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Non vorrei esser nato mai...

Eccomi qua. Disteso sul letto. Con questo corpo sgraziato (privo veramente di grazia), piegato e piagato. Le gambe atrofiche e rinsecchite, i piedi ricurvi, le braccia perennemente ripiegate e i polsi curvi in modo innaturale. I movimenti a scatto, apparentemente bruschi, impossibilitati a gesti e a movenze fluide. Lo scatto della mandibola che impedisce alla parola di trovare un suo senso. Fisso il muro bianco che mi trovo in alto e penso…io non sono questo corpo, io sono solo un organismo. Sono “sezionato”, diviso, scomposto, separato. Io “sono” un corpo dolente, un organismo ammalato, inefficiente, malandato e sofferente, sono squilibrato e sbilanciato, malfermo e disarmonico. Non c’è sguardo di desiderio su questo corpo, non c’è struggimento, ansia o bramosia in cui perdere i propri sensi. Respiro e solo ascolto il silenzio. Sento un battito lento e regolare; è un suono sordo, cupo, lieve. Nelle profondità della carne continua il suo interminabile pulsare, nessuno mai ha sentito l’eco di questa vibrazione, è un suono segreto, celato e riposto. La finestra è aperta, spira il vento e la brezza; ecco, solo loro mi accarezzano, non gli ripugna sfiorarmi il corpo delicatamente, serpeggiare fra le mie dita, scompigliare i capelli e insinuarsi fra le pieghe più segrete. Chiudo gli occhi e lascio che ogni fibra del mio corpo assapori il brivido delicato dato dal vento e porti con sé un segreto d’amore.
Ho bisogno di un dono, il dono di uno sguardo d’amore, uno sguardo di memoria e di ricordo, ma so che resterò da solo su questo letto lindo e con un pensiero che si dipinge nella mia mente e che dice: non vorrei essere nato mai…

 

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4 commenti:

  • Marcello Piquè il 26/12/2016 17:13
    Un bel tristissimo racconto che fa riflettere su cose che invece cerchiamo di evitare. Bravo.
  • Alda Visconti Tosco il 19/12/2007 13:05
    ciao Ermes,
    la disabilità è devastante, e comprendo il tuo disagio, io sono affetta dalla Sclerosi Multipla e vivo perennemente emozioni a volte simili alle tue o le condivido con "compagni di avventura"
    Non riuscirò mai a dire di sventura, perchè credo che "accada"... che sia la distrofia, la tetraparesi o la sm, sono malattie che ledono la nostra femminilità, mascolinità... ledono il nostro io, le emozioni più intime ed epiteliali... sei stato stupendo nel tuo esprimerti e mi hai commossa fino alle lacrime, quelle che ultimamente mi accompagnano spesso... cosa dirti? nulla non ho parole...
    alda
  • patrizia chini il 31/10/2007 22:30
    scorrevole e ben strutturato, il testo commuove e fa salire la rabbia contro la natura che ingiustamente colpisce a caso e, dà a chi più e a chi meno, sofferenze e umiliazioni... le malattie invalidanti sono le peggiori, quelle che ti fanno dipendere dagli altri, che colpiscono l'uomo nella propria dignità... che ti fanno sentire addosso sguardi pietosi. In questo caso dobbiamo lottare con più forza, mai perdere la speranza, la fede in tempi migliori. Ti sono vicina, ti abbraccio.
  • Stella La Rosa il 18/09/2007 21:35
    Intenso e corposo. Ben scritto, complimenti.

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