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ANGELO DALLE ALI CARICHE DI TNT

Salve, io sono Sahib, ho 13 anni e vivo in uno di quei tanti villaggi in Iraq e … io sono un kamikaze.
Kamikaze significa “vento divino”.
Io, fra poco, sarò il vento divino che soffierà su questa buia e malvagia città.
No, non spaventatevi, non sussultate per questo mio crudele destino perchè questo è e sarebbe il stato il mio destino fin dalla nascita.
Sin da piccolo sono stato educato, addestrato solo e unicamente per questo momento.
Mio nonno era un kamikaze, mio padre lo è stato, un martire, e ora tocca a me divenire un eroe.
Ricordo bene il giorno in cui accadde e l’affollarsi delle emozioni dentro di me. Mia madre mi disse solo che mio padre era diventato un martire, un eroe, e che dovevo esserne fiero, poi si sedette sul letto, la nonna la seguì chiudendo la porta dietro di sé. Ma una porta non bastò a coprire i lamenti, le urla di mia madre e il pianto.
Come avevano potuto creder che una sottile porta di una costruzione pericolante potesse contenere il dolore di una vedova tropo giovane?
E lei … lei come ossessionata continuava a ripetersi … Allah … Allah … per Allah … sussurrandolo e dondolando ripetitivamente avanti e indietro.
E io … io ricordo di non aver pianto, no, non ho pianto … ma, dentro di me, ho urlato tanto … tanto.
Ed era come sentire una musica assordante nella mia testa, assordante ma al contempo sublime, come quando un coro di soprani intonano una nota alta, la potenza e la fragilità di quel suono …
La potenza e la fragilità di quel momento.
Manca poco. Il mio corpo scoppierà, si dilanierà e squarcerà in mille frammenti di me, e con me tanta altra gente, io sarò il vento divino che ripulirà dal peccato, spazzerà le ingiustizie e riporterà la quiete.
Io sono pronto.
Dio è con me.
Ne sono certo. Eppure … eppure non capisco perché mi senta così vuoto dentro.
Sin da piccolo il mio destino è stato questo, già deciso, già stabilito, perciò in questi 13 anni di vita non ho fatto altro che ubbidire alla mia famiglia ma, prima di compiere i mio destino, avrei voluto esaudire un mio desiderio, un piccolo, banale, stupido desiderio: avrei voluto conoscere l’amore. Il sussulto che fa il cuore quando ci si innamora, le emozioni che si provano, la gioia di sapere e di sentire che c’è un’altra vita che vive solo per te e solo perché sei vivo anche tu.
Avrei voluto provare anch’io questo sentimento ma purtroppo non c’è stato tempo. Qui la vita è così: si nasce, si muore, si vive solo se sei fortunato …
Ma ora non ha più importanza. Il mio corpo si fa più pesante e il cuore batte all’impazzata. Lo vedo, è quello il mio obiettivo, il bazar.

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9 commenti:

  • antonio monteleone il 01/06/2010 21:18
    hai talento, continua a scrivere!!! ... se vuoi prova a leggere il mio racconto Porta Palazzo, e fammi sapere che ne pensi
  • Guido Ingenito il 01/06/2010 19:07
    concorso vinto meritatamente. complimenti per il coraggio, bravissima - scrivi molto bene, senza sbavature.

    Guido
  • ayumi il 26/06/2008 15:11
    grazie per i commenti che avete lasciato, tutti molto positivi^_^ volevo solo rendervi noto che con questo testo ho vinto un concorso scolastico e vi ho partecipato spinta dai vostri commenti positivi quindi ancora grazie^^
  • Maria Lupo il 12/10/2007 02:01
    Ho letto questo racconto perchè qualcuno me lo ha segnalato. È scritto bene, intenso, in alcuni punti commmovente. Non mi piace l'incipit.
  • Ivan il 29/09/2007 11:32
    Grazioso? Stupendo, un racconto che meriterebbe di essere letto nelle scuole... Sei davvero brava. Aspettiamo il prossimo.
  • Luigi Lucantoni il 15/08/2007 22:00
    Un'analisi e un'immedesimazione assolutamente perfette.
    Quando il lavaggio della mente arriva aquesti livelli dovremmo sforzarci di vedere il problema nella sua globalità.
    Polemizzare come fanno i nostri politici e tuttologi (che in realtà hano altro per la testa) è quanto di + gretto si possa fare.

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