Le mura bianche mi rattristano
voglio colore.
Il silenzio mi angoscia
voglio parole, musica e sorrisi
ma l'ufficio non è gardaland
il capo è sempre serio
e il mio collega non parla mai.
L'orologio mi osserva,
mi incute timore
condanna ad ogni suo scorrere
il mio desiderio di evasione.
Fuggite ore!
qui in ufficio mi sento in prigione
voglio liberarvi ma non posso
l'orologio è padrone.
Voglio alzare gli occhi, vedere il cielo
aprire le braccia, sentire il vento
e annusare il profumo dei fiori
ma qui attorno è tutto bianco
e dalla finestra non ci sono colori.
Il calendario si prende gioco di me
si finge mio alleato.
Le domeniche sorridono
ma gli altri giorni sono schiavi
il lunedì è il mio capo
ma non lo vedo,
vedo solo festività
vedo il lato futile della vita, il più divertente.
Condannami lettore
la libertà va guadagnata, lo so
ma concedimi il pensiero
non sono un assenteista
sono quello sempre presente
che lascia il cuore a casa.
Sincero almeno tu, la pensione è utopia?
arriva la malattia, una disgrazia
e i contributi, illusioni progetti e sogni... finiti!
te ne vai senza il diritto di salutare
lasciando solo debiti e parenti che lagnano sulla tua tomba.
Amo i miei dipinti, imperfetti come noi uomini
le mie poesie noiose, i miei colori
amo il tempo
persino di questi giorni tutti uguali
dove c'è sempre il lunedì
e il sabato festoso e allegro anticipa un domenica
che poteva essere meglio.
Amo e odio questo dovere
stipendio per sopravvivere
e tempo libero per vivere.
Sempre composta
finto modello di una società che ci vuole così
tutti uguali, lungo la perfezione di una linea retta
niente parolacce, niente repliche
poi dentro sono una ribelle, una sciocca
una in piena crisi di nervi
sotterrata dalla noia e con la voglia di saltare
da un mondo all'altro, da un pianeta all'altro
da un colore all'altro, da un sogno all'altro.
Sono una che alla fine della giornata saluta lo staff
e ti manda a f... perchè mi ha seppellito di noia
con i tuoi terrificanti
silenzi!
ma sono felice perchè prima o poi questa giornata finisce
e quando torno a casa sono libera di giocare con le lancette del tempo
impiegandole come voglio.