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Kiss the rain

E fu come ritrovarsi. Nella semplicità sconcertante di un abbraccio e di uno sguardo che, al di là di tutte quelle parole e di quel dolore, aveva saputo dire la cosa giusta. E mentre la pioggia, carezzevole e lenta, cadeva, bagnando i loro volti, entrambi capirono. Capirano che erano fatti allo stesso modo e che dagli occhi non scorrono solo lacrime di tristezza, ma anche gocce di pioggia, perle fresche di gioia che scivolano lungo le guance, fino alle labbra, che mai furono dolci come in quel bacio. D'intorno trascorsero le estati e gli inverni, le stagioni, gli anni, o forse un solo secondo. Ma seppero che, prima di quell'addio, si erano detti e dati tutto ciò che mai avrebbero potuto in una vita intera.
Quando i loro volti furono tornati da quel viaggio dei sensi, ristettero entrambi. Lui ansimante e profondo dei suoi pensieri e scosso dalle sue passioni; lei giovane e bella, come un fiore appena schiuso nella rugiada del mattino. I capelli umidi che le ricadevano davanti agli occhi, come rami, liane e frasche a proteggere, nel fondo della foresta, il tesoro antico e sempre nuovo di uno sguardo innamorato, la nascondevano quasi, ma lasciavano vedere il suo sorriso.
Fu allora che lui parlò:
"Semmai, un giorno, sentissi il bisogno di me... Bacia la pioggia. Mi ritroverai."
Lei lo guardò, persa in quelle parole; si avvicinò al suo volto, tendendo un dito verso l'angolo del suo occhio destro, dove un'ennesima goccia si attardava a cadere. Lasciò che quella piccola sfera d'acqua si posasse sul suo indice e poi l'avvicinò alla bocca di lui. Strofinò il dito sulle sue labbra e, in tutt'uno, avvicinò le sue a quelle di lui.
D'intorno, la pioggia, le cicale e il tempo.
Dentro di loro, un bacio, una storia, un'amore.

 

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9 commenti:

  • Lele M. il 10/12/2010 11:59
    Ho presente, ho presente.
  • Emiliano Shegani il 08/12/2010 22:13
    Bel racconto, mi ha tanto ricordato un opera di Gabriele d'Annunzio, dove c'è la descrizione del poeta e della sua amata che diventano un tutt'uno con la natura! Non so se hai presente l'opera...
  • Anonimo il 21/03/2009 12:05
    A dir poco meravigliosa... Leggendola, ho avuto davanti agli occhi l'immagine, "pittorica", dei due giovani innamorati. Molto efficaci i particolari descrittivi. Tutto, insomma, è impregnato di genuinità e di una sensibilità estrosa che supera l'apparenza e apprezza i gesti semplici rendendoli unici e sempre nuovi.
    Complimenti!
  • luigi deluca il 13/04/2008 07:00
    una fotografia... tipo l'addio di "Casablanca"
    in effetti meriterebbe un seguito, bravo!
  • Ugo Mastrogiovanni il 22/03/2008 10:00
    Il racconto del giovane Martone è delicato e vivo, particolareggiato e aleggiato come un’ode all’amore puro, supremo, grande, di un’intera esistenza. I dettagli descrittivi, anche quelli che per altri potrebbero sembrare trascurabili, sono esposti con mano educata alla composizione. Il tutto mette in luce il suo carattere riflessivo ed entusiasta di quel che crea ed è un piacere leggerlo.
  • Maria Lupo il 21/03/2008 00:39
    Scritto molto bene. Forse richiederebbe uno sviluppo... del prima o del dopo... ma forse va bene così, un momento di ispirazione
  • Lele M. il 20/03/2008 10:03
    Cara "Cinzia Gargiulo", sapessi come mi rende felice la tua domanda. Perchè si sono dovuti lasciare? È bello che qualcuno abbia colto il valore fotografico di questa scena: essa presuppone un prima e un poi e tu ti sei interrogata su di essi. Mi sento quasi di poterti promettere che un giorno lo saprai...
  • Cinzia Gargiulo il 19/03/2008 20:53
    Una bella pagina ricca di sentimento e di emozioni... ma io da inguaribile romantica ti chiedo: " Perchè si sono dovuti lasciare?"
    Un abbraccio...

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