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90 passi (parte 2)

60 passi ancora, magari 50 ed accennò un saluto peraltro maldestro alzando di poco la testa ed allargando il sorriso. Gli venne allora in mente che forse sarebbe stato meglio andarle incontro, sarebbe stata sicuramente la cosa più giusta da fare. Ma non voleva farlo per mille e più ragioni e non ultimo perché non voleva accelerare quel loro incontro così tanto imminente ma ancora non consumato, non voleva bruciare quella loro distanza tanto ansiosa ed eccitante, voleva goderseli tutti quei suoi 40 passi. Era vestita nel suo perfetto stile che sapeva essere sobrio quanto intrigante e allora tornò ancora più indietro, non al loro primo incontro, ma alla prima volta che l aveva vista. E neanche tanto si stupì nel ricordare nei minimi dettagli come fosse vestita quel giorno, non gli costava nessuna fatica, era ovvio, lui lo sapeva e nessuno avrebbe mai potuto cancellarlo. Sarebbe stato strano il contrario. 30 passi ancora, 40 al massimo. Poteva quasi sentirne l’odore, la splendida fragranza della sua pelle che non veniva mai corrotta, tutt’al più sedotta, da poche gocce di onesto profumo. E quante volte aveva avidamente inspirato quel suo splendido odore, quanta vita gli aveva dato, quanta forza, quanto coraggio. E poi gli vennero in mente gli odori di casa sua che gli sembravano così familiari come non aveva mai risocntrato da nessun’altra parte se non, per l’appunto, a casa sua. E questo vorrà pur dire qualcosa. “Madonna, che ansia.” pensò. Ormai erano così vicini che sembrava quasi si potessero toccare e quelli che ancora restavano erano 20, senza ombra di dubbio ormai, appena 20 passi. Man mano che si avvicinava era sempre più certo, ormai era sicuro di averla lì vicino e cominciava ad assaporare il momento esatto in cui si sarebbero trovati l’uno davanti all’altra, corpi così vicini da assorbersi, quasi da diventare una cosa sola, quella cosa che niente e nessuno poteva separare. E lui lo sapeva. Ed anche lei lo sapeva. E così i passi diventarono 10. Ormai c’era più poco tempo per pensare e fu solo un rapido flash realizzare che in tutto quel tempo non aveva fatto altro che rivangare e divagare e non aveva pensato a niente da fare, a niente da dire. E si sentì così impreparato, ansioso, inadatto, spaurato, inadeguato e sprovveduto e. Poi se la trovò proprio davanti, i loro occhi si incollarono gli uni su quelli dell altra e all’improvviso niente sembrò più avere importanza, niente esisteva più al di fuori di quel loro cerchio magico che si era venuto a creare cancellando le distanze. Fu come se un’unica forza si fosse divisa in due parti ed ora voleva solo ricongiungersi e così le labbra, le loro labbra, cominciarono a sfiorarsi, ad iniziare una danza seducente che presto gli fece schizzare il cuore in gola e girare la testa e nessuno potrà mai dirlo quanto stettero fermi in quel loro fantastico mondo, assaporando il momento. E poi le bocche si toccarono, e le lingue si intrecciarono, e le mani si strinsero e i corpi si avvinghiarono, e le loro anime si avvolsero creando trame meravigliose che sembravano dire: “Di due siamo uno, un uno stupendo davvero.”

Ps
…quel giorno non piovve.

 

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5 commenti:

  • Maria Lupo il 26/02/2008 01:32
    "Quel giorno non piovve", però, è carino
  • Maria Lupo il 26/02/2008 01:31
    È un bel racconto, molto sostenuto e avvincente anche se un po' confuso nella prima parte... ma dopo tanta suspence mi aspettavo un finale un po' più insolito!
  • Claudio Amicucci il 21/02/2008 20:41
    Bello Francesco, il commento vale per tutti e due i 90 passi. E la suspense che provoca la lentezza con cui si consumano. E la passione finale! Ciao a rileggerti, Claudio
  • NICOLA RICCHITELLI il 14/02/2008 11:41
    bellissimo

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