username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Che sensazione di leggera follia!

    Ero già stato una volta a Parigi. Un brutto ricordo: una storia finita male, della quale racconterò un'altra volta. Per di più, in uno squallido alberghetto, quella volta, avevo contratto le piattole. Ma la voglia di rivedere Blanche era più forte di tutte le disavventure passate. Amavo quella francesina, ma la lontananza poteva rappresentare una minaccia. Già da qualche tempo, quando le telefonavo, avevo la sensazione che fosse un po' freddina: non sentivo più quella passione nella sua voce.
    Mi aveva lasciato per telefono l'indirizzo del negozio di suo padre dove mi avrebbe raggiunto e sinceramente, una volta lì, non seppi bene che pesci prendere: un napoletano, simpatico, ma pur sempre il padre; per fortuna poco dopo giunse la madre che iniziò a ringraziarmi per come avevo aiutato la figlia quando era a Roma: aveva avuto un problema ai denti e grazie alle mie conoscenze l'avevo fatta curare gratis all'Eastman. (Control)
    Finalmente dopo qualche minuto giunse anche Blanche, l'abbracciai delicatamente, ero pur di fronte ai suoi genitori e la differenza di età tra noi, in fondo, era notevole. Lei 20 io 39 appena compiuti.
- Vieni stanotte dormi da me, domani andremo a cena da loro-.
Durante il tragitto verso la sua abitazione, abbastanza centrale, tentai di abbracciarla e di baciarla: in fondo era per questo che ero venuto. Ma la trovai un poco scostante.
    Giunti a casa sua vi trovai un tale, di cui non ricordo nemmeno il nome, tanto lo odiai in quel momento, un punk gay, che Blanche si era prefissa di normalizzare e che dormiva con lei. Ragazzi, una delusione: possibile che Parigi ogni volta mi serbava una sorpresa negativa? Sistemammo un divano letto e dormii in sala: ci riuscii solo perché ero stanco del viaggio.
    La mattina seguente facemmo colazione tutti e tre dovendo fare buon viso a cattiva sorte, poi Blanche mi chiese se conoscevo un po' Parigi: alla mia risposta affermativa mi invitò a farmi un giro per la città; in fondo abitava al centro.     Ci saremmo rivisti nel primo pomeriggio. Arrivò sola, ma il rapporto era freddino e mi condusse a casa dei genitori per la cena, in quanto mi disse, strada facendo, ricorreva il compleanno di sua sorella Colette che compiva diciotto anni: feci giusto in tempo a comprare un mazzo di fiori per la madre e dei cioccolatini per la ragazza. Abitavano in una villetta su due livelli alla periferia Nord di Parigi. Superati i convenevoli restammo ad aspettare la giovane che scendesse dalla sua camera. Quando la vidi ebbi quasi un colpo, penso che il mio cuore smise di battere per qualche momento mentre non riuscivo nemmeno a deglutire, una sensazione fisica di disagio: una grandissima somiglianza con Anna, la mia prima ragazza, morta il giorno prima di compiere diciotto anni. Leggermente più alta, i biondi capelli più lunghi, un viso molto più intrigante di quello della sorella: un colpo di fulmine, senza nemmeno averci ancora parlato. Non so se i presenti percepirono quel mio momento in cui sembrava che tutto intorno si fosse fermato. Dopo le presentazioni di rito iniziammo a cenare: inutile dire che i miei occhi erano incollati ai suoi; per di più lei contraccambiava il mio sguardo con un sorriso sornione. Dopo cena cercammo di dialogare un po' tutti: fu una vera tortura, sembrava che il mio corpo fosse lì e la mia mente chissà dove, svanita, tra ricordi e pensieri. Fummo invitati a dormire li, naturalmente separati. Mi aspettavo la visita di Blanche, per darmi almeno un bacio di buona notte, ma non accadde nulla;  prima di prendere sonno mi appariva sempre l'immagine di Colette che scendeva le scale in tutta la sua fragrante bellezza e ne restai turbato.

123

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

13 commenti:

  • Claudio Amicucci il 24/12/2011 00:03
    Colpo di scena, attraverso facebook ho riallacciato un ottimo rapporto di amicizia. Blanche ha una figlia, Colette due figlie, e io ho tre figli. E.. sembrerebbe che siamo tutti e tre abbastanza felici... Bella la vita...
    Grazie Mathilda per il commento...
  • Anonimo il 23/12/2011 20:52
    bisogna imparare a vivere da chi ha più coraggio, spirito e cuore di noi.
    probabilmente Colette ragala il coraggio di vivere la leggera follia che non hai avuto con Anna, fantastica descrizione dell'amplesso, un vortice di pura passione; e dall'altra parte Blanche che insegna a dosare meglio il cuore.. entrambi servono per assaporare il gusto della vita.
    Complimenti
  • Dark Side il 20/11/2010 11:59
    bel racconto
  • Dolce Sorriso il 29/09/2008 23:50
    mi aggrego a loro che ormai hanno detto anche il mio pensiero
    davvero bella
  • suzana Kuqi il 02/03/2008 00:24
    sorprendente
  • Claudio Amicucci il 13/02/2008 03:58
    Grazie Sophie, hai capito perfettamente la situazione e il senso di questo racconto. Ti saluto caramente Claudio
  • Sophie DMF il 02/02/2008 18:01
    Come sempre... hai ricreato sapientemente la magia della tua vita vissuta... con quell'amaro tipico della nostalgia.. bellissimo! Avendo letto di Anna... secondo il mio modestissimo parere, credo che la risposta sia SI... Era una seconda chance di poterla rincontrare e amarla ancora su questa terra... Un bacio. Sophie
  • Claudio Amicucci il 01/02/2008 23:58
    Grazie Laura, so che hai capito il senso. Ho ancora un ottimo ricordo di quell'episodio, anche se potrebbe sembrare maschilista e approfittatore di situazioni. Non fu così: se vi va leggetevi "Frammenti d'elegia" o "Caro, vechhio blues". Ciao Claudio
  • laura cuppone il 01/02/2008 18:03
    carissimo Claudio... mi ricorda un po' la "lolita"... l'occhio che si fa ingannare da una somiglianza e che poi sviluppa in te delle emozioni nuove... non sempre si é preparati a distinguere... e a volte un bel ricordo é meglio di un brutto rimorso... ciao Laura
  • Claudio Amicucci il 31/01/2008 14:59
    Ciao Riccardo, ero diverso allora, non avevo una famiglia mia. Certo oggi ho un'altra morale. A quei tempi ogni avventura valeva la pena, capiscimi. Sto pubblicando i racconti come fasi successive della mia vita. Vedrai tra poco il cambiamento. Chiederò la correzione del termine. Grazie del passaggio e del commento.
  • Riccardo Brumana il 31/01/2008 13:13
    nessun amore per la vita, ma un uomo per un'intera famiglia.
    forse all'inizio intendevi dire che hai contratto le piattole, non contagiate!!! a meno che tu non gli abbia passato l'infuenza o simili.
    per il testo che dire... personalmente non gradisco i cambi di coppia all'interno della compagnia "inteso come gruppo di amici fidati che si frequentano spesso" ti lascio figurare all'interno della stessa famiglia.
    ma in fondo la morale è soggetta ad ognuno di noi, e se va bene a voi...
  • Ugo Mastrogiovanni il 30/01/2008 22:23
    Cammino di evoluzione spirituale che trova il suo archetipo principale nei contrasti interiori, non sempre palesi, ma che pur si scorgono nella trattazione raffinata e complessa, meditata ma sincera.
  • Claudio Amicucci il 26/01/2008 21:21
    Grazie Adelaide! Ciao Claudio

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0