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La rosa pensatrice e le sei ore

Sono una rosa senza spine spero che le mie prime sei ore non abbiano fine, ho la rugiada come vicina che sorride alla mattina, le mie compagne sono fiori e dei prati siamo i padroni.

La mattina non lo sà se la notte tarderà.

Ora sono cresciuta ed i miei petali profumati fanno invidia a tutti i prati, intanto la mattina è perplessa perchè sembra che la notte si appresta, si appresta e si prepara a fare a botte con la mia linfa di cui non ho scorte.

Ora mi trovo in un mazzo di fiori e la mattina con la rugiada sembra quasi addolorata ed il mio pensiero va a quei bei prati fioriti.
Oh, me misera che non fui in grado di andare aldilà delle cose materiali, le quali non mi fecero notare la costanza delle mie compagne nel pensare che anche se nel creato cèera chi soffriva per vari motivi, la luce della speranza e la sete d'amore risolveva ogni problema di cuore.
Ecco, io che fui colta per un'amorosa, prego la morte affinchè non sia frettolosa, almeno il tempo per un'ultima riflessione.

" Se paragonassimo i primi anni della vita alle sei ore dall'alba al mezzoggiorno, per arrivare agl'anni dell'amore a quelli della progenie che comprendono le sei ore dal mezzogiorno al tramonto, per poi andare agl'anni dell'anzianità che durano sempre sei ore dal tramonto a mezzanotte, ed infine trovarsi alla fine del ciclo vitale che dura sei ore, dalla mezzanotte all'alba, tutto questo calcolando un'età media, finalmente finiremmo di pensare che la morte fosse un castigo o una cosa terribile ma basterebbe pensare che prima dell'ora fatale potremmo sfiorare quel primo raggio di sole appartenente all'alba ossia la vita".

 

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