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Sulla riva del mare
È proprio una serata fresca e un leggero vento accarezza tenuemente il mio volto. Io, però, sento dentro un gelo terribile, una rabbia che non trova sfogo; vorrei in questo momento spaccare tutto, lanciare in aria piatti e bicchieri, oppure buttarmi sul letto a piangere; meno male che ho deciso di non rientrare a casa e continuare a passeggiare sino ad esaurire le forze. È un momento no, come capitano a tanti, bisogna reagire! Le solite frasi fatte, luoghi comuni stantii, intanto tu stai lì impotente e fragile.
Quel capoufficio non la finisce di rompere: “Signor Riccardi, come mai non ha evaso quella pratica? ……. Dov’è l’incartamento dell’avvocato?... Si svegli, sempre con quell’aria annoiata, più iniziativa………Se continua così, lo sa a cosa va incontro?” A cosa? Vorrei proprio buttarti in faccia tutte le carte e dire quello che meriti, ma poi che sarà poi?
E stamattina il macigno sulla mia testa e sul cuore. Non ero ancora sveglio del tutto, quando Luisa ha stranamente chiamato.
“Ciao, amore, che bel buongiorno!” le sussurrai.
La sua voce sembrava una lama tagliente: “È stato meglio sentirci per telefono. Rino, la nostra storia è finita. Arriva l’istante in cui si avverte che la magia, l’incanto dell’amore si è dissolto, come il vento nella notte. Non ci puoi fare niente e la pietà è un brutto cliente. È meglio troncare così tutto in una volta. Perché parlarne ancora? Per soffrire di più? Non è successo nulla: solamente non ti amo più. Non mi cercare. Addio!!”
Sono rimasto impietrito, incapace di dire una parola; quando avrei voluto reagire, dall’altra parte solo il tu-tu del telefono. Un anno e mezzo di vita in comune: quante speranze, desideri, progetti….. le possibilità dell’amore e dell’avvenire……. Tutto andato in fumo, l’amore buttato via nella pattumiera irrimediabilmente………
Mi sento sfinito; non so come sono arrivato sulla spiaggia, non c’è nessuno, la luna offre una tenue luce e le onde si muovono piano piano, sembrano rispettare la malinconia dell’anima. Vengo sempre qui di sera quando il mio cuore ha bisogno di essere cullato per non infrangersi e di solito mi rigenero…. Questa notte però il fardello é troppo pesante……. Tu, mare sei così tranquillo, mentre io…..
Chiudo gli occhi: le onde, leggeri rumori in lontananza, il silenzio dell’inesplicabile mi spingono lontano, lontano quando……
“ Signore, perché piange?” È la voce di un bambino spuntato chissà da dove.
“E tu da dove arrivi?” esclamo.
“Cosa importa? Anche a me viene da piangere quando prendo un brutto voto a scuola…Poi giungo qui e l’energia del cuore mi invita a inseguire i sogni colorati. Sai, non bisogna mai smettere di spingere la creatività oltre gli orizzonti.”
“Ma sei proprio un sapientino. Non ci pensi a giocare?”
“Qui ci sono due aquiloni, corriamo e poi vediamo quale volerà più in alto”.
Mi sono trovato a correre all’impazzata dietro un aquilone, incredibilmente felice, per poi, esausto, vederlo volare in alto, lontano, sino a raggiungere i sogni perduti.
Il bambino corre via, salutandomi festoso.
Mamma mia, comincia a fare freddo e poi …è mezzanotte!!! Bisogna tornare a casa. Un ultimo sguardo al mare: sei meraviglioso e riesci sempre risvegliare pulsazioni di vita, proprio quando tutto sembra andare al macero. Mi sento diverso e non voglio più compiangermi. Bisogna dare una svolta, un’alba nuova è sorta dalle macerie della sofferenza, l’alba della fantasia.
Sono arrivato a casa e mi distendo nel letto sereno. Signor capoufficio, non credo che domani potrai ancora bersagliarmi, troverai pane per i tuoi denti!!!!!! E con Luisa chissà, chissà!!!!! Se vuoi, potrai trovarmi domani o in un giorno imprecisato ancora sulla riva del mare, teso ad ascoltare la dolce armonia delle onde, a inseguire i voli dell’aquilone e a risvegliare dal torpore i sogni del sorriso.
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