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LE GAMBE LUNGHE DELLA GIOVINEZZA

Antonio era un gran sognatore ed era convito un giorno avrebbe cambiato il mondo con le sue idee, non sopportava i prepotenti, i gradassi ne tantomeno sopportava
il salumiere sotto casa che guadagnava troppi soldi vendendo alimentari d’ogni genere.
Non gli andava bene nessuno, tanto meno se stesso ,
qualche volta aveva perfino alzato la voce e apostrofato
una brutta parola di scherno d’avanti allo specchio :
ridicolo tu vorresti cambiare il mondo, tu simile ad una pulce, tu che non riesci a stare un minuto fermo a riflettere sulla realtà delle cose mi fai ridere pusillanime gridava e scappava via facendosi marameo allo specchio.
Antonio Vadodifretta sempre di corsa come se avesse
dei tizzoni ardenti nelle tasche dei pantaloni, sempre
in giro per la città.
Non era alto assai, aveva denti da coniglio, occhi come
il mare, capelli castani come le castagne che producono sogni ricoperti di spine. Antonio non aveva tanti amici
non gli piaceva stare in compagnia, amava viaggiare
con la fantasia di starsene
da solo a pensare ad un mondo possibile a sua misura dove egli avrebbe imperato o fatto quello che gli pare senza dar conto a nessuno. Sapeva trasformarsi essere mille facce , mille personaggi, mille individui ora un viaggiatore distratto nella metro, ora un passante raffinato lungo
il corso principale, ora un spettatore di teatro, ora un imbecille fermo alla fermata dell’autobus, ora se stesso,
ora l’altro che gli stava di fronte.
Antonio sapeva volare, camminare sui tetti delle case
divenire un tenero romantico ammirare il tramonto
e dipingere l’orizzonte a sera sulla sua tela di carta pecora.
Antonio aveva diciottanni, non aveva un padre e viveva da solo con la sua vecchia madre che non si sapeva neppure per certo se fosse per davvero sua madre naturale.
Antonio faceva tutto di fretta senza badare a domani senza riflettere su ciò che facesse e per questo fu bocciato a scuola innumerevoli volte perfino il preside e le maestre si misero a piangere per lo sconforto quando furono costretti a bocciarlo per l’ennesima volta in quarta elementare.
Antonio non sapeva star fermo nel banco e voleva volare, scappare via andare in giro per la città insieme
ai passeri ed i passanti distratti.
In classe era svogliato prendeva la o per i e la c per d
non sapeva sommare tre sacchi di farina con due sacchi
di grano e pretendeva d’essere ascoltato in bagno
dai suoi amici di scuola .
Amava raccontare le sue sbruffonerie molti gli credevano
altri andavano a riferire tutto alla maestra cosi Antonio
finiva in punizione.
Antonio magro come un grissino con due occhioni di gatto
randagio quando incontrava lo sguardo di qualsiasi altra persona faceva scoppiare dal ridere, metteva subito
di buon umore.
Qualcuno non riusciva a frenare il riso e finiva all’ospedale
con crisi convulsive.
Antonio aveva tanti sogni chiusi nel suo cassetto
sogni che sapevano colorare i suoi giorni grigi,
sogni che erano gustosi come torroncini e caramelle.
Antonio era buono come il pane , come lo zucchero filato
come il gelato, come le fragole ma causa la sua irrequietezza non potevi parlargli con calma fargli capire cosa era giusto, cosa era sbagliato non riuscivi mai a concludere un discorso perché egli era già scappato via
in cerca di qualcosa altro forse d’una stella cometa, forse
d’un sogno, forse d’un amore chiamato giovinezza.

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 03/06/2011 19:02
    Dolcissima
  • Anonimo il 20/05/2011 16:05
    mi piace questo Antonio... devo dire bravo domenico
  • Tobias Wallace il 07/05/2009 18:00
    Che bravo... Antonio
  • Vincenzo Capitanucci il 11/02/2009 01:36
    Stupenda fiaba... cinque sacchi... in pane di stelle...

    Un vero gatto... con gli stivali...

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