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Diabete

Fermo la bici per una breve sosta. Sono davanti alla vetrina di Agostinelli, in pieno centro, abbigliamento da uomo. La vetrina è a forma di monitor, un grande monitor.
Pantaloni casual ma anche abiti d'una certa tendenza. Completi classici e giacche dalle forge più varie. Nell'angolo a destra, in basso, le maglie colorate a tinta unita, agghindate su camicie dai colletti alti, a righe perlopiù, ma anche a trame fantasiose. Alcune troppo vistose, nonostante i colori tenui.
Nell'angolo opposto, un manichino da uomo, bruno, col viso al cielo. Le braccia simulano un movimento innaturale. Una leggera flessione della gamba destra, lascia pensare alla corsa interrotta dal dovere di fissità. Forse l'inseguimento di un aquilone. Indossa una maglia rossa e pantaloni neri. La camicia a righe spunta con il colletto alto e senza bottoncini. Le scarpe da ginnastica bianche, con 2 strisce azzurre trasversali, lasciano intravedere appena il bordo del calzino arrotolato, bianco anch'esso. La caviglia scura a stento visibile, raccorda la scarpa al pantalone, tirato su ad arte.

D'improvviso la vetrina si appanna leggermente d'un alone incolore. Vapore diffuso sulla superficie liscia del vetro. Si intuiscono movimenti lievi e confusi dietro le quinte. Mi stropiccio accuratamente gli occhi, temendo un improvviso calo di glicemia. Fantasia impertinente già da qualche anno. Li riapro e quel vapore biancastro si è dissolto, mentre lo scenario è completamente mutato. Il manichino ha cambiato sesso. Ora è una ragazza mora, con occhi bassi, grandi e castani. Carnagione di velluto. Indossa una gonna scozzese corta, anni settanta. Una maglia aderente bordeaux, come il fondo della gonna. Calzettoni in tinta con la trama dei rombi, d'un rosso tenue. Scarpe nere con tacco appena pronunciato. Sul fondo una serie di gonne d'ogni tipo, aperte a ventaglio, formano un anfiteatro femmineo e sensuale. Nell'angolo destro, camicie e maglie maschili trasformate in scarpe da donna, con tacchi alti, abbinate ad altre gonne dai colori e dai modelli più giovanili. Un abito lungo, di seta nera, sinuosamente spillato lungo la parete destra, chiude la scena. Ed io chiudo gli occhi, conto fino a quindici e li riapro. Ma la vetrina è ancora così, addobbata al femminile, allegra ed erotica assieme. Due passi indietro, lo spazio necessario per controllare l'insegna sopra il civico 57 : "Agostinelli, abbigliamento da uomo".

Inforco la bici e proseguo a pedalate lente fino al sottopasso, dove la sollevo col gesto agile di sempre, scendendo pensieroso. Quindici gradini in discesa, e quindici in salita a trenta metri più in là. Oggi Nico, il mio medico, mi sente. Deve smetterla di raccontarmi storie, che sto bene, che i valori glicemici non sono alterati. Non ho il diabete, dice, neppure tendenziale. Nel test del mese scorso a me sembrava chiaro lo sbalzo di glicemia tra il prelievo delle sette e quello delle 10, 30. Ma Nico mi rassicura, temo, solo perché sa del mio temperamento ansioso. Non hai il diabete, mi ripete paziente più volte, non è quello.
- "È che devi moderare l'uso del p. c., la frequentazione dei forum e delle chat. Fabbriche di fantasie, che poi s'infilano dappertutto. Non solo nei sogni. La ragazza del ""giochino"" on line del giovedì- incalza con un sorrisetto sarcastico - non è mora, pelle di velluto, occhi grandi, gonna scozzese?"

 

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