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Paris, mon amour

Da qualche anno ormai correvo le strade cittadine e non solo per fotografare. Books, moda, teatro, concerti, noiose cerimonie. La tastiera ormai era solo un ricordo: di tanto in tanto un incontro tra vecchi amici bluesmen.
In quel momento però ero triste: da alcuni giorni erano entrati in casa simpatici sconosciuti che mi avevano ripulito di tutto il materiale fotografico ed anche della tastiera.
Quella sera mi telefona un caro amico dicendomi:
- Ehi Claudio, hai un po’ di tempo per una cenetta? Dovrei presentarti una persona che ha bisogno della tua esperienza come fotografo.-
Certo che andai all’incontro, quando non hai impegni prossimi significa anche avere molto tempo libero. Intanto pensavo se valesse la pena ricomprare tutto o inventarmi di nuovo la vita.
Incontrai Guido alla solita trattoria in Trastevere e m’informò che il giorno prima aveva conosciuto una ragazza francese, venuta a Roma per fare un corso di fotografia, ma che, a causa di una terribile influenza, era stata assente tutta la prima settimana alle lezioni.
- È bella? ?" gli chiesi.
- Carina, niente di particolare?" mi rispose.
Claire arrivò poco dopo e Guido provvide alle presentazioni. Parlammo del più e del meno, del suo corso, del fatto che il padre era italiano, ed altro e intanto la guardavo. Non conoscevo i gusti del mio amico in fatto di ragazze ma Claire, anche per via di quell’accento francese io la trovai irresistibile, non solo bella; se mi fosse stato concesso l’avrei baciata lì, in trattoria, davanti a tutti. Prendemmo accordi per incontrarci l’indomani e ci salutammo. Tornado a casa pensai a mille modi di fotografarla: quel viso, dai capelli corti neri, con due occhi grandi anch’essi neri, il naso leggermente storto, ma piccolo; e quella bocca di una sensualità estrema: mi ci sarei perso volentieri dentro quelle labbra piccole e carnose, in fondo, dopo la storia con Grazia, era già più di un anno che non vivevo un amore. Non sapevo vivere senza un amore, anche dopo aver preso begli schiaffi: si può vivere senz’amore? No, io lo trovo squallido.
Volavano così i miei pensieri quella notte, ma la realtà mi ricordava che avrei dovuto comunque fare una scelta per sopravvivere. I tempi erano cambiati, non era più tanto facile inventarsi un lavoro: o sei un professionista o sei tagliato fuori.
M’incontrai con Claire, detti uno sguardo al programma delle lezioni, era tutt’altro che pratica, molta teoria, in ogni modo riuscii a darle diverse informazioni, mi confermò che il giorno seguente sarebbe tornata al corso e ci scambiammo il numero di telefono. Notai che nel suo sguardo c’era sì un segno di simpatia, ma niente di più. Ma, io, quando una ragazza mi piace, non mollo facilmente. Conquistare il cuore di una ragazza, per me, è una sfida, non solo per il gusto di riuscirci, ma per potermi liberamente innamorare e dare spazio ad emozioni che il più delle volte mi risolvono anche i problemi della quotidiana esistenza. Se ami, hai voglia di lottare, di fare qualsiasi cosa: l’amore è la migliore arma contro l’incipiente depressione. Se poi ti bruci un po’, fa parte del gioco.

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6 commenti:

  • simona bertocchi il 24/01/2008 11:02
    Ci sta bene una bella musica blues di sottofondo.
    Bravo
    Simona
  • Gabriella Salvatore il 08/01/2008 10:48
    amo la fotografia e amo Parigi, ho letto con piacere il tuo racconto
  • Anna G. Mormina il 27/12/2007 14:55
    ... che passione!!!
    ... comunque hai ragione, non si può vivere senza amore... spero tu reincontri la tua francesina!!!
    ,,, e ho compreso meglio le poesi di cui hai accennato!
    Bravo!
  • Claudio Amicucci il 23/12/2007 21:02
    Per merito di cronaca faccio presente che all'epoca dei fatti di questo breve racconto sono state scritte le seguenti poesie: Natale 1985; L'occhi tua; Voglie antiche; Emozioni; Un incontro.
    Se vi va di leggerle si capiscono meglio pensando all'incontro di tale racconto. Ciao a tutti. Claudio

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