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Ode all'albero

è incredibile quanto sia puntuale la natura. Sono sul mio letto che ascolto musica da un lettore e guardando dalla finestra vedo le foglie di un albero che si lasciano cadere trasportate da un vento leggero.
Ogni anno puntuale;gli inizi di Novembre portano sempre un briciolo di malinconia a chiunquesi soffermi solo un attimo a notare con quale perfetto tempismo ogni anno gli alberi decidano di farsi spogliare dio ciò che possiedono in questo preciso periodo dell'anno. Ecco una cosa couriosa, perchè proprio in questo periodo?
Eppure un qualsiasi essere vivente in questo periodo ci penserebbe due volte prima di togliersi di dosso qualcosa che lo possa riparare dai primi freddi pre-invernali.
Invece gli alberi no; loro si spogliano e restano la, tutti nudi a prendersi quei simpatici venticelli gelidi che noi uomini evitiamo con felpe e giacchettini vari: FESSI!
Ma non dimentichiamoci i sempreverdi: loro si che sono furbi, inverno ed estate sempre con il loro bel carico di foglie a proteggerli da qualsiasi tipo di attacco climatico; ma non suderanno d'estate?
Certo, resina docet!
E un sudore appiccicoso come il loro è difficile da trovare in giro, anche se qualcuno ci va molto vicino!
Provate a mettervi nei panni di un albero: ancora non è nato e ha già 1000 pensieri per la testa. Dove mi pianteranno? Si prenderanno cura di me? Mi faranno crescere ben eretto? Mi beccherò qualche fumine quando sarò grande? E i funghi, quei maledetti, mi useranno per la loro crescita?
Non sono di certo problemi da trascurare, ma il problema più grande è che l'albero non può farci assolutamente niente!
Ah, se un albero potesse parlere quante ne avrebbe da dire!
Comincerebbe a sparare a zero su tutti noi che con le macchine mettiamo nell'aria della roba per lui irrespirabile, ci racconterebbe del viaggio che ha fatto quando era un seme trasportato dal vento, di quando due innamorati hanno inciso sul suo tronco i loro nomi circondati da un cuore procurandogli un dolore atroce; vorrei vedere voi a farvi incidere sullo stomaco una scritta e stare zitti a subire!
Invece l'albero deve stare zitto perchè non è in grado di parlare la nostra lingua. Lui sa parlare solo con i suoi simili, meglio se della stessa famiglia. Chissà quante ce ne dice dietro!
Credo che l'unica persona che sia riuscita ad avere una conversazione con un albero sia stata Heidi, ma il fatto che le caprette gli facessero ciao forse mette in dubbio le sue capacità di intendere e di volere.
Forse è proprio il caso di dire che un albero non riuscirà mai a parlare con noi e viceversa.
Però pensate solo un attimo alla possibilità che un albero possa parlare.
Niente più piromani perchè spaventati dalle minacce degli alberi, niente più disboscamenti sempre per lo stesso motivo.
Però un attimo: niente più disboscamenti significa niente mobile di lusso in sala, niente chitarra nella custodia, niente matita nell'astuccio, niente baita in montagna, ma soprattutto niente letto su cui sono sdraiato mentre scrivo ne tantomeno carta per scrivere e perciò niente di quello che avete appena letto.
Facciamo una cosa cari alberi, voi ci fornite legno e carta in abbondanza e noi ci impegniamo a non lasciare focolai accesi in campeggiatura, ok?
Credo sia un buon compromesso.
E comunque grazie per quello che siete, per quello che rappresentate e per quello che disinteressatamente fate per noi da parte mia, che slo guardandovi ho avuto voglia di scrivere questo pezzo e da parte di tutti quelli che leggeranno, perchè sono sicuro che d'ora in poi avranno un occhio di riguardo per voi.

**questo testo non vuole incentivare il disboscamento di massa, ma solo soddisfare la voglia di un giovane autore di scrivere il suo racconto senza fare alcun tipo di propaganda**

 

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