prova, servirà a tenerti compagnia anche quando non ci sono”-
Poi sono tornato a casa e ho cominciato a urlare!!!!!

continua...

 

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9 commenti:

  • Anonimo il 14/04/2008 16:45
    Purtroppo quando pensi di avere trovato pace è allora che succede l'imprevisto che ti fa precipitare in un baratro dal quale sarà difficile uscirne.
  • Anonimo il 29/09/2007 21:48
    A volte non si capisce perchè piove sempre sul bagnato. Meno male che intorno ci sono persone sensibili.
  • Maurizio Triolo il 29/05/2007 19:41
    Molto, molto bravo, ciao.
  • sara rota il 29/05/2007 13:38
    Bellissimo, come gli altri. 10
  • laura ruzickova il 25/05/2007 10:03
    .. e quest'urlo continua nel tuo racconto. bravo, e coraggioso. continui a commuovermi.
  • Anonimo il 24/05/2007 15:52
    ... Non commento... Voto : 10

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