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Sapore di mare, sapore di te...

Sono entrato in questa stanza da una settimana…dalla finestra filtra un lieve raggio solare, raggio che tra poche ore sarà densissimo, caldissimo e l’odore sgradevole di questo posto?" squallido, lontano dal mio tepore domestico- sarà ancora più estenuante.
Provo a muovermi e lo faccio con una difficoltà incredibile: avverto dolori lancinanti, sempre più forti.
Il mio compagno di stanza è sveglio da un bel po’: guarda invano il soffitto e insegue chissà quali sogni, quali pensieri; ha lo sguardo beato: forse rassegnato? Quale è stata la sua vita? Vita ormai passata, ha i suoi anni, le sue difficoltà nel muoversi…forse sa che quando si alzerà da quel letto sarà per varcare le soglie del paradiso.. o dell’inferno? Chissà…! A me sembra un brav’uomo.. sì che da vecchi dicono che si diventi più buoni! I pensieri degli altri mi hanno da sempre incuriosito…che stia in questo momento sognando la sua giovinezza? Il suo primo amore? La gioia provata quando partorì sua moglie la prima volta? Il profumo dei fiori del giardino di sua madre? Possono essere tanti: ora sorride! E allora sono certo che il suo pensiero è un felice ricordo, magari non avrà neanche avuti tanti di momenti spensierati nella sua vita ma, regredendo lungo i gradi di tutto il suo essere, eccolo lì: ha trovato il suo ricordo felice e ora lo rivive, come fosse la scena di un film amato che non smetteresti mai di rivedere!
Se dovessi pensare alla mia vita direi che ne ho tanti di ricordi, tutti molto belli… vorrei parlarne con qualcuno per dirgli “Amico, vedi che la vita è da vivere” e invece sono qui e non riesco a parlare e sento le parole in gola bloccarsi come tremito di pianto che vuoi fermare.
Così mi resta la scrittura e con questa voglio liberarmi, sfogarmi: ritornando ai ricordi felici nella mia mente ci sono due immagini ferree, bellissime e saranno quelle che porterò per sempre nel mio cuore e non solo.. le porterò dovessi varcare i cieli e volare tra le nuvole.
La prima è un’immagine: la volta che strinsi mio fratello appena nato fra le braccia; tremavo, ero stupito, meravigliato, folgorato…cosa mi faceva provare tutto questo? Sentire quella creatura viva, sorridente e pensare che io l’ avrei cresciuto, io l’avrei amato, io l’avrei protetto così come allora lo cingevo. La bellezza e la trasparenza del suo sorriso ancora informe, ingenuo, alba di una vita nuova, è ricordo profumato di infanzia, di sogni ad occhi aperti, di notti trascorse a guardarlo dormire.
Il secondo ricordo è una musica: mia madre che canta mentre lava i piatti, spolvera la casa, cucina, lava ovunque; questo è fatto di note spesso stonate ma sono la serenità e io spesso, sdraiato su un divano a leggere o a giocare, pensavo: ”Ho la mamma più bella del mondo”… e anche quando si infuriava sembrava che la sua voce cantasse perché non riusciva mai ad assumere toni troppo aspri o ricchi di eccessivo rimprovero.
Mia madre: le mattine estive, quando non si andava a scuola, ci svegliava prestissimo, ci mettevamo il costume, facevamo colazione e partivamo per la spiaggia; ovviamente non avevamo l’automobile e il mare era dall’altra parte del paese…Lei con una forza di volontà incredibile e indicibile, prendeva me e mio fratello una in una mano e uno nell’altra, caricava sulle sue fragili spalle il borsone e tutti e tre, io e Giulio sempre un po’ imbronciati per non avere dormito abbastanza, andavamo al mare e lei camminava, camminava e a volte sembrava anche un po’ stanca, fino a quando non arrivavamo al panificio e compravamo la focaccia e all’angolo dopo riempivamo la bottiglia dell’acqua dalla fontana. Erano all’incirca tre quarti d’ora di cammino: già quando vedevo il mare cominciavo a sfuggire di mano a mia madre e saltavo, attraversavo la strada senza dirle nulla e la sentivo urlare:

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1 commenti:

  • sara rota il 01/08/2007 17:17
    Mi ha commosso, per certi versi mi ha ricordato attimi della mia infanzia. Brava.

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