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Perduto amore. Un monologo.

"Signora, posso darle un passaggio? Sono io, sì, ricorda? Sono di strada, si accomodi. Nessun disturbo, anzi. Buongiorno. professoressa, vero? Ah, alle elementari, vabbè. Nessun disturbo. Non ho niente da fare. Non ho mai niente da fare. Mi scusi lei per l'angustia, la macchina è piccola.
Io, sì, le debbo delle scuse per qualche molestia che le ho recato, tanti anni fa. Cosa vuole, ho capito solo dopo che non avevo speranze. Troppo tardi. Lei era bellissima, non lo è oggi di meno, era colta, raffinata, elegante. Era ambiziosa. Si capiva che era destinata al successo. Io... sorvoliamo sulla bellezza, no, mi faccia dire, ero rozzo, nulla avrei potuto nemmeno prometterle. In più, ma sono certo che non fu decisivo, c'era pure la mia imbarazzante origine operaia.
Ora lei vuol dire che tutto questo non c'entra, ma io dovevo trovare motivi. Sta di fatto che lei mi disse di no.
Sono trascorsi trentaquattro anni. Era di maggio. Avrei dovuto sostenere, pochi giorni dopo, il mio primo esame universitario. Non lo feci, ma, per non dare un dispiacere ai miei, dissi che l'avevo superato. Volevo recuperare, sinceramente, appena fossi stato un po' meglio. Così per tutto il primo anno. Poi mi resi conto che era impossibile. Continuai. Sei anni dopo mio padre potè comprare la targa da esporre a fianco al portone. No, non ho fatto danni, ci mancherebbe. Non ho mai esercitato.
È vero, sì, poi mi sono sposato. Quella ragazza mi stava intorno da tanto tempo. Successe all'improvviso. Vinsi al totocalcio, con un tredici, più di novecento milioni. Ci sposammo e diedi tutto a lei. A proposito, non so nemmeno se è rimasto qualcosa. Non me ne sono mai interessato. Ma i patti furono chiari dall'inizio. Il ragazzo, appunto. Non è mio. Perchè, insomma, io non ho mai avuto un rapporto sessuale. Volevo averlo. Con lei. Non è stato possibile. Perchè accontentarmi d'altro? È andata così. Non lo so chi sia il padre. Non mi interessa. Dà tanti problemi alla madre, ha lasciato la scuola, frequenta cattive compagnie. Io? Che ci posso fare? Macchè impegni. Gliel'ho anche detto, prima. Non ho mai niente da fare. È andata così.
No, non volevo angustiarla. Maledizione, come al solito parlo sempre io. Intanto siamo quasi arrivati. Mi fermo un paio di isolati prima, per non crearle imbarazzo. Ecco. Buongiorno. Ho detto buongiorno!"

Il cellulare, appena riacceso, squillò. Il professore accostò con calma. Era suo figlio, aveva vinto il concorso all'università. La moglie ne sarebbe stata felicissima. Ora però era atteso ad un congresso, per presiedere una sessione scientifica.

 

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9 commenti:

  • Anonimo il 11/07/2011 20:36
    Ottimo stile ma quasi incomprensibile... hai ammucchiato; e nella tua testa tutto funziona... ci credo davvero, succede anche a me... Potrtesti porti domande logiche come se tu fossi un lettore... la figura trascinante dell'insegnante intriga all'inizio e poi si perde... ma lo stile è buono.
  • Gaspare Michele Leonardi il 09/02/2011 10:46
    Rashōmon
  • Antonella Fittipaldi il 15/04/2008 16:31
    Effettivamente a volte le apparenze o la posizione sociale, ci limita nelle scelte, e solo dopo ci rendiamo conto di cosa ci siamo persi.
  • filippo s ganci il 06/07/2007 16:00
    c'è effettivamente qualcosa, che nella storia non quadra, io non sono un critico, ma nel leggerla, ogni tanto mi fermavo per capire l'impostazione, come trama potrebbe essere interessante!
  • luigi deluca il 23/06/2007 18:25
    non capisco perchè Lui abbia raccontato tante fandonie a Lei, (se la telefonata finale è vera, allora Lui s'è crudelmente preso gioco di Lei per scaricarle addosso
    "l'insuccesso" della sua vita!)
    oppure sono totalmente fuori?
    Aggiornami, gigi
  • Antonio Guizzaro il 16/06/2007 23:23
    Mio cortese ed iterativo censore. Lei è anche criptico, laddove afferma che il lavoro non è adatto ad essere ascoltato, ma letto. Lei l'ha letto. Oppure se lo è, per qualche motivo, fatto leggere? Cosa significa evocare informazioni?
    Che cosa è la visione drammaturgica dell'insieme?
    Comunque grazie. Le sue opinioni sono all'altezza della sua produzione su questo sito a tutt'oggi.
  • Giacomo D'Alia il 16/06/2007 14:42
    Se il pezzo deve essere un monologo è assai poco teatrale. Il ritmo non è adatto ad essere ascoltato, forse di più ad essere letto. Le informazioni vengono date in maniera troppo diretta anzichè essere evocate. La struttura stessa del monologo risente di una inesistente visone drammaturgica dell'insieme. Da migliorare
  • Giacomo D'Alia il 16/06/2007 14:40
    Se il pezzo deve essere un monologo è assai poco teatrale. Il ritmo non è adatto ad essere ascoltato, forse di più ad essere letto. Le informazioni vengono date in maniera troppo diretta anzichè essere evocate. La struttura stessa del monologo risente di una inesistente visone drammaturgica dell'insieme. Da migliorare

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