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Storia di una chiamata - Capitolo 5° (seconda parte)

IL CONVEGNO DI RIMINI

Oggi, nell’aprile dell’82, mi sto preparando per vivere una nuova, unica esperienza di fede: il Convegno del Rinnovamento nello spirito che si terrà a Rimini. A Catania si formerà un treno speciale riservato per tutti i partecipanti della Sicilia. Che bello! Sono già sul treno ed ho con me i fratelli della prima ora: P. Vincenzo, Pippo, Aurelio, Salvo e Corrado.

Come sempre è molto emozionante per me la traversata dello Stretto e al rientro resto sempre affacciata al finestrino del corridoio, ma Corrado premuroso si avvicina: “Rorò” esordisce (è il diminutivo che usa in certi momenti, a me piace molto, perché mi fa sentire giovane come lui che ancora non ha compiuto vent’anni) “Stai attenta, facendo così ti stancherai e non potrai assaporare i sacri momenti del nostro convegno di Rimini, su presto vieni a sederti al mio posto, è vicino all’altro finestrino”.

Sorridendo convinta accetto il suo “velato ordine”.

A Bologna il treno si ferma per la coincidenza e abbiamo quasi tre ore libere a nostra disposizione.

È una città medievale, m’ispira molto, sto contemplando le due artistiche torri della “Garisenda” e degli “Asinelli” e Pippo propone: “Dai, lasciamo qua Rosarita, la passiamo a prendere al nostro ritorno”. Tutti ridiamo, quindi si riparte “Signori in carrozza!”.

Il treno riprende la sua corsa e noi ci muoviamo per fare una visita di cortesia ai fratelli del vagone accanto. Il nutrito gruppo di Palermo è guidato da P. Mari è deciso questo monaco con una chierica vigorosa e con i pochi capelli rimasti tenacemente attaccati alla sua testa. Gli occhi, indagatori e penetranti, pare siano avvezzi a leggere dentro i cuori degli uomini.

A vederlo così, a prima vista, mi dà l’impressione di un uomo “severo”, “deciso”, mi sembra un antico profeta biblico. Anche lui sembra scrutarmi con interesse, ma si limita a mormorare un formale “Benvenuta fra noi, Rosarita”. Mi allontano, lo guardo perplessa e mi dic “Questo monaco avrà un ruolo nella mia vita” e questo pensiero è “strano”.

Il treno continua la sua corsa, noi siamo già ritornati nel nostro scompartimento e mi chied “Dove sono i miei bagagli?”, Corrado si è assunto il compito di sistemarli e trascinarli via insieme al suo leggero borsone.

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