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ADDIO

Non badare troppo alla forma. Qua e là ho scritto con foga, lasciandomi prendere dall’ingordigia di raccontarti chi sono. Finalmente, dirai tu. Ho buttato sul computer parole alla cieca, liberando il più possibile la spontaneità dei pensieri. Perché di me conosci solo la maschera che ogni mattina incollo sul volto per piacerti, per piacermi attraverso i tuoi giudizi (oh quanto silenziosi!).
Quella maschera sorridente e pesante, tremendamente pesante, che mi vedi addosso quando vieni a visitarmi. Una volta al mese. Quando è concesso, perché così è stato deciso. Ma ora voglio dirti tutto, senza finzioni, senza ipocrisie e senza inutili giri di parole, perché per me il tempo sta per finire. Pena di morte. È quello che ha deciso la corte suprema. È quello che si meritano gli uomini come me. Gli assassini come me. Sono pericoloso io!
Premetto che se ti scrivo questa lettera e ti racconto di me, non lo faccio perché tu possa poi consolarti con le mie parole, quando non ci sarò più, ma lo faccio per me, unicamente per me stesso. Sono un inguaribile egoista!
Ti scrivo perché le parole rendono eterni: il mio cuore smetterà di battere, il mio corpo verrà mangiato dai vermi e il mio nome verrà presto dimenticato, ma le mie parole non si degraderanno, non spariranno, questo inchiostro non si cancellerà, e con le mie parole anche la mia essenza sarà eterna: sarò immortale. Non farti prendere da stupidi sentimentalismi per me, non merito nessuna lacrima e nessuna pietà. E non ne voglio!
Ti avverto : quello che scriverò non ti piacerà ma … a nessuno piace la realtà. So che ti sarai interrogato tante volte sulla mia colpevolezza e che speravi che fossi innocente. Bè, vuoi sapere la verità? Vuoi sapere se l’ho ucciso io? Si, l’ho ucciso io, quel bastardo, sino all’ultimo sparo. È vero, ho ucciso un uomo, ma quel bastardo se lo meritava, credimi, è così! Ha ricevuto la sua punizione divina!
Adesso smettila! Smettila! So che starai pensando che uccidere un uomo è sbagliato, che bisognerebbe affidarsi alla legge e che la vendetta non serve a niente, quindi smetti di farlo, perché queste sono solo stupide bugie. Dirai:“non è moralmente umano uccidere, è da animali!”
Bene, dov’era la legge, la giustizia, la morale umana quando la mia ragazza veniva violentata e uccisa? Dov’era? Questa corrotta giustizia, intrisa di bugie fino al midollo, di sicuro avrebbe rilasciato un riccone come quello sotto cauzione. Quindi non mi pento. So che mi considererai un animale ma tu … tu cosa avresti fatto se ti fossi trovato al mio posto? Prova a pensarci. Sentivo le sue urla mentre salivo le scale per arrivare a casa ma, quando sono arrivato, era già troppo tardi … vidi lei, tutto ciò che avevo, l’unica cosa bella della mia vita, l’unica che mi aveva mai amato davvero, lì, in una pozza di sangue. La vita fa doni che subito riprende con sé. Ricordo che ho sentito la rabbia nascere in me insieme alla disperazione … poi non ricordo bene cosa è successo … so solo che quando ho ripreso coscienza della realtà, aveva tra le mani una pistola e tanto sangue sui vestiti. Poi corsi ad abbracciare il suo corpo, nudo … era così bella … anche da morta e … e … tu sei sicuro che io abbia fatto la cosa sbagliata? Ne sei convinto? Davvero?

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1 commenti:

  • Ivan il 21/04/2008 15:19
    ... argomento impegnato e molto complesso, il racconto é scorrevole, anche se qualche passaggio resta sospeso, sospensioni non so quanto volute... anche la forma non é male, l'idea della lettera é un po' scontata, ma si legge volentieri.

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