username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Io.. e la morte

Fino a pochi mesi fa pensavo che l'argomento MORTE non mi potesse toccare neppure minimamente, invece ho dovuto scoprire una realtà che non pensavo potesse essere così dura e dolorosa.
Quando inizi a capire che cosa si prova a perdere una persona veramente cara, che se non fosse esistita, neppure tu saresti al mondo, solo allora l'importanza della vita prende forma.
Non scorderò mai il momento in cui, mia sorella, con un solo ed unico sguardo quella sera mi fece capire che papà ci aveva lasciati, e sono rimasta impietrita, per qualche secondo tutto quello che era attorno a me si è fermato, fino al momento in cui, è esploso qualcosa dentro me, come un vulcano in azione; è arrivato dal profondo un senso di dolore, di rabbia, di amore: un misto di sentimenti talmente differenti da sembrare impossibile.
Quella domenica sera, tutto sembrava senza senso, odiavo Dio per quello che aveva fatto, portarmi via mio padre era la cosa peggiore che potesse fare.
Ero sconvolta, mia madre era imbottita di calmanti, mia sorella e mio fratello non se ne capacitavano, e l'altro mio fratello, al telefono, urlava e non ci voleva credere.
Da quel giorno la mia vita è cambiata, una parte di me se n'è andata, ed ora più che mai, dopo appena un mese dall'accaduto, sento una sensazione di vuoto che mi invade il cuore, ed allo stesso tempo mi sento chiusa in una morsa che mi toglie il fiato.
Poi mi fermo a pensare, penso a mio padre, a come reagiva lui, anche davanti al dolore non si era mai fermato, non aveva mai guardato indietro, e questo l'ha insegnato anche a me, devo guardare avanti, guardare al mio futuro, realizzarmi, ma non devo farlo solamente per me stessa, devo farlo anche per mio padre, per dimostrargli il bene che gli voglio.
Non penso che la morte sia proprio una fine, perchè effettivamente, nel mio cuore rimarrà sempre.
Una persona, anche se morta, continuerà a vivere se qualcuno lo vuole, ed io voglio che mio padre viva, anche se solo spiritualmente, dentro di me.
Le persone cercano parole di conforto, spesso inutili, la cosa migliore è un abbraccio, una "pacca sulla spalla" o più semplicemente una stretta di mano, gesti semplici che fanno capire, senza tanti giri di parole, che ti sono vicini.
Ora penso a quei giorni in cui ero con mio padre, mi sfugge un sorriso, non riesco a piangere, forse perchè, lui non avrebbe voluto vedermi così.
E più vado avanti più il senso di nostalgia aumenta, mi manca il suo viso, il suo essere severo, il suo fare di papà.
La morte, sconvolge sempre, tutto cambia e anche io mi sento cambiata, mi sento più forte, pronta ad affrontare qualsiasi cosa, e anche la morte, non mi fa più paura!

 

1
7 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

7 commenti:

  • Teresa Tripodi il 29/04/2011 16:25
    contano i ricodi che teniamo nel cuore delle persone che ci hanno lasciato è l'unico modo che possediamo per non farle morire mai
  • Francesco Garofalo il 27/09/2010 16:15
    no comment, sono senza parole brava
  • Fiscanto. il 01/08/2009 16:03
    belllissima!
  • mario conforti il 07/06/2009 10:39
    é bella mi prende molto questo tuo scritto mario conforti
  • Paola Bonc il 09/09/2008 16:59
    ... ti posso assicurare che è come dici tu... sono 11 anni che mio padre mi ha lasciata, ma vive sempre dentro di me, ogni giorno di più, in ogni cosa che faccio, e soprattutto nelle cose in cui avrei voluto che mi fosse accanto e non c'è... ma c'è è sempre al mio fianco e veglia su di me! e i papà fanno tutti così, quando lasciano i loro gioielli.
    Paola